Fantic Motor

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Il successo made in Italy, definiti ancora oggi “recreational vehicles” i mini bike derivati dai tosaerba

STORIA DEL BRAND

Il Dottor Mario Agrati – neolaureato ed impiegato presso l’azienda di famiglia Agrati-Garelli di Monticello Brianza – durante i suoi viaggi d’affari negli Stati Uniti, notò un’elevata diffusione di quelli che vengono definiti ancora oggi “recreational vehicles” e cioè delle mini bike spinte da propulsori a 4 tempi derivati dai tosaerba. Con l’idea di realizzare un prodotto simile per l’Italia ma sapendo che non sarebbe mai divenuto il core business dell’azienda di famiglia, il Dottor Agrati decise di unirsi al responsabile del settore commerciale estero della Garelli – il Sig. Henry Keppel Hesselink – costituendo una società per la produzione di questi divertenti veicoli. La mente dei due era improntata alla realizzazione di qualcosa che fosse innovativo nel panorama delle due ruote: da qui, l’idea di chiamare l’azienda ”Fantastic Motor”; il richiamo alla nota bevanda al gusto di aranciata però, creava confusione, motivo per il quale si decise di abbreviare il nome in “Fantic Motor”.

CARATTERISTICHE DISTINTIVE

La Brianza è il luogo dove la Fantic Motor ha sede. A Barzago, immerso nel verde, sorgeva uno stabilimento all’avanguardia, concepito per operare nel massimo rispetto dell’ambiente tramite impianti di filtraggio e di depurazione delle acque pluviali, integrandosi con il paesaggio circostante.
La produzione dei primi modelli Fantic avviene alla fine del 1968 quando lo stabilimento deve ancora essere ultimato: per l’occasione erano la Testi Velomotor di Bologna e la Montagnoli di Verona a produrre le prime mini bike – denominate TX-1, TX-4 e TX-7 – che vennero commercializzate negli USA con il marchio italiano.
L’azienda era partita con un  capannone dalle  dimensione di 1.200 mq. nel 1970, fino ad arrivare nel 1982 ad avere una copertura di circa 20.000 mq, passando da trenta dipendenti ad un massimo  di centosessanta. Seguendo lo spirito di “costruzione di veicoli per l’impiego sportivo e per il tempo libero”, nel 1969 viene presentato al salone di Milano il primo fuoristrada spinto da un motore 50 cc: è nato il mitico Caballero, senza ombra di dubbio il modello iconico che si lega indissolubilmente al marchio Fantic. All’epoca era il sogno dei quattordicenni ed il nome nacque per caso, grazie ad una famosa pubblicità legata ad una marca di caffè con un tizio seduto ed il sombrero in testa. E da questa figura, nacque il nome Caballero. A seguire arrivarono il cinquanta ed il centoventicinque da strada, il ciclomotore a telaio aperto che si chiamava Issimo; una produzione diversificata, con lo scopo di coprire tutti i settori tenendo però come traino la “regolarità” senza mai dimenticare i ciclomotori tradizionali e le stradali. Negli anni ’70 nacque un’altra moto caratteristica della produzione Fantic, il TX-131 Chopper 125 cc: le frequenti visite negli USA e l’influenza del film “Easy Rider”, fecero da apripista all’introduzione in gamma di questo modello chiaramente ispirato ai chopper d’oltreoceano. Nel ’78 la Casa di Barzago conquista la Sei Giorni di Svezia ottenendo il prestigioso Vaso D’agento nella regolarità, affermando così il Fantic Racing Team a livello europeo.
La svolta arriva negli primi anni ’80 quando l’interesse verso l’Enduro inizia a venir meno e Fantic inizia a considerare altri fronti, primo fra tutti il Trial. La collaborazione con Motori Minarelli che forniva propulsori all’azienda brianzola, nel momento in cui ci fu l’inversione di rotta verso questo nuova disciplina, si avviò verso la conclusione. I primi trial prodotti tra il ‘78 ed il ’79 montavano infatti motori Minarelli modificati da Fantic nel cambio e nella parte termica; tra il 1981 e l’82 inizia la produzione di motori totalmente Fantic al di sotto dei 300 cc, cubatura idonea allo svolgimento di questa particolare disciplina. La prima apparizione nel mondiale trial risale al 1982 con Gilles Burgat a cavallo di una Trial 240; inizia invece nel 1984 l’era di Thierry Mihchaud, ex SWM, nel Trial Team e che si aggiudica i titoli di campione del mondo negli anni ‘85, ‘86 ed ’88. L’attività a Barzago viene sospesa nel 1997 ma nel 2003 Fantic Motor viene rilevata dall’industriale veneto Federico Fregnan e la produzione viene spostata in provincia di Treviso dove le attenzioni vengono rivolte alle moto da fuoristrada con alcuni allestimenti specifici per il supermotard. Nel 2014 la società passa nelle mani di VeNetWork, una cordata di imprenditori veneti che assegna la gestione del Marchio a Mariano Roman, ex direttore tecnico di Laverda, Moto Guzzi ed Aprilia. L’azienda si specializza anche nel settore delle biciclette a pedalata assistita con la divisione Fantic Bikes. L’impegno dell’azienda continua tutt’oggi con un’offerta di modelli all’avanguardia, specialistici e di tendenza.

MODELLI ICONICI

Fantic equivale a Caballero: presentato nel novembre del 1969 al salone di Milano, aveva motore 50cc ed è stato sviluppato da Giulio Maffessoli su telaio Verlicchi; nel 1970 entra in produzione e, successivamente, vengono presentati i modelli Super Special 4M ed il Competition 6M. Nel 1971 arriva la versione 100 cc e nel 1972 viene presentato il Super Rocket. I Chopper 50 e 125 cc vengono prodotti tra il 1972 ed il ’73, mentre, il 1974 è il momento del Caballero 125 cc con motore Minarelli. 1976: Caballero regolarità 125 6M e, nel 1977, arriva il primo trial 125. Il Mik 26 – cioè il Caballero da Competizione – viene messo in commercio nel 1978 e nel ’79 arrivano i Trial 50 cc e 200. Nel 1982 arriva il Fantic Trial 240 seguito dal 300 nel 1983 e dal 301 serie 2 nel 1986. Nel 1987 il culmine con il Trial 303 seguito nell’88 dal 303 serie 2.
La storia recente vede il ritorno del nome Caballero declinato nelle versioni Scrambler, Flat Track e Rally, disponibili con cilindrate di 125, 250 e 500 cc. Il legame con il mondo off-road rimane grazie alle proposte per l’enduro nelle cilindrate 125 e 250 cc.

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