Prova approfondita della Ducati 848 Evo, che ha tanto motore, ottimi freni ed un unico habitat: la pista!

La Ducati 848 Evo in sintesi
Se la Ducati 848 è nata per la pista e malvolentieri si piega all’uso stradale, la Evo, che avevamo provato sulla pista di Imola con Carlos Checa e di cui avevamo ben parlato nel nostro report, si dimostra ancor più radicale e non solo ama i cordoli, ma li interpreta anche in modo assolutamente sportivo.
Al nostro primo incontro con la 848 Evo avevamo affermato che ci sembrava poco adatta all’uso in strada, vietatissima in città, ma in effetti la nostra era solo una deduzione, mentre questa volta l’abbiamo provata tanto in circuito, quanto in strada e addirittura in città, come potrete leggere più avanti.
Esteticamente bellissima, la 848 Evo attira immediatamente gli sguardi di chi passa o le si avvicina: piccola, compatta, aggressivissima e con un’eleganza spiccatamente made in Italy, brilla e fa brillare chi ci si siede sopra, tanto che sia tenebrosa come la versione Dark da noi provata, quanto che sia nel classico rosso Ducati o nell’attuale bianco.
Rispetto alla tradizionale 848 offre un’accresciuta potenza, una migliore erogazione ed un impianto frenante al top, mentre il prezzo, 13.500 € per la versione dark e 14.250 € per quella bianca o rossa, è rimasto invariato, fatto lodevolmente controtendenza in un periodo in cui aumentano i prezzi senza motivi visibili.

Il motore della Ducati 848 Evo
Nessuno stravolgimento nel motore bicilindrico desmo da 849,4 cc a 4 valvole che garantisce le classiche prestazioni Ducati, ossia accelerazioni brillanti ed una potenza più che adatta a qualsiasi circuito italiano. Parliamo infatti di 140 cv, 6 in più della versione non Evo, che vengono erogati completamente a 10.500 giri, con una coppia di 98 Nm disponibile a 9.750 giri.
Nonostante l’architettura bicilindrica, che eroga una buona potenza già a bassi giri, la 848 Evo non risulta particolarmente scorbutica, ammesso che non si spalanchi il gas repentinamente, ed anche dal punto di vista delle vibrazioni, per essere una bicilindrica, non fa risentire particolarmente di questo fastidio, né sui semimanubri, né sulle pedane.

La ciclistica della Ducati 848 Evo
Il comparto sospensioni della 848 Evo prevede una forcella rovesciata Showa da 43 mm, ovviamente completamente regolabile, esattamente come il monoammortizzatore Showa al posteriore, così da poter regolare l’assetto della moto a propri piacimento, a seconda anche del tipo di pista o di utilizzo che se ne vuole fare.
Il telaio è un tradizionale traliccio di tubi, mentre nella parte posteriore troviamo uno spettacolare forcellone monobraccio in alluminio.
La versione Evo vede anche la comparsa di un ammortizzatore di sterzo che garantisce il perfetto controllo del mezzo in ogni situazione, dal momento che essendo aumentata la potenza, si sarebbe potuti incorrere in qualche sbacchettamento.
Come già accennato, anche l’impianto frenante è stato rivisto e reso ancora più efficiente, del 20%, adottando pinze monoblocco ad attacco radiale, a 4 pistoncini, Brembo, su dischi semiflottanti da 320 mm, mentre per la ruota posteriore rimane il disco da 245 mm con pinza a 2 pistoncini

848 Evo in pista
Ciò che rende una giornata in pista indimenticabile ed una moto perfetta è senza dubbio l’equilibrio. Certo, l’equilibrio del pilota, ma molto meno banalmente l’equilibrio delle caratteristiche di una moto.
Per divertirsi e tornare la sera a casa, sani e contenti, serve quindi, oltre al sale in zucca, anche il giusto equilibrio tra le caratteristiche principali del mezzo che si è scelto di adoperare.
Un’accelerazione bruciante è divertente e dà gusto, ma senza un’altrettanto efficace frenata sarebbe letale; una moto agilissima consente di librarsi tra le curve come una farfalla tra i fiori, ma se si eccede si perde stabilità sul dritto veloce; una moto senza ruvidezze dà la totale certezza di prevedibilità nella guida, ma leva un po’ del fascino dell’imprevisto e riduce il carattere di una moto facendola sembrare robotica. Insomma, il massimo divertimento arriva dal giusto equilibrio e, senza dubbio, la 848 Evo risulta, in questo senso, una delle moto più equilibrate che ci siano.
140 cavalli non sono il top mai raggiunto dall’ingegneria di settore, ma risultano adeguati per tutti i circuiti a disposizione degli amatori, come la pista dell’ISAM di Anagni, vicino Roma, dove siamo andati a provare la 848 Evo. Le sensazioni che trasmette la 848 Evo sono droga per gli amanti della pista: velocissima, quando si ruota la manopola del gas, trasmette subito una grande emozione, mentre la parte intellettiva del cervello rimane stupita dalla perfezione e morbidezza del cambio che, toccandolo delicatamente, innesta il rapporto desiderato senza mai incepparsi, indurirsi od avere esitazioni.
Quando poi arriva una serie di curve il divertimento si moltiplica: già spostando il peso nella parte di sella interna alla curva che si va ad affrontare, si sente la moto che si dispone alla piega e vi scende precisa e veloce, pronta, oltretutto, a ritornare in posizione verticale o a cambiare completamente direzione.
La precisione, l’agilità e la velocità portano a chiedere sempre di più alla 848 Evo che, senza mai scomporsi, vede e rilancia, facendo realizzare giri ancora più tirati e con emozioni ancor più vive.
Forse, visto l’alto livello di performance di questa 848 Evo, non ci sarebbe stato male il DTC, Ducati Traction Control, che avrebbe permesso ancora più aggressività in curva, senza rischiare sgradevoli e costosi high side.
Non si avvertono incertezze all’anteriore che risulta sempre ben piantato per terra e stabilissimo anche in percorrenza di curva, merito anche dell’ammortizzatore di sterzo. Per quanto riguarda i freni, nulla da eccepire: si può spostare il limite della staccata, giro dopo giro, sempre di qualche metro, potendo contare su un morso decisissimo da parte delle pinze sui dischi: addirittura bisogna stare attenti, come alla fine del curvone che porta al cavatappino dell’ISAM, a non strizzarli troppo e troppo velocemente, se non si vuole sentire la ruota posteriore che si stacca dall’asfalto.
C’è poco altro da dire: questa moto è nata per la pista, è il suo habitat naturale e solo qui riesce a tirar fuori tutta la sua grinta e mettere in luce l’elevata capacità costruttiva di Ducati.
Una moto così efficiente in pista, che però è anche bellissima a vedersi e omologata per l’uso stradale, come si troverebbe fuori dai cordoli, tra guard rail, semafori e incroci?

