Cagiva

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Cagiva è lo storico marchio di motociclette made in Italy dal successo mondiale

STORIA DEL BRAND

Nata a Varese nel 1950 quale azienda produttrice di minuteria metallica, deve il suo nome all’acronimo tra le iniziali del nome del fondatore e la sede degli impianti: Castiglioni, Giovanni Varese o, più comunemente, CAGIVA.

CARATTERISTICHE DISTINTIVE

Il passaggio tra la produzione di minuteria ed il mondo delle motociclette e delle corse avviene nel 1978 quando Claudio e Giovanni Castiglioni acquisiscono la società AMF – Harley Davidson in liquidazione, comprendente lo stabilimento di Schiranna (VA). La prima scuderia conta solo due moto da corsa guidate da Gianfranco Bonera e Marco Lucchinelli mentre, la produzione in serie delle motociclette realizzate negli stabilimenti varesini, viene commercializzata con il marchio “HD-Cagiva” fino al 1980. Negli anni a seguire, l’accordo si conclude e viene finalmente utilizzato il solo nome Cagiva, contraddistinto dal famoso elefantino, simbolo portafortuna scelto nel secondo dopoguerra dallo stesso Giovanni Castiglioni. Fino al 1983 la produzione è limitata a moto stradali, cross ed enduro di piccola cilindrata: in seguito, con l’acquisizione di Ducati, inizia la produzioni di veicoli spinti da propulsori di cilindrate maggiori. Tra le aziende note acquisite da Cagiva non vanno dimenticate Moto Morini ed Husqvarna. Il 1987 segna un anno importantissimo per la casa varesina che fonda – a San Marino – il Centro Ricerche Cagiva (più noto come CRC) in seguito rinominato Centro Ricerche Castiglioni. Proprio sotto la guida di Claudio, supportato dal grande designer Massimo Tamburini, Cagiva rilancia la nota casa bolognese: nascono in questo periodo infatti, mostri sacri quali sono la Ducati 916 e la prima Ducati Monster disegnata da Miguel Galluzzi. Cagiva vende Ducati nel 1996, Moto Morini nel 1999 e nel 2007 cede Husqvarna a BMW; nel 2008 Cagiva viene incorporata con MV-Agusta Group ed acquistata dall’americana Harley-Davidson che, nel 2010, rivende MV allo stesso Claudio Castiglioni il quale viene a mancare il 17 agosto 2011 lasciando l’azienda nelle mani del figlio Giovanni. Allo stato attuale non è in produzione alcun modello a marchio Cagiva in quanto, gli sforzi e le risorse finanziarie, vengono investite sul marchio MV.
Per quanto riguarda il mondo delle competizioni, Cagiva ha riscosso la maggior parte dei successi nel motocross ed alla Dakar grazie al suo Reparto Corse; l’avventura alla Paris-Dakar inizia nel 1985 con la Elefant 650 guidata da Hubert Auriol. Dopo un inizio sulla cresta dell’onda, rotture e problemi tecnici portano solamente all’ottava posizione. Nel 1990 Edi Orioli vince la prima Dakar con Cagiva, forte della cilindrata innalzata a 900 cc ed all’iniezione elettronica; al terzo posto troviamo l’italiano Alessandro De Petri, sempre su Cagiva. Nel 1992 la Elefant guadagna il secondo, terzo e quarto posto rispettivamente con Laporte, Arcarons e Morales, con un Orioli al settimo posto e Trolli al decimo. Nel 1994, grazie all’elaborazione CH Racing ed all’adozione di carburatori Kehin e sospensioni riviste, Orioli vince la sua terza Dakar dopo un duello serrato con Arcarons. Dal ’95 in poi inizia il declino per arrivare all’abbandono definitivo nel 1997. Per quanto riguarda il cross, mondo nel quale Cagiva ha fatto la sua apparizione nel 1979 vincendo fin da subito il titolo nella classe 125 cc, è possibile vedere come la WMX sia estremamente competitiva ottenendo il titolo piloti nel 1985 ed ’86. La Casa vince anche nel 1987, interrompendo il dominio dei giapponesi di Suzuki, sia nel campionato costruttori che piloti. Cagiva piazza il pilota Pekka Vehkonen al secondo posto anche nel mondiale 250 sia nel 1987 che nel 1988, anno che vede il ritiro dai campi di gara.
Indimenticabile è l’avventura dell’azienda varesina nel motomondiale: iniziata nel 1977 come sponsor del Team Life, vede nell’anno successivo la partecipazione come team ufficiale nelle classi 250, 350, 500 e 750. Si inizia nel 1980 con il ritorno della 500 quale classe regina, a vedere il primo ibrido su base Yamaha TZ 500 – la 1C2 – , seguita nello sviluppo dalla 2C2 e dalla 3C2. Nel 1983 la nuova 4C3 ha un telaio particolare ed il motore quale elemento stressato, che sviluppa 132 cv ma rende la moto inguidabile, compromettendo la stagione. E’ il 1985 e la C10 monta un V4 a 90° mentre il telaio è di tipo Deltabox come le Yamaha; nel 1987 arriva la C587 con motore a V di 56° e telaio più piccolo e, l’anno successivo, è il momento della C588 pilotata da Randy Mamola. Nel 1988 assistiamo anche all’esordio in 125 e, nel 1989, all’introduzione della C589, seguita dalla C590 nel 1990 con piloti Alex Barros e Ron Haslam, oltre a Mamola. Il 1991 vede l’arrivo del grande Eddie Lawson che riesce a rilanciare Cagiva conquistando il 6° posto assoluto e la prima vittoria del marchio varesino in una competizione del motomondiale. Il 1993 è l’anno della Cagiva C593 pilotata da John Kocinski, ingaggiato a fine stagione; nel 1994 chiuderà l’anno al terzo posto in classifica generale in sella ad un’ulteriore evoluzione denominata C594. Il ritiro dalle competizioni su asfalto avviene nel 1995 con l’ultima presenza in pista assieme a Pier Francesco Chili.

MODELLI ICONICI

Tra i modelli più datati ci sono senza dubbio le Cagiva Alazzurra, Ala Blu, Ala Verde, Aletta Oro ed Aletta Rossa; più recenti la Cagiva Elefant, Low Rider, Gran Canyon, Navigator, Planet e la Cagiva V-Raptor. Icona Cagiva è senza dubbio la Mito 125 in tutte le sue evoluzioni, con il culmine nella versione EV del 1994, praticamente una Ducati 916 con motore 125 cc nata dalla mano del grande Sergio Robbiano. La mito SP595 del 2008 fa il verso alla Cagiva C594 ed è l’ultima stradale a fregiarsi di questo storico ed italianissimo nome.

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