BMW K 1200 R Sport. Una bella domenica di sole, temperatura autunnale, asfalto asciutto. Un quadretto che i centauri hanno ormai imparato ad amare: quante volte alla mattina vi alzate, magari dopo aver tirato tardi il sabato sera, per sbirciare fuori dalla finestra con la speranza di vedere il cielo azzurro? A noi succede spesso, fin troppo spesso… Il resto non importa, non importa che voi abbiate una naked, una supersportiva, una custom. Viaggiare su due ruote è libertà, è passione, se poi sul sellino posteriore avete la vostra dolce metà e verso mezzogiorno accostate nella trattoria giusta tanto di guadagnato! Il senso dei nostri test è proprio questo. Non siamo qui per premiare la moto più veloce. O la più bella. Noi ci facciamo qualche bel viaggio, tempo permettendo, e vi raccontiamo le nostre sensazioni. Ognuno poi tira le conclusioni, e scopre quale possa essere la moto più adatta alle proprie esigenze. La protagonista di oggi è una moto che attirerà molti centauri. Si tratta della BMW K 1200 R Sport, ennesima versione della serie K con motore quattro cilindri in linea di 1.2 litri. Un missile, se guardiamo alle prestazioni pure: guidandola invece, abbiamo scoperto una vera tourer. Una vera BMW. Motorrad al lavoro Per i puristi del marchio bavarese, l’arrivo di un propulsore totalmente nuovo a quattro cilindri è stato un po’ un fulmine a ciel sereno. I patiti del boxer non devono però abbandonare la lettura: il motore della K 1200 è un vero gioiello, quasi che ogni prodotto portante lo stemma dell’elica sia obbligato a proporre prestazioni da primato. E non parliamo solo della potenza, che tocca comunque quota 163 cavalli, ma del funzionamento generale. L’architettura della distribuzione, il prefetto bilanciamento ed una gestione elettronica perfettamente a punto lo rendono vivace, fluido e gestibile anche dal pilota meno smaliziato.
Confermata la trasmissione finale a cardano, con architettura del forcellone Paralever che elimina qualsiasi tipo di reazione sia in accelerazione che in rilascio. Un rasoio Una volta in sella, è impossibile non notare la notevole larghezza del serbatoio, che farebbe pensare ad una moto pesante e poco agile. In realtà, il baricentro piuttosto basso e la perfetta simbiosi del Duolever anteriore e del citato Paralever posteriore la rendono stabile, precisa, ed al contempo veloce nel passare da una curva all’altra. Nemmeno il peso, che in ordine di marcia viaggia sui 240 kg, rappresenta un problema una volta in movimento, mentre nelle manovre i vostri polpacci vengono discretamente sollecitati. Su strada L’impatto iniziale lascia interdetti. La parte anteriore è piuttosto voluminosa, complice un propulsore generoso benchè compatto in relazione alla cilindrata. Il retrotreno, al contrario, è snello: il codone viene definito dalla sella, mentre il muscoloso braccio del cardano ed il generoso terminale di scarico completano la tre quarti posteriore. La moto in prova è dotata di sospensioni regolabili ESA, che piazziamo all’istante in posizione Sport (la taratura più rigida). Ce ne pentiamo, ma non per colpe imputabili alla moto bensì… a chi cura le nostre strade, che tra voragini e guard rail taglienti sembrano un percorso ad ostacoli per i motociclisti. Non siamo comunque qui per fare polemica, quindi selezioniamo la taratura normal e proseguiamo. Splendido da subito il propulsore, elettrico nel funzionamento fino ai 5.000 giri e dirompente da qui al limitatore, con una progressione entusiasmante che trova un ottimo compagno nel cambio con rapportatura piuttosto corta.
La tenuta di strada è impeccabile, complice anche un interasse giustamente allungato. Nessuna incertezza dell’anteriore, dopo essersi abituati alla particolare sospensione che pare quasi “smorzare” i segnali in arrivo dalla ruota. In realtà, l’assuefazione alle peculiarità del Duolever è più rapida di quanto si pensi, e ci si ritrova a forzare nelle pieghe con velocità sorprendente. Il posteriore invece mette in luce una ottima motricità a gomme calde, mentre appena partiti bisogna stare calmi col gas: ci sono sempre oltre 160 cavalli pronti a punire ogni rotazione troppo garibaldina. Terminiamo infine coi freni, che pur utilizzando pinze ad attacco tradizionale contro le più modaiole radiali dispongono di mordente e resistenza, perfettamente rapportati alle prestazioni della moto. Difetti? Per i nostri gusti il cambio è fin troppo morbido, fino a degenerare in qualche impuntamento specie nella ricerca della folle, ma potrebbe trattarsi anche di un difetto dell’esemplare in prova. La posizione di guida invece carica un po’ troppo sui polsi, affaticandoli nella marcia cittadina: quando la strada si allarga invece, il controllo beneficia di tale impostazione sportiveggiante. Quanto costa? Da brava BMW, anche questa K 1200 R Sport non ha un prezzo alla portata di tutte le tasche. Si parla infatti di 14.950 euro, anche se (bisogna dirlo) in questo segmento è veramente difficile trovare di meglio.