Benelli Leoncino Trail 500 ABS 2019: caratteristiche, opinioni e prezzo di un’icona senza tempo

Leoncino Trail 500 ABS: un nome indissolubilmente legato alla storia di un marchio. E’ il 1911 quando Teresa Benelli, rimasta vedova, decide di aprire un’officina meccanica per garantire un futuro ai suoi sei figli; inizialmente vengono fabbricati pezzi di ricambio per auto e motocicli ma, grazie alla lungimiranza dei “sei”, nel 1919 vede la luce il primo motore a due tempi applicato alla forcella anteriore di una bici. Il Velomotore, la prima vera motocicletta firmata Benelli, arriva invece nel 1921 con motore 98 cc a due tempi, portato – due anni dopo – a 147 cc. E’ con lei che Tonino, ultimo nato dei sei fratelli, inizia a raccogliere vittorie diffondendo il nome Benelli sui campi di gara di tutta Europa.

Seguirono anni di grandi successi  per la Casa Pesarese, interrotte solo dal secondo conflitto mondiale; nel 1948 riprese la produzione di motociclette che culminò nel 1951 con la presentazione del Leoncino, la moto che nel 1953 conquistò la vittoria al Motogiro d’Italia con il bolognese Leopoldo Tartarini. Riscosse così tanta approvazione che, durante gli anni, venne continuamente aggiornata e sviluppata in modo da rimanere al passo con i tempi. Oggi, ad oltre cento anni dalla costituzione dell’azienda, Benelli (acquisita dalla cinese Q.J.) punta ancora su questo nome e lo fa con uno stile rinnovato che punta ad incarnare quella sensazione di spirito libero ad emozioni senza tempo. Due le versioni disponibili: la Leoncino e la Leoncino “Trail”, oggetto della nostra prova, differente dalla versione “street” per l’impiego di cerchi a raggi da 19” all’anteriore e 17” al posteriore abbinati a sospensioni dalla corsa maggiorata e pneumatici semitassellati Metzeler Tourance.

Passato e presente si incontrano

Benelli Leoncino Trail

Benelli Leoncino Trail: ritorno con stile della Casa Pesarese

Strizza l’occhio al passato reinterpretandolo in chiave moderna. A cavallo tra scrambler e classic, questa Benelli piace per davvero. Le finiture sono eccellenti e lo si percepisce osservandola da vicino; la star, manco a dirlo, è il “Leoncino” stilizzato posto sul parafango anteriore quale chiaro richiamo del glorioso passato che contraddistingue la maison pesarese. L’estetica è minimalista e la succinta carrozzeria conta esclusivamente sul serbatoio e sulle fiancatine laterali a contorno della sella quali elementi che ne movimentano il look: la parte inferiore, invece, mette in bella mostra la meccanica dove, a farla da padrona, c’è il compatto motore bicilindrico quattro tempi, nero come il telaio, il radiatore e tutte le parti meccaniche a vista. La sella a cannelloni è morbida ma non cedevole sotto al peso del pilota, anzi, lo sostiene a tutto vantaggio del comfort di marcia; idem dicasi della porzione destinata al passeggero che può contare su una seduta vera, non su di un semplice “strapuntino” d’emergenza.

Rispetto alla versione classica, questa più modaiola variante Trail esibisce cerchi di diametro differenziato – 19” anteriore, 17” posteriore rigorosamente a raggi – sui quali sono montate coperture tassellate d’impronta fuoristradistica. E’ compatta nelle dimensioni e morbida nelle linee che si fondono al telaio a traliccio in tubi d’acciaio che ne percorre il profilo, estendendosi dal forcellone fino a scomparire sotto al serbatoio. Il codino corto abbinato al porta targa tubolare ed allo scarico compatto, contribuiscono ad alleggerirne i tratti per un look instant-classic che appaga pienamente lo sguardo.

Davanti troviamo il classico gruppo ottico circolare a LED con un elemento interno dalla forma ad arco utilizzato come luce di posizione; frecce e luce di stop sfruttano la medesima tecnologia e la cura con cui sono realizzate lasciano intendere la bontà del progetto e l’interesse della proprietà di tenere alto il livello qualitativo del prodotto.

