Honda SH 125 e 150: allunga la distanza!

La genesi di un successo, l’Honda SH
La maggior parte degli utilizzatori di uno degli scooter più venduti, soprattutto nei grandi centri urbani, non sanno che l’Honda SH si appresta ormai a varcare la soglia dei trent’anni.
A dirla così, sembrano veramente tanti, e di fatto lo sono per un prodotto come questo, che ha sfidato il passare del tempo avvalendosi di continue cure estetiche e meccaniche. Quando esordì, nell’ormai lontano 1984, fu una vera e propria rivoluzione, in un’epoca che conosceva pochi e molto elementari ciclomotori, conquistando approvazione con la sua linea e con la pedana piatta, che consentiva di poter trasportare oggetti, zaini o buste della spesa.
Nel corso di questi anni, come abbiamo detto, è stato modernizzato: nel 2001 è passato dal motore a due tempi a quello a quattro, nel 2005 gli è stata aggiunta l’iniezione elettronica PGM-FI e nel 2007 è stata introdotta anche la cilindrata da 300 cc. Insomma, in quasi trent’anni è stato venduto in oltre un milione di esemplari, di cui oltre 530.000 in Italia, diventando il simbolo stesso dell’urban commuting e lo scooter più imitato, tanto che molti concorrenti di Honda hanno cominciato ad ispirarsi sempre più apertamente all’SH, offuscando quell’unicità di design che invece l’ha contraddistinto ai suoi esordi.
Sarà perché l’Italia è il paese dove se ne sono venduti di più, sarà perché ormai i giapponesi hanno capito che il reparto italiano di Honda sforna ottimi prodotti, fatto sta che la genesi estetica dell’ultima versione di questo evergreen è stata affidata proprio alla sede italiana del colosso industriale giapponese.

Più sportività e ricercatezza per l’Honda SH
Semplicità, modernità, funzionalità ed eleganza sono sempre stati i canoni ispiratori per i progettisti e designer della Honda, ogni qual volta hanno dovuto approcciare un restyling del mezzo, garantendo una certa continuità estetica, sempre premiata dai successi di vendita. Questa volta si voleva alzare il tiro, sia per distinguere l’SH dai numerosi tentativi d’imitazione, sia per renderlo ancora più completo e maturo; per questo a tutti i designer Honda che hanno partecipato ad una gara interna per determinare chi l’avrebbe disegnato, è stato chiesto di aggiungere ricercatezza e sportività all’elenco delle caratteristiche del SH.
Il compito è poi toccato a Maurizio Carbonara che, sketch dopo sketch, è andando definendo il design del nuovo SH. Grande risalto è stato dato alla continuità stilistica tra parte anteriore e posteriore dello scooter, adottando linee morbide, ma ben tese. Di grande importanza sugli scooter, è l’aspetto anteriore del mezzo che, grazie allo spostamento del radiatore sulla fiancata del motore, è stato ridisegnato eliminando la griglia che consentiva l’afflusso d’aria per lasciare posto a due strisce verticali di luce che funzionano da luce di posizione, con ispirazione automobilistica.
Nella parte posteriore, invece, ora troviamo uno stop sdoppiato, sotto alla coda appuntita. Piccoli segni distintivi rendono ancora più unico il nuovo SH, particolari come il logo SH sul bulbo del fanale anteriore e quello sulla fiancata che non è più un semplice adesivo, ma un emblema tridimensionale incastonato nella parte anteriore dei fianchetti laterali.

Il nuovo SH punta sui consumi
Certo l’estetica influisce molto sulla scelta di un mezzo, ma l’attenzione ai consumi è ormai diventata imprescindibile per chi deve spostarsi quotidianamente, motivo per cui il nuovo motore del SH avrebbe dovuto garantire le stesse prestazioni del precedente, ma consumare decisamente di meno.
Un motore così in casa Honda già esisteva, visto infatti che proprio pochi mesi fa è stato lanciato il nuovo Honda PCX 150, subito venduto in migliaia di esemplari per il suo aspetto innovativo, certo, ma soprattutto per i consumi.
Il motore esp (enhanced smart power) mutuato dal PCX, infatti, garantisce 47,4 km/l per il 125 e 43,8 km/l per il 150 nel ciclo misto e, con una capacità di serbatoio di 7,5 litri, può arrivare a percorrere oltre 300 chilometri con un pieno, andando così a definire un nuovo riferimento di settore in termini di consumi.
L’adozione del motore esp, inoltre, ha comportato altri benefici: il cilindro disassato, ad esempio, che nello scorrimento non esercita pressioni sulle pareti laterali, consente una miglior funzionamento, mentre sempre in termini di risparmio, l’adozione del sistema Start & Stop, che entra in funzione dopo tre secondi che non si tocca la manopola del gas, consente di risparmiare tra il 5 ed il 7% in termini di consumi.

