Prova Benelli Leoncino Trail 500: facile divertirsi!

Benelli Leoncino 500 Trail è la versione “entrofuoristrada” (almeno un tempo le si chiamava così) del Leoncino, una delle moto più apprezzate degli ultimi anni. Il termina “Trail” indica infatti la possibilità di proseguire il proprio viaggio anche quando finisce l’asfalto… sia chiaro fin da subito, niente di tecnico, ma strade bianche e qualche mulattiera si possono percorrere senza troppi problemi. Poi, come sempre quando si parla di off-road, la differenza la fa il manico, ma questo è un altro discorso.
In sintesi il Leoncino Trail si presenta come un mezzo bello, comodo, facile ed economico. Hai detto niente…

L’estetica, si sa, è soggettiva, ma le linee pulite, equilibrate e leggermente retrò hanno conquistato una buona parte di pubblico fin dal primo momento. Comodo perché l’altezza da terra non è eccessiva, il manubrio è alto, largo e ben posizionato (e comunque facilmente regolabile), i comandi sono a portata di mano e quando si viaggia praticamente non si sentono vibrazioni se non quando si sale di giri e ci si avvicina al limitatore (cosa decisamente inutile visto il tipo di motore e di mezzo). Unico neo in tal senso è la sella, un po’ squadrata e piuttosto dura e a lungo andare, cioè dopo qualche ora, si fa sentire.

Facile da guidare in tutte le circostanze. Malgrado il nome il Leoncino Trail siamo certi che verrà utilizzato in gran parte sull’asfalto, e lì problemi non ne dà praticamente mai. Le prestazioni non sono difficili da gestire, il telaio e le sospensioni (regolabili!) si comportano sempre egregiamente e così la frenata, ovviamente assistita dall’abs. La forcella anteriore upside-down da 50 mm rende l’avantreno sicuro e stabile, la ruota da 19″ invece, ottima in fuoristrada, deve essere condotto in piega con un minimo di decisione, ma in compenso ripaga con una grande stabilità.
Anche l’agilità, rispetto alla versione stradale, ne risente leggermente, ma resta una delle moto più immediate che abbiamo avuto la possibilità di provare in questi anni. E ultimo, ma non ultimo, il Leoncino Trail è economico nell’acquisto (5.990 euro f.c. come la versione stradale) e nella gestione, con consumi ridotti che consentono una autonomia di oltre 250 km su strade extraurbane con un pieno di benzina (12.7 litri).

Abbiamo provato il Leoncino Trail davvero in ogni situazione e solo in autostrada non siamo stati a nostro agio… ma l’autostrada la lasciamo volentieri alle auto! Che poi, a ben vedere, non è certo un problema di questa moto, visto che tutte le naked soffrono in autostrada; forse un piccolo cupolino sarebbe già sufficiente ad affrontare senza stress anche questo terreno ostile, quindi se avete intenzione di usare il Leoncino per viaggiare mettetelo nella lista dei desideri. Ma andiamo con ordine. In città il Leoncino si districa senza problemi: i 207 kg dichiarati non sono pochi ma, sinceramente, se ne percepiscono meno.
La moto è ben bilanciata, si mettono bene i piedi per terra (la sella è a 835 mm da terra) anche se non si supera l’1,70 e il manubrio consente di controllare la moto anche a bassissima andatura. Ecco, forse il manubrio così ampio nel traffico rischia a volte di essere un po’ ingombrante ma personalmente non ci siamo mai trovati in difficoltà. Frizione e cambio non stancano mai e l’unico fastidio, d’estate, può venire dalla ventola che spara l’aria calda sulle gambe. Ma il vero campo di battaglia dove “hic sunt leones” sono le strade extraurbane: dalle statali alle interpoderali sterrate il Leoncino regala divertimento a piene mani (anche in coppia!).

Il bicilindrico fronte marcia eroga 47,6 Cv (35kW quindi può essere guidata con patente A2) e 46 Nm di coppia, valori adeguati a questo tipo di moto e che consentono di viaggiare e divertirsi in assoluta tranquillità: sono davvero pochi i momenti in cui si rimpiange una cavalleria maggiore. Inutile forzare: il Leoncino va guidato senza strafare, sfruttando soprattutto la coppia sempre disponibile a tutti i regimi e danzare tra le curve godendo di quella libertà e quelle sensazioni che solo le moto sanno regalare.
Quando poi l’asfalto finisce basta alzarsi sulle pedane e fare attenzione a dove si mettono le ruote… il vero limite (oltre alle capacità del pilota) è dato dalle gomme, pensate giustamente per un uso più stradale, ma finché non si incontra il fango si può viaggiare senza problemi: in piedi si apprezza ancora di più il manubrio e si capisce che le due fiancatine di gomma sul serbatoio non sono solo estetiche, visto che consentono di afferrare con le ginocchia lo stretto serbatoio e aumentare il controllo del mezzo.
Da non dimenticare infine l’ottimo cruscotto TFT che oltre ad avere tutte le informazioni necessarie (perfino l’indicazione della marcia inserita) sempre perfettamente leggibili, anche in pieno sole.

Difetti? Mah, più che difetti diciamo che ci sono alcuni dettagli che non ci hanno convinto… poca roba: ci sarebbe piaciuta una piastra a difesa di scarico e motore, una posizione più comoda per la serratura della sella (si trova sotto la sella, quasi inevitabile sporcarsi per aprire, ed è un peccato visto che sotto almeno un bloccadisco ci sta comodo) e infine non ci fanno impazzire le maniglie del passeggero: comode, finché non si vuole provare a montare un paio di borse morbide.

Un’ultima cosa: spesso sui social le moto Benelli vengono condite via come “cinesate”… niente di più sbagliato. Andate a vedere di persona, se possibile provate le moto e vedrete che la qualità costruttiva (soprattutto in relazione al prezzo di acquisto!) non ha nulla da invidiare ad altri costruttori.

 

Abbigliamento utilizzato per il test:
Casco Givi
Giacca e pantaloni Hevik
Guanti Clover
Stivali Stylmartin

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