La Pike’s Peak dice addio alle supersportive

Ducati, quest’anno, ha presentato una nuova versione della Multistrada -no, non la Enduro-, che è forse passata un po’in sordina ad EICMA per via di novità più consistenti come la X Diavel o la 959 Panigale. La Ducati Multistrada Pike’s Peak Edition era molto attesa dagli appassionati, almeno coloro che conoscono la più famosa al mondo tra le gare in salita. Il motivo per cui la Casa di Borgo Panigale ha scelto di produrre una Multistrada più sportiva (niente cupolino, scarico Termignoni ecc.) è che la crossover Ducati ha dominato durante l’ultima edizione della Pike’s Peak.

Ecco perché la recente decisione di proibire la Pike’s Peak a moto supersportive è sembrata fuori luogo. Si tratta, comunque, di una vecchia regola rispolverata per l’edizione 2016, che di fatto impedisce a tutte le moto che hanno un manubrio in più parti di gareggiare. Un motivo, purtroppo, c’è: nelle ultime edizioni due piloti hanno perso la vita, mentre tentavano il Time Attack sulle loro medie carenate. Purtroppo, e chi organizza queste competizioni dovrebbe saperlo, il successo di eventi come questo sono alimentati in primis dal sangue, dalla leggenda.

È sempre stato così, e lo è anche per gare come la Dakar o il TT dell’Isola di Man. Chi corre in queste competizioni oltre il limite lo fa perché ha un rapporto particolare con la vita, altrimenti non lo farebbe. I piloti, in realtà, sono un po’ tutti così. E considerando che naked e crossover ormai superano abbondantemente i 150CV, proibire le moto da corsa sembra un po’ un pro forma.  

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