Ecco perché la recente decisione di proibire la Pike’s Peak a moto supersportive è sembrata fuori luogo. Si tratta, comunque, di una vecchia regola rispolverata per l’edizione 2016, che di fatto impedisce a tutte le moto che hanno un manubrio in più parti di gareggiare. Un motivo, purtroppo, c’è: nelle ultime edizioni due piloti hanno perso la vita, mentre tentavano il Time Attack sulle loro medie carenate. Purtroppo, e chi organizza queste competizioni dovrebbe saperlo, il successo di eventi come questo sono alimentati in primis dal sangue, dalla leggenda.
È sempre stato così, e lo è anche per gare come la Dakar o il TT dell’Isola di Man. Chi corre in queste competizioni oltre il limite lo fa perché ha un rapporto particolare con la vita, altrimenti non lo farebbe. I piloti, in realtà, sono un po’ tutti così. E considerando che naked e crossover ormai superano abbondantemente i 150CV, proibire le moto da corsa sembra un po’ un pro forma.