848 Evo in strada
Fino a qui non abbiamo potuto che elogiare la Ducati 848 Evo, indubbiamente per la cura e la conoscenza tecnica con cui è stata progettata, sviluppata e realizzata, ma anche e soprattutto per la sua resa in pista, dove riesce a dare il meglio di sé.
Portandola invece sull’asfalto pubblico, tanto in percorsi extraurbani, quanto soprattutto in città, vengono fuori alcuni limiti, ad onor del vero, soprattutto nell’uso cittadino.
Diciamolo subito, a scanso di equivoci: quelli che qui indicheremo come difetti, sono però da ascrivere a chi compra una moto come la 848 Evo per finalità altre dalla pista e non della moto in sé, un po’ come se uno si lamentasse che una Ferrari risulta scomoda nei vicoli di un borgo medievale e che fa troppo rumore se si pigia forte sull’acceleratore.
Fatta la doverosa premessa, passiamo al comportamento della 848 Evo in strada.
In strada rimangono ineccepibili le caratteristiche del motore e dell’impianto frenante, che rendono la 848 Evo fulminea tanto in accelerazione, quanto in decelerazione.
Purtroppo, però, le strade italiane sono spesso in condizioni non ideali, per quanto riguarda il manto, così da presentare buche, avvallamenti e dossi, asperità che con l’assetto molto rigido della 848 Evo si avvertono subito e pienamente. Sicuramente si può regolare l’assetto per renderla più morbida, comunque sia non si arriverà ad avere una moto realmente comoda per le gite domenicali, anche a causa della posizione di guida, pensata per la pista e quindi molto caricata in avanti.
L’agilità è un altro punto a favore della 848 Evo che riesce così ad eseguire rapidissimi cambi di direzione, ma sfortunatamente, nel traffico cittadino e nelle manovre per parcheggiare, questa sua dote viene vanificata da un angolo di sterzo limitato e dal fatto che, girando tutto il manubrio verso sinistra, questo arriva a sbattere contro il cupolino.
Anche per una questione di temperatura, la Ducati 848 Evo non ama moltissimo gli spostamenti urbani. Quando infatti la lanciate in circuito e fate i vostri turni con un ritmo regolare, accelerando e frenando, ma senza mai fermarvi, non noterete una particolare produzione di calore con conseguenti vampe alle gambe, perché l’aria viene incanalata e fatta defluire dalle prese d’aria che mantengono la temperatura del motore sempre entro i parametri ottimali. Ma se invece vi trovaste a dovervi continuamente fermare ed attendere col motore acceso, situazione normale in presenza di semafori, noterete che la temperatura  tenderà ai 100°, soprattutto, noterete che il calore verrà a riversarsi sulle vostre gambe: piacevolissimo d’inverno, molto meno nella bella stagione.
Un grande pregio, però, la 848 Evo lo rivela anche in città. Laddove tante moto, magari pensate per gli spostamenti urbani, costringono a portarsi sempre dietro uno zaino, quantomeno per riporre il bloccadisco, la 848 Evo invece presenta sotto al sellino del passeggero un piccolo vano, sufficiente appunto a riporre i documenti ed alloggiare un antifurto, non poca cosa per una sportiva di razza come questa.
In definitiva, quindi, non che non si possa guidare o non dia divertimento in strada, ma la 848 Evo è una moto studiata per la pista ed un suo uso al di fuori di questo contesto evidenzia delle spigolosità che solo i veri appassionati possono superare, mentre chi cerca una moto tuttofare o un mezzo con cui farsi vedere al bar, per quanto la 848 Evo sia di una tale bellezza che tutti si fermeranno a guardarla, sarebbe meglio che si orientasse su un altro veicolo… in fin dei conti, la gamma Ducati è ampia e variegata.

Abbigliamento usato nel test:

Casco: Suomy Apex – Cool red
Tuta: Dainese Laguna Seca
Guanti: Ducati by Dainese
Stivali: TCX SS Sport

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