Kymco MyRoad 700i: prova su strada

Il Kymco MyRoad 700i è l’ammiraglia della casa coreana, la dimostrazione che alla base dei successi di vendita di questi anni non c’è solo la variabile prezzo.
Tutto nasce dal motore, realizzato da Kymco diversi anni prima della presentazione del Kymco MyRoad: un bicilindrico parallelo di 695 cc. raffredato a liquido con quattro valvole per cilindro, capace di 58,8 CV (43,25 kW) a 7.250 giri/min e 62,72 Nm a 6000 giri/min. Al momento della presentazione è lo scooter più potente sul mercato, superato successivamente solo dall’Aprilia 850 SRV e affiancato dai due scooter BMW che vantano cavallerie appena superiori. E gli altri numeri del MyRoad non sono meno importanti: 2.309 mm di lunghezza per ben 281 kg a secco di peso. Le ruote sono da 15″ all’anteriore e 14″ dietro, su cui agiscono tre dischi (280 mm davanti, 240 al posteriore) gestiti dall’Abs Bosch mentre le sospensioni, di chiara derivazione motociclistica (forcella telescopica idraulica Ø 41 mm doppia piastra – monobraccio oscillante con doppio ammortizzatore), sono regolabili elettronicamente su 3 differenti posizioni. 
La sella è posta a soli 780 mm da terra e il vano sottostante consente di ospitare due caschi integrali più altri oggetti. Un altro piccolo vano è presente nella parte anteriore della sella e uno nel retro scudo, dove è presente anche il gancio porta borse.
Altro numero molto interessante il prezzo: 8.200 euro franco concessionario. Non è poco, ma molto interessante in confronto sia con la ricchezza delle dotazioni del MyRoad sia rispetto a quanto proposto dalla concorrenza, visto che ci vogliono 11.300 euro per il BMW C 600 Sport, 10.970 per l’Aprilia SRV 850 Abs, 9.990 per il Suzuki Burgman 650 (senza Abs) e 11.290 per il Yamaha T-Max 530 Abs.
 
Kymco MyRoad 700i, prova su strada
Con in mente i numeri estrapolati dalla scheda tecnica e, soprattutto, i 281 kg di peso dichiarati, andiamo con un po’ di punti interrogativi a ritirare questo maxy scooter. Prima di tutto dobbiamo ringraziare Simone e i ragazzi di Futurbike, che risolvono rapidamente un problema dovuto al trasporto e ci permettono di partire subito per la nostra prova… a bordo del MyRoad studiamo il cruscotto e i comandi, mentre ci accorgiamo subito che la sella oltre che comoda è a un’altezza da terra che agevola gli spostamenti. Start, acceleratore, e il MyRoad parte con un suono inatteso. E’ anche più “ruvido” e rigido, ci aspettavamo una poltrona su due ruote, invece il maxy Kymco ci tiene fin da subito a farci sapere che la sua anima è un’altra. La posizione in sella è seduta, comoda, scudo e parabrezza sono piuttosto vicini ma lo spazio per le gambe è più che abbondante e si viaggia decisamente comodi. 
I primi chilometri in città sono sufficienti per capire che l’agilità del MyRoad e la larghezza non eccessiva consentono di districarsi nel traffico meglio del previsto. Sia chiaro, le dimensioni ci sono tutte e soprattutto la lunghezza crea qualche problema, ma tutto sommato sembra di guidare uno scooter più piccolo di quello che dicono i numeri. Il baricentro basso aiuta a non sentire il peso appena si è in movimento mentre la buona tenuta della forcella nelle frenate evita trasferimenti di carico che sarebbero complicati da gestire in mezzo alle auto. L’assetto generale del MyRoad è piuttosto rigido, anche posizionando le sospensioni elettroniche in modalità soft sul pavé si “rimbalza” e si soffre, anche perché non è facile andar piano…
Prese le misure il maxy Kymco permette comunque di muoversi in città nel consueto casa-lavoro senza apprensione, anzi, la grande disponibilità di spazio sotto sella e il gancio nel retro scudo permettono di andare anche a fare la spesa; peccato solo che il vano sia ampio ma conformato i maniera tale per cui non si riesce a infilare la classica valigetta da ufficio. A bordo del My Road ci si muove comodi e sicuri, grazie anche a un impianto frenante correttamente dimensionato e un Abs che consente di pinzare con decisione anche in caso di pioggia. 
Usciti dalla città il MyRoad dimostra tutto il suo animo sportivo e cruiser: in un attimo si raggiungono i 150 km/h, talmente in fretta e comodamente che in fondo è un bene che si accenda la spia “speed” quando si raggiunge la velocità oltre codice. Nei trasferimenti extraurbani si viaggia con poco disturbo e qualche vibrazione a livello di pedana, ma niente di fastidioso. Proprio in queste situazioni si capisce l’origine del nome… è facile sentirsi i “padroni della strada”.
Un altro aspetto secondo noi importante per chi sceglie un mezzo che, in buona sostanza, può sotituire una city car è la protezione dalla pioggia: scudo e parabrezza svolgono un lavoro egregio e a meno di precipitazioni monsoniche o di percorsi cittadini (quando si è fermi ci si bagna, non ci sono alternative) è sufficiente una buona giacca per proteggersi.
Sul versante consumi diventa fondamentale il tipo di percorso e, soprattutto, l’uso del mezzo ma in ogni caso è facile superare i 220 chilometri con un pieno.
Ottima infine l’ospitalità del passeggero, che puo contare su una sella poco più alta di quella del pilota, comoda e ben imbottita oltre a pedane ampie e comode… pedane che però sporgono parecchio dalla sagoma, quindi attenzione quando si viaggia nel traffico.
Se l’indole sportiva si evince dalle prestazioni di motore e ciclistica, dove anche nei curvoni veloci con le sospensioni in modalità “hard” si viaggia come sui binari, il lato turistico si apprezza in numerosi dettagli: oltre alla già citata comodità e protezione per pilota e passeggero si aggiunge un comodo cavalletto centrale, il freno di stazionamento, vani porta oggetti facilmente raggiungibili, presa accendisigari, per finire con il tappo serbatoio posizionato in alto nel retro scudo, raggiungibile facilmente anche a pieno carico.
In definitiva il MyRoad, che abbiamo avuto la possibilità di provare davvero a lungo e in tutte le possibili condizioni, è un mezzo completo e in grado di accompagnarci 365 giorni all’anno. 
Volendo migliorare ulteriormente si potrebbero aggiungere manopole riscaldate, parabrezza regolabile e un supporto per smartphone o navigatore… ma questi sono dettagli.
 
Abbigliamento utilizzato per il test:
Giacca: Tucano Urbano Mod
Guanti: Tucano Urbano Calamaro
Casco: Tucano Urbano El’met
Stivali: Stylmartin Delta

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