Moto Morini Granpasso – Test Ride

Moto Morini Granpasso – Test Ride. Ammirata, guardata con sospetto, amata o odiata: alla sua presentazione la Granpasso non ha lasciato indifferente nessuno e, sopratutto, ha creato una forte attesa attorno a sé. Gli appassionati delle “ruote alte” – il segmento, quello delle enduro stradali, in continua crescita di modelli – l’hanno attesa a lungo ma sarà una scoperta anche per altre tipologie di motociclisti che abbiano voglia di sperimentare una moto diversa, versatile e divertente. No, nessun giudizio partigiano, non ci siamo innamorati dell’”italianità” della Granpasso, semplicemente siamo rimasti particolarmente impressionati nel corso della nostra prova. L’occasione è stata una giornata di demo ride organizzata dal motoclub “Pompone” e dalla Casa per le strade della pedemontana trevigiana, con fulcro a Possagno, luogo dove nel 1757 è nato Antonio Canova. Diamo uno sguardo un po’ più attento a questa Granpasso: a prima vista sembra la classica enduro stradale, niente di più e niente di meno. Ruota da 19” davanti e 17” dietro, telaio Verlicchi a traliccio dal sapore italiano, sospensione anteriore Marzocchi e mono posteriore Ohlins, il tutto spinto da un bicilindrico Moto Morini a V di 87 gradi. Curata nei materiali e negli accoppiamenti delle plastiche, complessivamente si nota una qualità costruttiva di rilievo; la strumentazione è fatta per chi non la guarda, indicatori piccoli e non avrebbe guastato qualche riferimento in più. Ottimi e intuitivi i comandi, già visti su Aprilia e Moto Guzzi. Firma italiana anche per i freni Brembo con pompa radiale. Insomma, se le premesse sono la componentistica, questa Granpasso ha davanti a sé un gran futuro.

Prova su strada 875 mm da terra non sono pochi ma la rastrematura del serbatoio – seppur capiente – permette di stringere le cosce sui fianchi della moto e poggiare bene i piedi a terra. Il manubrio – della larghezza giusta per l’utilizzo stradale, non troppo né poco – è in posizione avanzata rispetto alle concorrenti di segmento anche se, ormai, l’idea stessa di segmento si allontana sempre di più, di pari passo con le caratteristiche proprie della Granpasso che la distinguono dalle classiche enduro stradali di grossa cubatura. Peraltro, la sella verso la porzione del passeggero punta verso l’alto, accentuando, quindi, il carattere sportiveggiante della posizione in cui viene coinvolto il guidatore. Bene, è ora di accendere il bicilindrico 1200: scopriamo un motore sufficientemente silenzioso, dal sound cupo e secco. Poche vibrazioni e anche questa è un’ottima sorpresa! Stacca nello spazio di pochi millimetri la frizione mentre l’acceleratore è ben modulabile nella sua corsa adeguatamente lunga da permettere di gestire l’erogazione al meglio, sia per un passeggio sereno come anche per “pelare il gas” uscendo da qualche curva allegra. Un motore che lascia a bocca aperta, sia per l’erogazione praticamente perfetta che per il tiro costante fino al limitatore; nessuno strappo, nessun buco, insomma, praticamente nessun difetto. Agilissimo nel prendere giri, si dimostra instancabile e pare non avere limiti, eccezion fatta per l’intervento dell’elettronica in prossimità della zona rossa che blocca in modo – per la verità – un po’ brusco. Tutta questa sostanza si traduce nell’impossibilità concreta di tenere la ruota anteriore attaccata a terra qualora si voglia spalancare nelle prime marce, complici peso e interasse. Ottimo anche il comportamento in curva; paga un po’ di inerzia in inserimento ma in percorrenza è una spada, presa la traiettoria non la molla. La reazione del posteriore sembra opposta a quella che ci si aspetta quando si spalanca il gas in uscita di curva, la Granpasso non trascina verso l’esterno della curva ma punta dritta verso la parte interna, probabilmente grazie al lavoro dell’Ohlins al posteriore. Forse non è la moto adatta per sterrati e guadi ma su tracciati misti crediamo siano davvero poche le rivali in quanto a capacità di divertire chi le conduce. Fra gli optional – per gli amanti del mototurismo – valigie rigide, paramani e manopole riscaldabili. Peccato che al momento non sia previsto l’ABS ma la frenata è talmente precisa e capace del necessario mordente che ci si rinuncia senza troppi rimpianti.

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