Dakar 2020: tra le moto sarà ancora dominio KTM?

La storia dello sport è fatta di cicli che segnano le epoche: il dominio del Real Madrid negli anni ’50, la McLaren in Formula 1 a metà degli anni ’80, le sorelle Williams nel tennis all’alba del 21° secolo e Mohamed Ali negli anni ’60 e ’70. Tutti questi cicli prima o poi si sono conclusi. Nel rally-raid, il dominio di KTM iniziato nel 2001 continua senza intoppi fino ai giorni nostri, con grande disappunto dei rivali. Destino o sfortuna, finora tutto ha giocato in favore di KTM. Lo scenario della scorsa edizione è stato un caso da manuale: Toby Price ha condotto una gara in modo conservativo, per poi tentare l’affondo nella seconda settimana.

Impensierito solo da Pablo Quintanilla (Husqvarna), le cui speranze di vittorie sono state infrante a seguito di una caduta e conseguente frattura a cento chilometri dalla fine. Sul podio insieme all’australiano i due precedenti vincitori Matthias Walkner e Sam Sunderland. I tre campioni in questione partono come favoriti. Quest’anno Sunderland è stato il più consistente dei tre dopo aver conquistato il suo primo titolo mondiale. Ma lo status quo potrebbe certamente cambiare durante l’avventura nel deserto saudita.

Dakar 2020: la situazione al via

Parte tra i favoriti anche l’americano Andrew Short, rivelazione della Dakar del 2019 (6°). Il pilota Husqvarna si è aggiudicato il Rallye del Marocco. Questo successo lo rende un contendente al titolo. In quattro delle ultime cinque edizioni della Dakar, infatti, i vincitori del Rallye du Maroc hanno trionfato anche alla Dakar tre mesi dopo. Tra i contendenti per il podio anche i team Sherco e Hero rispettivamente con Johnny Aubert (6° nel 2018) e Paulo Gonçalves (2° nel 2015). L’armata arancione dovrà vedersela con i piloti Honda, che lo scorso anno sono stati i principali rivali: Joan Barreda era stato al comando nei primi giorni prima che Ricky Brabec prendesse il sopravvento, ma entrambi sono stati poi costretti al ritiro, lasciando il loro compagno di squadra, l’argentino Kevin Benavides, a rappresentare la squadra (5°). Tra le file della Yamaha spicca Adrien Van Beveren, esempio di coerenza e regolarità. Il francese stava facendo una bella gara quando è stato tradito dal motore della sua Yamaha. Insieme a Van Beveren, Yamaha schiera Xavier de Soultrait (7° nel 2019) e Franco Caimi.

Lo spirito originale della categoria “Original by Motul” consiste nell’affrontare il rally nella sua massima difficoltà, senza assistenza, ma in grande condivisione con i compagni di avventura. Una gara nella gara, con Edwin Straver, il vincitore olandese del 2019, che dovrà verificare le ambizioni di Benjamin Melot, un nuovo arrivato in questo piccolo angolo del bivacco e un serio concorrente (21° il suo miglior risultato). L’ex meccanico di Cyril Despres sarà sicuramente in lotta per il titolo con Emanuel Gyenes (14 ° nel 2016, 23 ° nel 2018) e Arnold Brucy, che ha terminato al secondo posto di categoria lo scorso gennaio. Al via anche la coppia Javier Vega e Sara Garcia. Sono ben 9 le moto con i due piloti del Team Solarys Husqvarna Jacopo Cerutti e Maurizio Gerini, con gli azzurri restanti che hanno deciso di sfidarsi nella categoria senza assistenza, un tempo nota come la malle moto, oggi Original by Motul: Francesco Catanese, Alessandro Barbero, Mirko Pavan, Alberto Bertoldi, Cesare Zacchetti, Fabio Fasola e Matteo Olivetto.

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