MotoGP, Valentino Rossi VS Marc Marquez: chi ha ragione e perché

La stampa spagnola condanna duramente Valentino Rossi, il paddock si divide e le testate italiane tentano di soppesare le colpe. Difficile decidere di chi sia la responsabilità, forse troppo. Certo è che, alla fine, ne esce sconfitto il campionato mondiale più bello di sempre. Dopo sedici gare sul filo del rasoio, tiratissime, dove un pungo di punti sul rivale contano più di intere stagioni, quest’epilogo è disarmante.
 
Quello che rendeva così speciale questo campionato era la sfida, ad armi pari, tra i due contendenti: stessa moto, stesso Team, stesse enormi motivazioni. Da una parte la perfezione che non ammette i fuori programma, dall’altra l’esperienza e la velocità per cogliere ogni briciolo di vantaggio. Ci piaceva, tanto da farci svegliare alle sei della mattina per vedere le gare d’oltreoceano.

Ci piaceva anche il rispetto tra i due, a volte incomprensibile a chi non è abituato a questo sport. È per questo che ci è impossibile perdonare l’astuzia di Marc Marquez, la sua scelta. Legittima se vogliamo, ma nevrotica e spregiudicata nelle motivazioni. 


Come un bambino
, che si vede sottratte le attenzioni a causa di un fratello neonato, ha visto i giornalisti acclamare Rossi quando l’astro nascente era -ed è tuttora- lui.  Lui, che a 22 anni aveva già vinto quattro mondiali, non capiva. Non capiva come fosse possibile che il vecchio, a 36 anni, riuscisse ancora a mantenere l’attenzione su di sé, addirittura più lento in termini di velocità pura.    
 
Marc Marquez non era più oggetto delle attenzioni riservategli per una vita, l’occhio di bue inquadrava Valentino, intento a giocarsi il decimo mondiale ad anni 36, come direbbe Terruzzi. I pronostici non guardavano più a chi aveva vinto nel 2014 nei Gran Premi in arrivo, guardavano a quando avevano vinto  Rossi o Lorenzo.  
 
Valentino Rossi è caduto in un tranello, indipendentemente che si tratti di un fallo di reazione o di una simulazione da parte di Marc Marquez, perché alla fine il risultato sulla carta è implacabile: Rossi partirà dall’ultima fila a Valencia e avrà bisogno di un secondo posto se Lorenzo riesce a vincere. Ha sbagliato Valentino, e se potesse tornare indietro di certo stringerebbe i denti cercando di resistere fino alla bandiera a scacchi. Rossi che vede Marquez è stato il toro che vede rosso, e lo spagnolo è stato pronto a prendersi la sua rivincita. 
 
Il punto è che Rossi è stato ingenuo ed ha sbagliato, Marquez invece ha giocato d’astuzia ed è rimasto -oggettivamente- nel giusto. Moralmente però, la ragione è dell’italiano. Una questione di rispetto, di regole non scritte se non in Moto3, rende giustizia ad un Valentino Rossi battuto sul piano mentale. 
 
Un paragone facile è questo: una signora anziana ruba al supermercato, perché con la pensione arriva a stento a comprarsi da mangiare. Il vigile la vede, la ferma, e le fa scontare la pena prevista. Chi ha ragione?
 
In tutto questo, la Yamaha ne esce particolarmente male: tutti gli sforzi per mantenere armonia nel team, dando gli stessi mezzi ad entrambi i piloti, sono stati vanificati dal pupillo della Honda. Dicasi casa avversaria per definizione. Per questo, forse, la Casa dei Tre Diapason potrà ribaltare la sorte di un mondiale che sembra, purtroppo, già deciso. 

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