Honda Vision 110: long test ride del nuovo scooter Honda

Honda Vision: soluzione orientale per mercato occidentale
Se negli ultimi anni ci siamo abituati al concetto di globalizzazione, trovando gli stessi prodotti in ogni angolo del pianeta, in certe categorie merceologiche questa condivisione di prodotti ancora stenta a decollare.
Chiunque abbia fatto un viaggio nel sud est asiatico, se non proprio nell’estremo oriente, avrà notato che spesso si vedono circolare in strada modelli di auto o scooter che da noi non hanno mai visto la luce. Forse i più attenti avranno anche notato che il mercato europeo e quello asiatico differiscono radicalmente sia per cilindrate che per finiture dei mezzi.
La velocità estrema, le soluzioni tecniche più avanzate e la costante ricerca delle performance sono caratteristiche molto apprezzate in Europa, mentre in Asia, vuoi per regolamentazioni più severe, vuoi per una minore “cultura del motore”, come direbbero in Romagna, si guarda più alla sostanza e soprattutto al portafoglio.
Ma in taluni casi, non sarebbe possibile, se non addirittura auspicabile, unire le due diverse filosofie per avere uno scooter, ad esempio, che risulti efficiente nel suo utilizzo quotidiano, ma con costi di gestione più bassi?
La risposta di Honda, ovviamente, è affermativa e, nello specifico, si chiama Vision.
Honda Vision è uno scooter inizialmente pensato per il mercato asiatico, come testimonia la cilindrata da 110 cc, venduto in milioni di esemplari, con un successo impressionante; successo dovuto al suo costo contenuto, sia all’atto dell’acquisto che in termini di manutenzione, ed al fatto che risulti comunque un prodotto degno della fama di Honda per quanto riguarda tecnologia utilizzata e rifinitura complessiva del mezzo.
Questo connubio tra basso costo e buona qualità è dovuto al fatto che il Vision viene prodotto negli stabilimenti Honda situati in Cina, quindi avvalendosi di costi di produzione nettamente più bassi, ma, come tutti i centri di produzione Honda nel mondo, rispettando le severe specifiche costruttive della casa nipponica, valide tanto sul suolo giapponese, quanto in qualsiasi altro stabilimento sul globo.
A questo punto, abituati a sentirci spacciare costi esorbitanti per contenuti, risulterebbe spontaneo chiedersi: “Sì, costo contenuto, ma quanto?”.
1.800 € f.c. è la risposta. Effettivamente non si tratta di qualche fine ragionamento da esperto di marketing che vuole convincerci che in fin dei conti, considerato l’allestimento, sia un costo basso… 1.800 € è davvero un costo molto basso per uno scooter nuovo e per giunta di marca.

Il Vision ha poco motore, ma tanta resa
Una volta saputo il prezzo, l’europeo ormai esperto di turlupinazione, penserà: “Ok, prezzo veramente basso, ma sicuramente ci dev’essere la fregatura… avranno usato un motoraccio inutile e mal strutturato”.
E invece, ancora una volta, non è così.
L’Honda Vision è mosso da un propulsore monocilindrico a quattro tempi made in Honda da 110 cc, di tipo OHC (con albero a camme in testa), due valvole e raffreddamento ad aria, capace di una potenza massima di 8,43 Cv a 8.000 giri ed una coppia massima di 8,7 Nm a 6.500 giri.
Testimonianza evidente che non stiamo parlando di un motore messo insieme alla meno peggio, ma anzi studiato con la massima attenzione, sta nel fatto che il Vision disponga dell’iniezione elettronica PGM-FI come gli altri scooter Honda, ottenendo il record di essere l’unico ad iniezione elettronica nella sua categoria.
L’adozione dell’iniezione elettronica non è solamente un esercizio di progettazione, né tantomeno un vezzo del marketing per fare maggior colpo, ma una soluzione efficace e sostanziale nella riduzione dei consumi.
Grazie infatti alla sua architettura, alla sua cilindrata e all’adozione dell’iniezione elettronica, l’Honda Vision è capace di stabilire un altro record molto interessante, ossia riuscire a far rientrare i consumi nella cifra sbalorditiva di 52 chilometri per litro, vale a dire che, riempiendo il serbatoio da 5,5 litri e mantenendo una velocità costante di 60 km/h, il Vision si fermerà dal benzinaio una volta ogni 300 chilometri, vale ancora a dire che, se usato in città per lo spostamento casa-ufficio-casa, il vostro benzinaio si comincerà a preoccupare non vedendovi più di una volta a settimana.

