Ci aveva provato Ducati due anni fa con la Scrambler Desert X, ma è con MV Agusta che la mitica Cagiva Elefant, vincitrice in due occasioni alla Parigi-Dakar, tornerà ufficialmente alla ribalta: l’occasione è quella del cosiddetto “Lucky Explorer Project“, che porterà presto sul mercato due modelli da enduro capaci di evocare negli appassionati la nostalgia per le grandi corse nel deserto degli anni ’80. Al fianco della top di gamma 9.5, la Casa di Schiranna renderà disponibile anche la più piccola 5.5 su base Benelli TRK 502, che ben rappresenta lo spirito dell’originale Cagiva Elefant di una volta.
Sviluppata in collaborazione con il partner cinese QJ, la Lucky Explorer 5.5 viene identificata come una “adventure” dalla media cilindrata ma con l’aspetto da moto di classe superiore: esteticamente propone un frontale molto evocativo con doppio proiettore semicircolare a tecnologia DRL e cupolino nero, che ben si sposano con le stesse grafiche dell’azienda di tabacchi sulle carene laterali presenti sulla sua progenitrice. A livello di ciclistica le scelte di MV Agusta hanno puntato su un telaio misto in acciaio con forcella anteriore a steli rovesciati, abbinata a un impianto frenante marchiato Brembo con tanto di copridisco utile al corretto ricircolo dell’aria durante la marcia.
Il suo utilizzo? Sicuramente votato a un misto tra i lunghi viaggi su asfalto e il fuoristrada più estremo, vista la presenza di pneumatici semi-tassellati a differenza di quelli specifici della “sorella maggiore” 9.5. Il prodotto ottenuto, fortunatamente, sarà all’altezza delle aspettative grazie ai numerosi affinamenti riservati al propulsore bicilindrico con distribuzione a doppio albero a camme in testa e raffreddamento a liquido, che ora dispone di una cilindrata di 550 cc (alesaggio per corsa pari a 70,5 x 71 mm) in grado di fornire una più poderosa erogazione della coppia anche ai bassi regimi di rotazione. In tal senso i valori prestazionali sono ora di 47,6 cavalli a 7.500 giri al minuto e di 51 Nm a 5.500 rpm.
Sicuramente più estrema e specialistica, invece, la Lucky Explorer 9.5, che vuole diventare la più elevata reinterpretazione in chiave moderna dell’enduro classico degli anni ’80: la sua destinazione, ovviamente, è il mondo dell’off-road e questo è individuabile da numerosi dettagli tra cui l’anteriore verniciato di nero (assieme ai paramani), il radiatore carenato e la piastra paramotore collegati da un raccordo in fibra di carbonio e l’impianto frenante specifico con copridisco.
Per questa “endurona” MV Agusta ha scelto un telaio a doppia culla chiusa in acciaio con elementi forgiati ed estrusi, che bilanciano in maniera ottimale la sua rigidità nell’ottica di ottenere il giusto comfort di marcia nelle varie condizioni di guida, e un forcellone in lega leggera di alluminio, che dona stabilità all’intera struttura. In fatto di motore, invece, sotto le carene trova posto l’evoluzione del celebre tre cilindri da 800cc, sviluppato appositamente e con cilindrata aumentata a 930,63 cc.
Le sue caratteristiche? Rapporto di compressione di 12,5:1, albero motore controrotante, cambio estraibile (anche elettroattuato), frizione in bagno d’olio (a richiesta quella automatica Rekluse) e una trasmissione con nuovo ingranaggio a denti dritti. Il risultato è una configurazione da 123 cavalli a 10.000 giri al minuto e 102 Nm di coppia massima a 7.000 rpm, indicata sì per l’enduro estremo (come già affermato, le gomme tassellate sono su cerchi da 21” all’anteriore e da 18” al posteriore) ma con una dotazione moderna che non disdegna nemmeno i viaggi in compagnia.
La strumentazione della Lucky Explorer 9.5, infatti, è stata sviluppata utilizzando standard automobilistici, sia a livello di leggibilità che di grafica: il display principale è un TFT a colori da 7” con sistema operativo che integra la connettività Bluetooth per lo smartphone e il Wi-Fi per gli aggiornamenti, da utilizzare con comandi sviluppati su blocchetti elettrici specifici. E per non farsi mancare nulla, nel codino è anche presente un inedito sistema di fissaggio delle borse a scomparsa, che non va a rovinare il design di una moto che sicuramente lascerà il proprio segno nella storia di MV Agusta.