La seduzione dell’SH

Certo la nuova linea più curata ed originale ed il motore ancora più efficiente e dai minori consumi sono ottimi argomenti per convincere un possibile acquirente, ma per andare sul sicuro alla Honda hanno deciso di far sì che il loro scooter più richiesto fosse quello con la dotazione di serie più ricca e con un costo più basso della precedente versione.
Grazie ad un nuovo disegno del rinforzo del telaio, l’SH dispone ora di un vano sottosella capace di ospitare un casco integrale e riduce di un chilo il peso in ordine di marcia (ossia con tutti i liquidi ed il pieno di benzina), portandolo a 135 chilogrammi.
Ci sono poi tre vere e proprie chicche che bisogna sapere sull’Honda SH: la prima è che lo scooter, disponibile in nero, bianco, grigio e rosso, ha di serie parabrezza e para mani infrangibili e bauletto.
Seconda grande chicca è che, per la prima volta su uno scooter, si trova un sistema ABS a due canali di serie che, oltretutto, non influisce sul costo complessivo del mezzo che, terza chicca, è di 3.050 € f.c per Honda 125i ABS e 3.200 € f.c. per Honda SH 150i ABS, ossia circa 300 € in meno del precedente modello.

Honda SH Vs. Il traffico di Roma
In attesa che il nuovo SH arrivi nelle concessionarie, agli inizi di ottobre, abbiamo potuto dare un primo assaggio al campione di vendite della Honda, utilizzandolo appunto nel suo habitat naturale: il traffico del centro di Roma.
Premendo il tasto di avviamento dello scooter, non si avverte il tradizionale rumore del motorino elettrico che sferraglia per dare la scintilla, ma semplicemente il motore comincia a girare, grazie al nuovo dispositivo di accensione che utilizza l’alternatore elettronico invece del tradizionale motorino.
Buono spazio per le gambe anche per i più alti ed una sella posta a 799 mm d’altezza da terra, unitamente al peso ridotto, lo rendono sempre maneggevole, tanto da fermo, quanto in movimento, dove è capace di fare scarti anche all’ultimo momento e di procedere sinuoso nello “svicolio” del traffico più congestionato.
La nostra Capitale, tristemente nota per le condizioni del manto stradale per niente facili, presenta una prova impegnativa per il reparto sospensioni dell’SH: le due molle posteriori, regolabili in 5 posizioni, consentono di scegliere l’assetto migliore, anche se, in mancanza di un asfalto più che liscio, si potrà scegliere solo tra la prima e la seconda posizione, quelle più morbide, le uniche adatte a tratti sconnessi.
L’impianto frenante risponde molto bene e l’ABS, preferito al C-Abs per motivi di spazio, peso, costo ed adeguatezza, risulta essere ben proporzionato alla potenza ed alle prestazioni dello scooter.
Parlando di prestazioni, appunto, l’SH mantiene uno spirito aggressivo e parte veloce ai semafori, anche lasciando lo Start & Stop attivo: appena si gira la manopola il motore si ridesta e si sta già scattando. Una volta in marcia la progressione è costante fino ai 110 km/h quando rallenta la sua corsa, fino ad arrivare all’ingresso del limitatore, poco sopra i 120 km/h di tachimetro.
Dopo una mezza giornata passata a scorazzare per la città, con continue fermate e ripartenze, tratti extraurbani con il gas sempre aperto ed, insomma, utilizzandolo nelle condizioni più “dispendiose” possibili, abbiamo visto la lancetta del carburante scendere di appena una tacchetta, facendoci pronosticare un consumo medio assolutamente in linea con quanto dichiarato dalla casa.
Sempre in tema di pronostici ci sembra difficile ipotizzare che il nuovo SH non confermi il suo titolo di campione di vendite, vista soprattutto la ricca dotazione di serie ed il prezzo che è stato contenuto al massimo senza rinunciare alla qualità ed unicità che hanno sempre contraddistinto questo ormai quasi trentenne.

Abbigliamento usato nel test:
Casco: Shark Speed-R
Giacca: Alpinestars Radon Air
Guanti: Alpinestars SMX Prowler Air

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