Ciclistica semplice, ma efficace
Per garantire un’elevata maneggevolezza, indispensabile per gli spostamenti nelle città sempre più congestionate, il telaio doveva essere estremamente rigido e compatto, motivo per cui si è optato per un telaio a trave dorsale inferiore in tubi d’acciaio di elevato spessore.
Da un punto di vista delle sospensioni, invece, il Vision si avvale di una forcella idraulica telescopica e di un ammortizzatore posteriore capaci di coprire in modo eccellente le asperità dei terreni dissestati, forse addirittura meglio di quanto faccia il carinissimo Honda PCX, in effetti di livello generale superiore al Vision.
L’impianto frenante, infine, dispone di un disco anteriore da 220 mm con una pinza a tre pistoncini, mentre posteriormente troviamo un freno a tamburo da 130 mm. L’impianto frenante, però, come gli scooter Honda di media ed alta cilindrata, si avvale del sistema di frenata combinata, noto come CBS.
Il CBS, in buona sostanza, consente di utilizzare la sola leva di sinistra per utilizzare entrambi i dispositivi di frenata (anteriore e posteriore) combinati in un rapporto ottimale, riducendo così drasticamente lo spazio d’arresto del veicolo; mentre, se si utilizza la sola leva destra, si azionerà unicamente la pinza del freno anteriore.

Leggerezza, capacità di carico e dotazioni deluxe per il Vision 110
La propensione dell’Honda Vision all’ambiente urbano la si vede anche in altre caratteristiche.
Innanzitutto il suo peso di soli 102 chilogrammi in ordine di marcia (ossia con tutti i serbatoi liquidi pieni, pronto all’utilizzo) contribuisce a renderlo uno scooter agilissimo, pronto e scattante.
Ma in città è anche la capacità di carico che fa la differenza tra uno scooter ed un altro.
Anche in questo caso il Vision non teme paragoni con scooter ben più grandi e blasonati.
Nel sottosella, accessibile azionando la serratura su un lato, si può tranquillamente stipare un casco full-jet di qualsiasi dimensione o anche un casco integrale (nel caso degli integrali, però, dipende dalla taglia e dal modello), oltre a qualche altro oggetto sparso, senza contare i due comodi ganci portacasco nel sottosella che lasciano così il vano a disposizione per altri oggetti.
Se non bastasse, ci sono due capienti e fonde tasche nel controscudo, in cui riporre oggetti dall’uso frequente, oltre che del classico gancio a cui appendere uno zaino o una borsa.
Anche la pedana piatta contribuisce a garantire capacità di carico, fornendo un valido appoggio per oggetti fuori misura, senza il rischio che cadano a destra o sinistra al primo accenno di curva.
Che il Vision sia tutt’altro che spartano l’abbiamo ormai visto, ma se ancora non fosse sufficiente, si consideri anche la presenza di serie del doppio cavalletto, centrale e laterale, oltre che dello spoiler/portapacchi in acciaio su cui sarà anche possibile montare un bauletto posteriore.

Colori e accessori di Honda Vision 110
La gamma colori è anch’essa molto ricca, capace di soddisfare tanto i più giovani, quanto chi usa lo scooter per andare in ufficio e desidera un mezzo sobrio e poco appariscente. Potremo infatti trovare l’Honda Vision in nero, grigio, rosso, blu e bianco.
Al momento sono disponibili come accessori il parabrezza in policarbonato con paramani, il telo copriscooter, il lucchetto ad U ed il coprigambe, mentre sono in imminente arrivo il bauletto da 26 litri con borsa interna e l’antifurto.
Ovviamente per poter vedere con i propri occhi e toccare con mano quanto fin qui previsto, Honda ha previsto una presentazione in grande stile, che avverrà i giorni di venerdì e sabato 9 e 10 settembre, presso le concessionarie dell’Ala.

