Honda è senza dubbio una delle principali case motociclistiche del mondo. L’elenco dei modelli che hanno segnato la storia è lungo e, spesso, singoli modelli hanno avuto la capacità di dare nuovo impulso al mercato o creare veri e propri segmenti nuovi. Tra questi nella storia recente merita senza dubbio una menzione speciale la Honda Transalp.
A suo tempo l’uscita di scena di questa vera e propria icona non è stata particolarmente “sentita”, anzi, la Transalp è semplicemente stata tolta dal listino senza tanti complimenti e per chi, come noi, ha vissuto l’esordio della Transalp e la sua evoluzione, oltre che il suo strepitoso successo commerciale (per anni è stata la moto più venduta in Italia, che per un certo periodo l’ha anche prodotta nello stabilimento di Atessa) vederla scomparire in questo modo ci è dispiaciuto. Per altro, siamo sicuri che se la Honda avesse proposto un modello “fine serie” con grafiche e accessori dedicati ne avrebbero venduti ancora un buon numero, come dimostra l’ottima valutazione dell’usato ancora oggi ricercatissimo.
Sì, perché rispetto alla prima versione del 1986 per anni ci sono state solo evoluzioni più o meno significative, fino al modello del 2007 che invece ha modificato significativamente soprattutto la parte estetica.
Ma andiamo con ordine.
Correva l’anno 1986 e il mondo motociclistico era in pieno delirio “
dakariano“; la corsa nata nel 1979 dalla
genialità visionaria di
Thierry Sabine coinvolgeva tutti gli appassionati di motori e in particolar modo i motociclisti (la vera Dakar era quella che si correva in moto…): anche chi non avrebbe mai messo un tassello fuori dall’asfalto girava con moto da enduro… e forse proprio da questa constatazione è nata l’idea di una enduro-stradale. Non mancarono come sempre i “motoscettici”, che vedevano nella
Transalp un ibrido che non andava bene né in strada né fuori, ma si sbagliavano di grosso come testimoniò l’immediato successo commerciale.
L’aspetto più propriamente off-road della Transalp originale si rifletteva nella posizione di guida, il serbatoio abbondante, la carenatura in stile rally-marathon e la ruota anteriore da 21″. Per il resto la Transalp era effettivamente una moto molto più votata all’asfalto, a cominciare dal bicilindrico a V da 583 cc derivato dalla VT500 con tre valvole per cilindro e doppia candela, una unità che difficilmente si trova su una moto da fuoristrada, ma in grado di garantire un’affidabilità proverbiale, come dimostrano i tanti che scelsero proprio questo modello per affrontare viaggi intorno al mondo. 55 cv a 8000 giri e 53 Nm di coppia a 6000, telaio a doppia culla e freno a disco singolo anteriore da 276 mm e tamburo dietro per un peso dichiarato di 175 kg a secco.
Nel 1991 arriva sul mercato la seconda edizione: sospensione posteriore maggiorata, parabrezza più ampio per favorire l’uso turistico, motore rivisto in alcuni dettagli per ridurre il consumo eccessivo di olio (uno dei pochi problemi della prima Transalp) e soprattutto l’arrivo del freno a disco posteriore.
E’ del 1994 il primo restiling estetico: il cupolino ha ora una linea più filante, vengono introdotte nuove colorazioni ma la sostanza è sempre la stessa. Per cercare di ridurre i consumi viene sostituita la gomma posteriore, che passa da 130/80 a 120/90, (cosa non apprezzata da tutti) mentre il motore guadagna una nuova centralina che riduce le emissioni ma diminuisce anche la potenza a disposizione che scende a 53 cv.
La versione del 1997 non viene più prodotta in Giappone ma in Italia, nello stabilimento di Atessa. Questa edizione della Transalp è facilmente riconoscibile per il doppio disco anteriore mentre non ci sono altre modifiche degne di nota.
Dopo 14 anni in vetta alle classifiche di vendita arriva il momento per un cambiamento più sostanzioso. La Transalp m.y. 2000 cambia aspetto grazie a una linea molto più filante, la carenatura cambia aspetto a partire dal faro, le fiancate hanno aperture maggiori e non crea più un unico blocco con il paracoppa che diventa più piccolo. Cambia anche il motore, infatti arriva in dote il 650 che era montato sulla Africa Twin che garantisce 53 cv a 7.500 giri e una coppia di 56,2 Nm a 5.500. Il peso complessivo sale a 191 kg, la sella si abbassa leggermente ma di fatto è sempre la Transalp, e più o meno la stessa resterà fino al 2007.
Sono passati vent’anni dalla presentazione della prima Transalp, Honda presenta sul mercato il nuovo modello, ma il m.y.
2007 stravolge di fatto la mitica Transalp che, pur mantenendo la “filosofia” delle origini viene di fatto rivoluzionata e, parere personale, banalizzata (
qui trovate la prova dell’epoca).
Esteticamente colpisce il faro rotondo, la carenatura ridotta a poco più che fiancatine e il paracoppa sagomato che
mantiene poco della funzionalità originale… eppure anche questa versione piace. Sparisce la ruota anteriore da 21″ a favore di un più stradale 19″, si abbassa l’assetto, il motore è il
680 cc a quattro valvole derivato dalla Deuville con iniezione elettronica mentre il peso cresce a 201 kg anche per l’arrivo dell’
abs. Gli amanti della Transalp non approvano, ma il mercato sì, e anche la
Transalp XL700V conquista i vertici delle classifiche di vendita.
Almeno fino al 2013, anno in cui non compare nello stand Honda di Eicma, e senza enfasi né gratitudine viene tolta dal listino. Un best seller che è stato anche un long seller, un modello che ha di fatto creato un segmento di mercato che non c’era dopo 26 anni di gloriosa carriera viene pensionato per lasciare spazio ai moderni Crosstourer o simili…
La Transalp ha segnato una svolta, un’epoca, ma la sua fortuna commerciale è senza dubbio legata al mix di praticità, affidabilità e divertimento che è un tratto distintivo di Honda. Se ha questo si unisce l’immagina da giramondo inarrestabile che l’ha accompagnata fin dal suo esordio si può facilmente capire il successo che le è stato attribuito, come dimostrano ancora oggi le quotazioni dell’usato e le numerose pagine di appassionati dedicate a questo modelli, a partire dalla community
www.transalp.it.