Il ponte di comando è costituito da un display LCD di chiara interpretazione che mostra contagiri, velocità, doppia percorrenza e livello indicatore del carburante residuo che però abbiamo notato essere non propriamente preciso, anzi, oseremmo dire “altalenante”. Benelli ha scommesso non poco su questo modello e – a discapito di chi pensava che l’acquisizione cinese potesse inficiare sulla qualità – ci ha azzeccato in pieno: nell’ottica del downsizing, della politica che vede le cilindrate ridursi ed i costi di conseguenza, la Leoncino rappresenta una scelta di prim’ordine per chi cerca un mezzo da usare in città ma che sia capace di affrontare anche sterrati poco impegnativi, portandovi ovunque nel week-end.

Una mezzo litro agile e scattante

Benelli Leoncino Trail off road

Accetta anche l’off-road, a patto che non sia troppo impegnativo

Spesso si è portati a pensare che le moto – in generale – siano divertenti ed appaganti solo se dotate di potenze esorbitanti o di motori iperpompati capaci, con una rotazione decisa della manopola del gas, di fiondarvi nell’iperspazio. La Leoncino Trail fa di tutto per confutare questa tesi iniziando dal propulsore, il medesimo due cilindri in linea a quattro tempi della versione stradale: 500 cc, 48 cv a 8500 giri/min ed una coppia di 46 Nm a 6000 giri sono i numeri con i quali si presenta agli amanti delle due ruote. L’accensione avviene in un istante ed il bicilindrico inizia a girare silenzioso e rauco ma senza vibrazione alcuna; la frizione si attiva con una facilità disarmante e la prima entra come un coltello caldo in un panetto di burro.

Il gas è diretto e ben modulabile e la Benelli prende giri con un piglio quasi sportivo, insistendo fino a quota 8000 giri oltre i quali non conviene andare; più sensato passare al rapporto successivo e non interrompere la sensazione di spinta che in questo modo rimane corposa, allungando bene e non facendo rimpiangere una cubatura maggiore. Nell’andatura di tutti i giorni, dopo i 1500 giri, il motore si presta bene a riprendere in qualsiasi marcia, rimanendo elastico e permettendo di guidare senza dover agire continuamente sulla leva del cambio che, per altro, è morbida e precisa anche quando le sollecitazioni si fanno intense.

Questa Trail, già piacevole alla vista, aspetta solo di essere guidata per regalare al suo pilota emozioni ancora più intense: la potenza è sufficiente per togliersi qualche soddisfazione senza mai rischiare di perdere il controllo, merito anche di una ciclistica a punto che analizzeremo nel dettaglio poco più avanti. Il bicilindrico fronte marcia ha le carte in regola per divertire, basta usare bene il cambio e decidere cosa chiederle: che si parta per un giretto con la fidanzata al trotto o che si intraprenda un’infilata di curve al galoppo, potrete fare sempre affidamento sulla giusta compagna di viaggio.

Comoda e intuitiva, convince per la stabilità!

Mezzo litro, 48cv ed una posizione in sella eccellente: basta davvero poco per divertirsi!

Come affermato in precedenza, le sospensioni a corsa maggiorata sono una tratto distintivo di questa versione Trail che adotta forcella a steli rovesciati da 50 mm, regolabile in estensione ed abbinata al mono posteriore posizionato lateralmente, anch’esso regolabile anche nel precarico tramite una comoda rotella posizionata esternamente al corpo principale. Altro elemento che incide sulla maneggevolezza sono i cerchi a diametro differenziato in stile off-road con un bel 19” all’anteriore rispetto alla coppia di 17” che si possono trovare sulla Leoncino “stradale”. Il risultato è una seduta più alta di circa 40 mm che poco disturba una volta in sella: la Benelli si dimostra accogliente anche nei confronti dei piloti più alti e la posizione è comoda, con il busto lievemente piegato in avanti le braccia aperte ad impugnare il largo manubrio sul quale troviamo comandi facili ed intuitivi.