A spasso con il Vision: come va su strada
Davanti alla sede della Honda a Roma ci aspettano schierati una decina di Honda Vision di tutti i colori, pronti per essere messi alla prova da un gruppo di accaldati ed un po’ scettici giornalisti.
Ne puntiamo uno e ci scendiamo subito sopra. Si, perché la sella posta a 755 mm da terra, per un tester di quasi due metri, significa che ci si debba scendere e non salire sopra, cosa che, se da un lato ci fa pensare che chiunque riesca a toccare con grandissimo agio, ci preoccupa un po’ per lo spazio dedicato alle gambe, una volta in moto.
Sella bassa e peso contenutissimo fanno sì che il Vision lo si manovri da fermo quasi come una bicicletta, anche ad opera di ragazzine magroline e poco avvezze alla fatica fisica.
Mettiamo in moto, diamo un po’ di gas e ci ritroviamo nel traffico romano, subito piacevolmente colpiti da due considerazioni: innanzitutto le gambe entrano tranquillamente nello spazio dietro al controscudo senza toccarlo e senza dover ricorrere a contorsionismi e, secondo poi, grazie all’interasse di 1.255 mm e all’avancorsa di 83 mm, ci troviamo sul mezzo più manovrabile e maneggevole tra tutti quelli che si districano nel fiume di macchine in fila al semaforo.
Certo, rimane la perplessità sulla cilindrata: 110 cc andranno forse bene per il traffico di Taipei, ma a Roma, dove al verde si assiste ad una specie di partenza del motomondiale, temiamo di fare da boa in mezzo ad una masnada di scooter che ci passeranno anche tra le orecchie.
Di fianco a noi, in prima fila, c’è un nuovissimo SH 125 e ci chiediamo quindi quanto saremo più lenti del fratello maggiore del Vision. Allo scattare del verde altra sorpresa: grazie al suo peso molto contenuto riusciamo ad avere la stessa accelerazione da fermi dell’SH, smentendo di fatto la nostra paura di rimanere quasi immobili in una corrente di scooter scalpitanti.
La velocità massima non è ovviamente tra le più elevate e varia molto a seconda del peso del conducente, arrivando comunque a garantire sugli 80 km/h anche nel caso dei conducenti più voluminosi.
Ruotando la manopola si arriva facilmente a toccare quasi la velocità massima, oltretutto con un’ottima sensazione di stabilità, tanto sul dritto che sulle curve.
Certo, la ripresa non è fra le sue doti maggiori, il motore da 110 cc, quando si chiude il gas e si diminuisce la velocità, ci mette un pochino per ritornare al massimo regime, ma d’altro canto è più che normale per un motore così contenuto.
Un’altra graditissima sorpresa, come accennato precedentemente, ce la riservano le sospensioni: si sa che il manto stradale della Capitale è tra i più dissestati d’Italia, eppure il Vision riesce a coprire bene le asperità ed anche sugli odiosi sanpietrini non si avverte il terribile effetto centrifuga con conseguenti botte al fondoschiena e colonna vertebrale.
Anche i freni sono convincenti. Per chi lamenterebbe la presenza del disco posteriore a tamburo, diciamo che bisogna provarlo per scoprire che invece funziona egregiamente. Utilizzando il CBS, anche agendo delicatamente sulle leve, per quanto con freno a tamburo, le frenate avvengono sempre in spazi molto ridotti, mentre se si agisce energicamente, la frenata sarà ancora più incisiva senza mai rischiare di incorrere in bloccaggi della ruota o in una scomposizione dell’assetto.
In definitiva l’Honda Vision è un mezzo perfetto per gli spostamenti metropolitani, adatto soprattutto a chi cerchi un mezzo leggero e facile, a chi magari ha un fisico minuto e non ha intenzione di sudare sette camicie solo per mettere il cavalletto, oltre che estremamente economico, segno che il mercato asiatico, per il quale è stato progettato, non è poi così differente dal viziato e blasonato mercato europeo.

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