La nascita della Malaguti risale al 1930, quando a Bologna il fondatore Antonino Malaguti decise di aprire una propria officina per la riparazione e rivendita di biciclette. In seguito alla Seconda Guerra Mondiale queste vennero evolute in bicimotori, mezzi costruiti con telaio di derivazione ciclistica e dotati di motore ausiliario Mosquito. I primi ciclomotori, invece, furono gli Express ed Express Sport di fine anni ’50, che anticiparono di fatto la produzione degli anni ’60 incentrata principalmente sui cinquantini.
Il 50 Gransport, esportato in Francia con il nome di 50 Olympique, e il 50 Roncobilaccio, il primo ciclomotore italiano da fuoristrada, furono i prodotti di punta della Malaguti per i 14enni dell’epoca, che poi si orientarono su uno dei modelli di maggior successo della casa italiana: il Fifty. Negli anni ’90, invece, la produzione venne spostata sugli scooter: qui inizia l’era della famiglia Phantom, venduta nelle sue varie declinazioni (F10, F12 e F15) per oltre 13 anni dal suo lancio sul mercato nel 1994.
Nel 2011, tuttavia, le difficoltà economiche costringono la Malaguti a chiudere i battenti a livello di produzione, tenendo attivo solamente il servizio di assistenza post-vendita per la fornitura dei ricambi. Fortunatamente nel 2018 il marchio bolognese è tornato nel mondo delle due ruote grazie ai fondi del gruppo austriaco KSR, con il quale ha stretto un’importante partnership che gli ha permesso di proporre sul mercato una gamma completa di modelli adatti a tutte le esigenze dei motociclisti.
Da sempre Malaguti è sinonimo di sportività, una caratteristica presente su tutti i modelli fin dall’inizio della loro produzione nel secondo dopoguerra. Con l’arrivo del Fifty negli anni ’70, inoltre, l’azienda bolognese ha anche introdotto un’altra particolarità dei propri prodotti: le dimensioni contenute e, quindi, la maneggevolezza e la facilità di guida.
Una dote rimasta con l’arrivo della successiva famiglia Phantom, che ha permesso a tanti giovani motociclisti di poter circolare con mezzi sportivamente accattivanti, agili nel comportamento e brillanti nelle prestazioni grazie ai propulsori marchiati Minarelli. Questa serie, inoltre, ha potuto fregiarsi anche di colorazioni speciali, che riproducevano quelle utilizzate in MotoGP dal reparto corse di Borgo Panigale per via della partnership stipulata tra Malaguti e Ducati.
Dopo la chiusura nel 2011 e il successivo ritorno nel 2018, l’intento dello storico brand italiano è quello di incontrare le esigenze di tutti i motociclisti con sei modelli ben distinti tra di loro, ma accomunati da quella stessa indole sportiva che è sempre stata presente nel DNA del marchio fin dalla sua nascita.
Malaguti ha ottenuto il proprio successo commerciale grazie alla produzione di scooter sportivi rimasti impressi nella tradizione italiana delle due ruote. Tra questi il famoso Fifty degli anni ’80, chiamato anche “tubone” per essere costruito con telaio tubolare monotrave che veniva sfruttato come serbatoio di carburante. Ma anche la serie Phantom degli anni ’90 – 2000, che diventò presto un “must” tra gli adolescenti grazie ai modelli F10, F12 e F15.
Oggi, invece, il marchio bolognese propone sei modelli a listino: la sportiva RST125 dall’animo racing, la stradale Monte Pro 125 che propone un concetto di naked adatta all’utilizzo quotidiano, la supermotard XSM125 che condivide con l’endurina XTM125 lo stesso motore, la stessa ciclistica e lo stesso design, la Dune 125 per i piccoli e grandi viaggi sullo sterrato e lo storico Madison 300, maxi-scooter tuttofare riproposto dall’azienda italiana dopo il grande successo ottenuto con la prima versione degli anni 2000.