La posizione di guida ben studiata si abbina alla perfezione con un telaio sincero e reattivo che accompagna la discesa in curva con estrema facilità, grazie anche alla ruota anteriore maggiorata che asseconda la piega senza perdere in maneggevolezza. A discapito di quello che si possa pensare, gli pneumatici semitassellati Metzeler Tourance si comportano quasi come autentiche gomme da strada con il plus di poter affrontare strade bianche e sterrati poco impegnativi senza particolari problemi. La Leoncino si guida bene in ogni condizione, merito dell’ottima taratura delle sospensioni che avvantaggiano la guida sportiva ma senza richiedere troppo impegno: rapidissima nei cambi di direzione anche quando l’andatura si fa brillante, sorprende per stabilità anche su fondi irregolari dove si apprezza l’assetto preciso e la possibilità di correggere le traiettorie senza temere risposte inaspettate.

I problemi iniziano a farsi sentire quando lo sterrato da percorrere diventa impegnativo e la Benelli va in crisi, pagando la scelta di essere un ibrido tra la versione stradale ed una scrambler vera e propria. Il posteriore non è in grado di assorbire le asperità come ci si aspetterebbe ma è anche vero che se quello che si cerca è una moto per fare fuoristrada, non è propriamente su una scrambler che ci si dovrebbe indirizzare. Benelli, con la Leoncino versione “Trail”, reinterpreta la base stradale creando un instant-classic che non sfigura nemmeno per le vie del centro e che vi permette di viaggiare con un passeggero comodamente sistemato su una porzione di sella estremamente confortevole. Fino a qui solo lodi ma, a voler fare i precisi, un difetto ce l’ha: il raggio di sterzo estremamente ridotto che rende difficili le manovre in determinate condizioni, soprattutto in città.

Quando si chiama a rapporto l’impianto frenante, che vede due enormi dischi da 320 mm all’anteriore ed un singolo da 260 al posteriore, ci si aspetterebbe una risposta incisiva; attesa invece disillusa da una frenata che risulta avere poco mordente ma, considerando l’insieme, equilibrata ed adatta alla tipologia di moto quale è la Leoncino. L’ABS lavora bene e non si dimostra mai invasivo; sul supporto dello specchietto sinistro vi è il comando per escluderlo in modo da garantire una guida sicura sullo sterrato, dove i controlli dei sistemi antibloccaggio risultano controproducenti impedendo l’arresto della moto.

Benelli Leoncino Trail, in conclusione

Fari a LED, codino tronco e scarico compatto per uno stile davvero accattivante

“La Leoncino torna a ruggire” è senza ombra di dubbio un’affermazione inflazionata ma quanto mai vera. Il successo delle vendite è innegabile e premia gli sforzi compiuti dall’azienda Pesarese per rilanciare il marchio. A onor del vero, rispolverare un nome così importante avrebbe potuto essere un’arma a doppio taglio perché il ruolo che la Leoncino ha giocato nel passato di Benelli non è cosa da poco. Bella nello styling e decisamente aggraziata nelle forme, abbina una telaistica eccellente ad un motore vivace che non fa rimpiangere cubature maggiori.

E’ adatta a tutti i motociclisti, anche neopatentati (si guida con patente A2 e rispetta sia il limite massimo di potenza imposto dalla legge pari a 35kw, sia quello inerente il rapporto peso/potenza che non deve essere superiore a 0,2 kw/kg), e si presta bene ad ogni percorso, compreso qualche semplice sterrato; è perfetta per il tragitto casa-ufficio, per un giretto in centro, per l’aperitivo serale o per le gite fuoriporta del week-end. E con un serbatoio capace di contenere 12,7 lt ad una media di 27/28 km/lt, di strada se ne percorre parecchia prima di fermarsi a rifornire. Con 5990 euro f.c. (prezzo in promozione identico a quello della sorella stradale) vi portate a casa una moto tuttofare, comoda e con un look grintoso che viene esaltato dall’allestimento Trail. Non rimane altro che scegliere tra le tre colorazioni disponibili: rosso, argento o nero. Scelte semplici ma d’effetto per una moto che non delude affatto.

Abbigliamento utilizzato
Casco: Momo Design ZERO Pure
Giacca: Alpinestars Meta Drystar
Guanti: Alpinestars Bayburn
Jeans: Alpinestars Double Bass Denim Jeans
Scarpe: Alpinestars Jam Drystar

Ha collaborato Matteo Pozzi

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