Jorge Lorenzo ha firmato il giro record a Misano, nelle FP2 del venerdì pomeriggio, con delle ali aerodinamiche simili a quelle installate anche da Gigi dall’Igna sulle Ducati GP15 dei due Andrea. Le ali aerodinamiche sulle moto non sono nate nel 2015, hanno invece una lunga storia che però si dimostra piuttosto contraddittoria, in quanto venivano spesso abbandonate perché troppo difficili da sviluppare.
A cosa servono le ali?
L’alettone, spoiler se vi piace l’inglese, serve a fendere l’aria ed a schiacciare l’automobile al terreno, aumentando significativamente la tenuta di strada a discapito della velocità massima. Ciò che ha reso sempre molto difficile progettare delle ali aerodinamiche da posizionare sulla moto è che, a differenza delle auto, le due ruote variano continuamente i loro angoli di inclinazione. In questo modo l’aria sposta la propria spinta verso direzioni opposte.
Tuttavia, immaginate quanto possa essere utile una forte spinta in fase di frenata: le ali leggermente inclinate verso il basso aumentano d’inclinazione con la staccata poiché la forcella va in compressione, incidendo consistentemente sulla resistenza aerodinamica. In fase di accelerazione invece, dovrebbero aiutare a mantenere una maggiore stabilità dell’avantreno, spinto verso terra. Il problema, appunto, sono le curve.
Chi ha messo le ali?
Lorenzo ha provato, in occasione del Gran Premio di Misano, questa soluzione adottata da
Gigi dall’Igna sulla Ducati GP15 già da inizio anno. Ma nel caso di Ducati, le ali aerodinamiche sono state ereditate dalla Desmosedici di
Filippo Preziosi, che le aveva fatte testare a Casey Stoner nel 2009 ed a Valentino Rossi nel 2011, senza trovare mai i benefici sperati. C’è da dire però che un riposizionamento, seppur minimo, può influire in maniera determinante sull’effetto sortito da queste ali aerodinamiche.
Ma se volessimo guardare un po’ più indietro, ci ricorderemmo di un certo Max Biaggi in Yamaha con la YZR 500 (foto nella gallery), e di un certo Giacomo Agostini, a cui non piacquero per niente e le scartò subito. Interessante poi che, sulla Kawasaki Ninja H2R, ci siano sia in “zona GP15” che al posto degli specchietti: in questo caso, probabilmente, è stata una soluzione necessaria per evitare il decollo della Ninja, che con 300CV viaggerebbe sempre su di una ruota.
In definitiva, le ali servono a non far decollare la moto!