Test Ride. La Honda Hornet è ormai da anni un vero e proprio must, non si può parlare di moto del settore naked senza parlare della piccola giapponese che tanti ha iniziato alle due ruote.
Sarà perché è leggera e maneggevole, perché ha un bel motore ed è capace di buone accellerazioni, senza essere, però, un mostro indomabile, sarà, più prosaicamente, perché ad un prezzo contenuto si riesce a prendere una bella moto tuttofare, fatto sta che la Honda Hornet è la terza moto più venduta in Italia e che, grazie a lei, è stata per molti e per molte, la prima sella su cui ci si sia seduti per esplorare il fantastico mondo delle due ruote.
In quest’ottica, rinnovare una campionessa di vendite come questa poteva essere un’operazione pericolosa, si poteva rischiare di snaturarla o di rovinare questo delicato equilibrio che ne ha decretato il successo, motivo per cui in Honda hanno deciso, per il modello 2011, di apportare solo piccole migliorie che non sono andate ad incidere sul capitolo prestazionale.
Il motore è sempre un quattro cilindri in linea da 599 cc, capace di tirar fuori 102 Cv a 12.000 giri, con una coppia di 63,5 Nm a 10.500 giri con sistema ad iniezione PGM-FI.
Dal punto di vista della scheda tecnica è sempre la cara, vecchia Hornet, volendo con ABS, ma con un aspetto più moderno e dinamico.
Il cupolino è stato rivisto per aumentare l’aerodinamicità della Hornet e per contenere l’altrettanto nuovo display digitale a LED. Anche la parte posteriore è stata rivista, adottando una nuova coda che accentua la sensazione di velocità e che, soprattutto, al posto del maniglione per il passeggero, ora prevede due aperture nella parte inferiore che servono al passeggero per tenersi, soluzione evidentemente mutuata dalla sorella maggiore CB1000R.
La gamma colori muta e si arricchisce e così, accanto al tradizionale nero, arriva un bianco perla molto alla moda e ritorna un colore che ha avuto molto successo per questa moto, ossia il New Pearl Sprint Yellow, un giallo acido molto aggressivo che già aveva fatto la sua comparsa su questa moto.
I prezzi sono sempre il punto forte della Hornet che può essere portata a casa con 7.590 € franco concessionario nella versione senza ABS e con 8.190 €, sempre franco concessionario, con ABS.
In strada. Una sensazione di controllo totale pervade chi sale su Honda Hornet non appena in sella. La facilità con cui si piantano i piedi a terra, anche per i meno alti, un peso veramente contenuto e ben equilibrato ed una posizione di guida distesa sono la garanzia che la Hornet può essere guidata veramente da chiunque.
Per verificarlo partiamo dal centro cittadino, proprio nell’ora mattutina di massimo traffico, per fuggire alla ricerca di statali deserte e tortuose, impegnando la naked dell’ala tanto nel misto stretto degli incolonnamenti di auto, quanto in quello formato da curve e tornanti extraurbani.
L’agilità è sempre stata il punto forte di questa moto e tale caratteristica si conferma essere ancora uno dei pregi, dal momento che riusciamo a divincolarci agilmente dalla morsa del tappeto di auto che ricopre interamente il tragitto cittadino, riuscendo a passare anche dove molti scooter e moto non riescono. Non appena riusciamo a lasciarci alle spalle il caos del risveglio metropolitano, comincia la parte divertente dell’utilizzo della Hornet.
Erogazione regolare, quasi totale assenza di vibrazioni ed una seduta molto comoda, rendono la guida piacevole e per niente stressante, adattissima alle passeggiate domenicali, magari con un passeggero al seguito, così come in viaggio.
Il comparto sospensioni non dà particolari problemi, anzi, copre egregiamente le tante asperità che il manto stradale italiano sa spesso offrire e fa sì che l’assetto non venga mai compromesso e che la moto, tanto sul dritto, quanto in percorrenza di curva, sia sempre ben attaccata al terreno.
Buoni anche i freni con pinze a tre pistoncini sui due dischi anteriori 296 mm, capaci di garantire frenate in spazi ridotti, ottimo invece l’impianto ABS che evita bloccaggi e conseguente chiusura dello sterzo, senza risultare troppo invasivo; unico neo, forse, del sistema ABS, è il fatto che non si possa disinserire, non tanto per motivi funzionali (una moto adatta a tutti e soprattutto ai principianti è bene che abbia il sistema ABS sempre attivo) quanto per motivi meramente legati al libero arbitrio di chi invece un po’ d’esperienza alla guida ce l’ha.
Quando si arriva in prossimità di tracciati pieni di curve e si vuole godere di un po’ di guida sportiva, è necessario ricordare che il quattro cilindri della Hornet comincia a dare il meglio di sé dopo i 5.000 giri e quindi è bene non far scendere il regime sotto questa soglia, mentre tornerà utile il fatto che ai bassi regimi sia poco reattiva, quando invece si vuole procedere tranquilli e sereni, oltretutto senza intaccare troppo i 19 litri di serbatoio.
In definitiva la Honda CB600F Hornet si conferma una moto tuttofare, capace di affrontare le placide domeniche a passeggio con la fidanzata, quanto le “corsette” con gli amici sugli storici passi italiani, in città nel caotico traffico cittadino, come in viaggio con borse e bagagli; adatta a tutti, alti o bassi che siano, uomini o donne, esperti o neofiti la Hornet rimane, seppure con un look assolutamente al passo con i tempi, uno dei più grandi classici del mercato a due ruote degli ultimi lustri.