MotoGP 2018 al Mugello, Dritto dal Bar! con il Diario del Motoimbecille

La MotoGP al Mugello è sempre spettacolare per quelli che riescono a vederla. Perché non si dorme di notte, ma di giorno si: durante il warm up di domenica mattina vedi persone che si vomitano nella tenda, altre torna a casa prima delle gare (sul serio) e altre ancora si sveglieranno martedì pomeriggio.

Per il resto il clima è sempre pazzesco, ogni volta che sui maxischermi viene inquadrato Rossi si accendono dai sette ai trentacinque fumogeni e la gente si chiede chi siano i piloti scambiando Suzuki e Yamaha come un bimbo che confonde la destra con la sinistra. Ed è spettacolo anche questo.

Eccoci a Dritto dal Bar! insieme al Diario del Motoimbecille, per raccontarvi il GP d’Italia 2018 al Mugello senza pagelle, storielle e serietà.

La medaglia d’oro di oggi la diamo a Pirro anche se non ha fatto una mossa alla Crutchlow. Corre in una dozzina di campionati, ha la possibilità di fare un paio di Wildcard all’anno e Ducati nel dubbio (lo staremo mica viziando?) gli fa provare un nuovo impianto frenante.

Michele, che fino a quel momento stava andando anche forte, si è trovato senza freni a 350Km/h in fondo al rettilineo. Solo per un attimo però, perché poi la pinzata della disperazione lo ha catapultato nella ghiaia della San Donato facendosi poco o nulla. Altro che San Brembo.

Altro eroe della settimana è Marc Marquez. Ha preso fischi all’aeroporto, all’albergo, in taxi, in conferenza, ma soprattutto in pista. Qualcuno nel paddock gli ha disegnato la lapide (qualcuno che magari ha il 58 sul casco e la memoria di un peto) e lui dopo quattro giorni di fischi è andato a cercarsi l’applauso.

Lo ha fatto con cuore e amore per quel pubblico che invece lo ha sempre odiato. Dopo un paio di giri -sportellando Petrucci costretto ad una gara in rimonta- si stende dopo un sorpasso su Rossi che, a quanto pare, non era piaciuto moltissimo agli appassionati presenti. In quel momento Marquez è stato un po‘ il pallone lanciato da Fabio Grosso in Germania ai mondiali del 2006. Urla di gioia, abbracci, lacrime, applausi.

Sul podio lo spagnolo fa il segno del cerchio con le dita… hai guardato? Paghi!

Tanto che quando Jorge Lorenzo ha tagliato il traguardo per primo dal pubblico è arrivato un timido applauso, roba impossibile anche solo un paio d’anni fa. Jorge comunque sembra il marito che dopo anni di “non mi era mai successo” fa bella figura con la moglie e sull’orlo del divorzio le dice che non ci riusciva per la forma dei cuscini.

Ma si sa, il Martillo è così e un po’ ci piace anche per questo. E se le vincesse tutte fino a Valencia, ma senza titolo, sarebbe ancora più divertente per le facce al box Ducati. Lorenzo comunque dal 2019 dovrebbe essere alla guida di una terza Yamaha ufficiale.

Spettacolo vero poi Valentino Rossi, che stacca una pole facendo segnare 1’46.208. Roba che alla sua età dovrebbe essere vietata. Abbiamo un po’ di paura a scriverlo, perché qui è un attimo prendersi del rossista, canarino, giallino eccetera. Intanto però con un altro podio non solo è ancora una volta la prima Yamaha all’arrivo, è anche secondo in campionato. Certo, da qui a gridare al miracolo la strada è lunga. Ma se non lo avete visto, questo piccolo estratto del dopo gara vi lascerà contenti.

Dovizioso nel video ride poco però la cosa va bene, quando sei triste dopo aver chiuso secondo la direzione è giusta. Come in Austria, nel 2016, è arrivato dietro al compagno di squadra per aver sbagliato la gomma. Ma quella volta -a Borgo Panigale non vedevano la coppa dal 2008-  era un po’ più teso. Anche perché se Ducati dovesse uscirsene con un’altra doppietta in Spagna al GP di Catalunya il mondiale sarebbe davvero riaperto.

Per chiudere parliamo un po’ di Zarco, Vinales, Espargarò, Pedrosa, Miller e gli altri. Così può bastare? Gli ultimi due si sono stesi al sole del Mugello, gli altri stanno arrivando ora. Peccato, perché secondo noi Jack è il pilota più bello da vedere sulla moto, con quello stile classico ma arrogante e un po’ avvitato che ricorda il suo connazionale Mick Doohan. Miller però, in Honda HRC non ci è voluto andare: gli anni in Marc VDS lo hanno traumatizzato. Cosa successa anche con Rabat (che ora va forte) e speriamo che succeda anche con Morbidelli.

Dritto dal Bar! al Mugello 2018 finisce, vi aspettiamo con le vostre vignette e le idee (meno!) intelligenti sulla pagina ufficiale. Torniamo per il Montmelò!

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