Questo perché l’unico punto ad avergli veramente fatto gola dell’ingaggio in MotoGP era la possibilità di cucirsi la moto addosso, ovvero svilupparla secondo le sue preferenze. Sembra quindi assurdo che, dopo un anno di batoste, Marco avrebbe preso armi e bagagli e sarebbe tornato al paddock delle derivate di serie.
Anche perché Aprilia, che ha vinto 19 titoli solo nel motomondiale per un totale di 294 vittorie, il know-how per costruire una moto competitiva cel’ha e rinunciare sarebbe buttare l’occasione al vento. Non bisogna fasciarsi la testa prima del botto, Marco Melandri è un pilota di talento e magari, come Lorenzo, e di quelli che hanno bisogno di sbloccarsi per fare grandi cose.
Il manico c’è, senza dubbio, ma bisogna che il #33 lo tiri fuori. Poi, con l’arrivo dei pneumatici Michelin, le carte in tavola verranno rimescolate almeno un po’: allora sarà il momento di emergere per Aprilia, anche grazie allo sviluppo di moto ed elettronica che potrà continuare per tutto l’anno.