Moto Guzzi Griso 850 – Test Ride

Moto Guzzi Griso 850 – Test Ride. Mandello del Lario – Dove, se non in “quel ramo del Lago di Como”, poteva essere presentata la nuova Moto Guzzi Griso 850? A due passi dalla sede della storica casa italiana, ci ritroviamo ad osservare la gamma 2006, anche se i nostri occhi sono tutti per lei. La Griso segna infatti un nuovo passo nella storia dell’Aquila di Mandello. Nell’era delle naked snelle ed essenziali, lei si allontana dalla massa. Non che sia dotata di una carenatura invadente, anzi, ma “il” motore che ne definisce design e proporzioni è l’imponente bicilindrico a V di 90°, vero caposaldo della produzione Guzzi ritornato agli antichi splendori con le nuove Breva e Griso.
La cubatura ridotta ad 850cc, altro richiamo alla storia Moto Guzzi in occasione del suo 85mo compleanno, non ne affievolisce il fascino (e la mole) mantenendo intatto quell’animo tenebroso insito anche nel nome. Nemmeno la potenza risente troppo della cura dimagrante, con i suoi 76 cavalli contro gli 88 della sorellona 1.100. L’abbiamo provata, ricavandone un giudizio positivo, ma procediamo con ordine.
Ciclistica da naked super-sportiva Da un punto di vista ciclistico, la Moto Guzzi Griso propone un tubolare a doppia culla in acciaio ad alto limite di snervamento con una forcella Showa up-side down con steli da 43 mm ampiamente regolabile, sia nel precarico molla sia nell’idraulica, in compressione ed estensione. Il monobraccio a leveraggio progressivo agisce sul retrotreno insieme al monoammortizzatore, anch’esso completamente regolabile. Questo elemento non svolge solamente la funzione di sospensione, ma ingloba anche il cardano reattivo “CA.R.C.”, brevettato da Moto Guzzi.
La particolarità di questo originale sistema estremamente compatto è l’eliminazione dell’effetto di “sollevamento” (anti-shaft) causato normalmente dalle trasmissioni cardaniche. Inoltre, il cardano reattivo brevettato da Moto Guzzi, rispetto a sistemi analoghi, permette l’adozione di un forcellone monolitico, migliorando la rigidezza. L’asta di reazione infine è più sicura, perché non è portante.

Anche l’impianto frenante, Brembo serie oro, è al top della sua categoria: i due dischi anteriori flottanti, in acciaio inox da 320 mm, sono morsi da pinze a 4 pistoncini contrapposti, mentre il disco posteriore con pinza flottante lavora in simbiosi con una pinza a 2 pistoncini paralleli. Tocco di classe sono poi le tubazioni in treccia metallica in perfetto stile aeronautico, in grado di rendere ancora più accattivante al colpo d’occhio.
Su binari Quello che sorprende una volta in sella alla Griso 850 è la sensazione di sicurezza e di padronanza del mezzo. Nonostante il peso elevato – circa 245 kg in ordine di marcia – la Griso si lascia condurre con estrema docilità, complice una ciclistica raffinata ed un motore mansueto e progressivo. La potenza relativamente ridotta ben si adatta alla straordinaria motricità offerta dalla gomma posteriore da 180, garantendo un feeling immediato e consentendo di aprire il gas in uscita senza troppi riguardi. L’inserimento in curva è facilitato dalla buona leva del manubrio largo, protagonista della strana posizione di guida che contraddistingue la Griso: la postura aggressiva, con le pedane molto rialzate, risulta inusuale ma non scomoda. Una volta definita la traiettoria, poi, la Griso non necessita di alcuna correzione. La stabilità dell’avantreno, abbinata alla già apprezzata motricità, rende la guida estremamente appagante nonostante le prestazioni pure cedano il passo rispetto alle concorrenti nipponiche.
In compenso Moto Guzzi Griso ripaga con una linea che definire affascinante è poco: le due teste alettate dei cilindri, lo scarico singolo conico, una sagoma dominata dalla massa del propulsore, tutto in questa moto esprime cattiveria. Se si potesse, la definiremmo “arrabbiata”!
Quanto costa? Moto Guzzi Griso 850 sarà disponibile al prezzo di 10.990 euro, nelle colorazioni Rosso Corsa e Nero Guzzi, quindi 1.000 euro in meno rispetto alla Griso 1.100.

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