Mentre il circus della MotoGP è in viaggio verso l’Argentina per disputare la seconda prova iridata, arriva una bella notizia per Andrea Dovizioso e la Ducati: la Corte d’appello della Federazione internazionale ha deciso. confermare la vittoria del pilota i italiano nel GP del Qatar, respingendo, quindi, il ricorso presentato dagli avversari per la presunta irregolarità dell’ala impiegata a Losail.
I fatti sono ormai noti. A conclusione della gara d’esordio, due settimane fa, Aprilia, Ktm, Honda e Suzuki hanno fatto ricorso per la presenza di una pinna posta sotto la GP19 delle due Ducati ufficiali, pretendendo che questa appendice aerodinamica venisse impiegata solo in caso di pioggia. In un primo momento la direzione gara aveva stoppato il reclamo decidendo di confermare il risultato sportivo e così i quattro team hanno presentato ricorso ufficiale. L’atto che è stato discusso dalla Corte d’appello venerdì scorso davanti ai tre giudici: l’indiano Anand Sashidharan (col vuol di presedente presidente), lo svedese Lars Nilsson e il finlandese Sakari Vuorensola. In rappresentanza dei team c’erano Gigi Dall’Igna e Fabiano Sterlacchini (Ducati), Massimo Rivola (Aprilia), Alberto Puig (Honda), Davide Brivio (Suzuki) e Mike Leitner (Ktm). Dopo avere ascoltato le parti e analizzato la documentazione, i giudici hanno deciso di dare ragione alla Rossa di Borgo Panigale e al pilota di Forlì che si tengono così i primi 25 punti del mondiale. I team avranno ora cinque giorni di tempo per fare eventualmente ricorso al Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna.
Tutta la soddisfazione del team Ducati è espressa dalle parole dell’amministratore delegato, Claudio Domenicali, che tramite Twitter ha voluto dire la sua: “Ducati è orgogliosa del suo ingegno, dell’ingegneristica italiana e della sua capacità di innovare. Molte persone nelle ultime settimane hanno dichiarato che stavamo imbrogliando. Speriamo che ora facciano silenzio e cerchino di batterci in pista. I punti del Qatar sono confermati e il dispositivo può essere utilizzato nelle prossime gare. Ma è un peccato che per ottenere questo risultato abbiamo dovuto spendere il nostro tempo e denaro con gli avvocati e rivelare ai concorrenti la nostra ricerca sul raffreddamento dei pneumatici“.