Quella che adesso può sembrare a tutti una Café Racer un po’ troppo antiquata fu in realtà una vera rivoluzione per la casa di Tokyo, che nei primi anni ’60 introdusse questa bicilindrica da 301cc dal fare sportivo. Sembra quasi uno scherzo, ma quando la Casa dell’Ala sviluppò questa moto prese le soluzioni tecniche usate nel motomondiale per creare una sportiva adatta a tutti. Il Bicilindrico in linea da 305cc infatti, era il più grande tra i listini Honda, e la CB77 Super Hawk dichiarava 28CV a 9.000 giri ed una velocità massima di quasi 170Km/h.
Inutile dire quanto a quei tempi, in cui le case costruttrici inglesi producevano le moto più veloci e potenti, la CB77 rappresentò la svolta sotto numerosi punti di vista. Ciò che colpì di questa moto, oltre al design che ancora oggi possiamo apprezzare, fu la sua affidabilità, cosa che invece le moto inglesi non avevano. Da qui Honda cominciò ad avere fama di grande costruttore di moto rapide, affidabili ed all’avanguardia. Infatti se adesso si cercano i 200CV all ruota, cinquanrt’anni fa l’avviamento elettrico della Super Hawk aveva stupito un po’ tutti. è, oltretutto, la moto guidata da Robert Pirsig ne “Lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta”