Prova Kymco AK550, l’unico vero “anti TMAX”

Kymco AK550 – Siamo appena rientrati dal test in anteprima proprio del nuovo TMAX, giunto alla sua settima generazione, dopo 18 anni di storia. Da quell’ormai lontano 2001, lo scooter-moto ha visto nascere un buon numero di avversari, ma di fatto tutti hanno lanciato la sfida cercando di proporre qualcosa di diverso. Se proviamo a fare un elenco, tra i maxi bicilindrici il Suzuki Burgman 650 punta nettamente sul lusso e sul comfort, meno sulla sportività, BMW ha debuttato con due prodotti (C600/650 Sport e C650 GT) che sulla medesima base si propongono come compromessi, due alternative proprio dei maxi di casa Yamaha e Suzuki, ma che finiscono per esserne differenti. Passando agli “ultimi ingressi”, Honda, prima con l’Intregra e poi con l’X-ADV, ha avvicinato e addirittura superato il re del mercato, ma con una base tecnica tutta diversa, di fatto la medesima delle moto della famiglia NC, con cambio a doppia frizione e “vestito” da scooter. Infine l’ultimo arrivato, il Sym TL, vuole sfidare i rivali con qualcosina in meno come prestazioni (si ferma a circa 40 cv), ma soprattutto con un prezzo allineato più ad un monocilindrico 400, piuttosto che ai maxi veri (7.990 euro che diventano 7.490 con le promozioni in essere per il lancio). Questa veloce carrellata per arrivare alla nostra prova, che vede l’AK550 come unico scooter ad avvicinarsi così tanto in tutte le caratteristiche del TMAX. Andiamo a vederlo nel dettaglio.

Design italiano, qualità da premium

Se vuoi fare le cose bene, almeno dal punto di vista estetico, l’Italia continua ad essere un riferimento assoluto ed infatti, per il suo debutto tra i maxi a 2 cilindri, Kymco si è affidata in modo importante ai colleghi del nostro Paese per lo sviluppo dell’AK550. I risultati si vedono perché è oggettivamente un prodotto dal look gradevole, marcatamente sportivo senza eccessi, equilibrato ma con linee tese e una discreta personalità. Se è innegabile che guardandolo pensi subito che appartenga allo stesso segmento del rivale di casa Yamaha, non lo scimmiotta minimamente ed, anzi, ha tanti elementi distintivi, che lo rendono immediatamente riconoscibile.

Oltre al look, troviamo poi tanta tecnica e tecnologia. Basta uno sguardo più attento per intravedere infatti una ciclistica di stampo motociclistico, più che da scooter, con un generoso doppio disco frontale wave, pinze marchiate Brembo, una forcella up side down e un mono posteriore in bella mostra. Il muso è poi contraddistinto da una bella firma luminosa della luce DLR a LED, mentre il plexy, pur essendo un compromesso che non inficia sportività ed immagine dell’AK, è piuttosto alto e promette di riparare il giusto nei trasferimenti autostradali (è regolabile su due posizioni). Notevole la strumentazione, divisa in tre porzioni, ma tutta LCD a colori. L’abbiamo già conosciuto sul fratello Xciting 400, che ha mutuato proprio dall’AK550 il sistema Noodoe, che mette a disposizione una interazione avanzata con il proprio smartphone, via bluetooth.

Se sulla carta punta sul Touring, lo scooter di casa Kymco appare invece (almeno a nostro avviso) più votato alla sportività. Lunghezza a parte, visto che l’interasse di 1.580 mm (+ 5 rispetto ad un TMAX) è “corposo” per uno scooter, il resto appare perfetto per poter essere all’altezza del miglior scooter-moto. L’unica nota dolente (ma conferma la vocazione sportiva) viene dal vano sottosella. Sulla carta è in grado di ospitare un casco integrale ed uno aperto, in realtà ha una forma tale da rendere difficile a volte la collocazione anche di un Jet, se è di quelli con visiera molto estesa.

Prestazioni e ciclistica al top nel suo segmento

Inutile negarlo, l’AK550 non ha ancora avuto tutta l’attenzione ed il successo che avrebbe meritato, soprattutto alla luce di quanto offra dal punto di vista tecnico. Il nostro è infatti un mercato difficile e ostico ai marchi meno blasonati, ma questo scooter non ha assolutamente nulla da invidiare al suo più rinomato avversario giapponese, anzi! Abbiamo detto delle pinze freno Brembo radiali che mordono i due dischi da 270 mm e della forcella rovesciata a doppia piastra, con steli da 41 mm, ma lo scheletro è quello di una moto vera, grazie al telaio perimetrale in alluminio, che abbraccia l’inedito motore bicilindrico. Con 550 cc e cilindri quasi orizzontali, l’unità è compatta ed è un elemento centrale per ottenere un baricentro basso ed una distribuzione dei pesi 50 e 50 sulle due ruote. La fasatura a 270° consente poi di ottenere una erogazione piena fin dai bassi regimi, mentre a bilanciarlo e ridurre le vibrazioni ci pensano due contralberi (soluzione che prima o poi sostituirà il pistone morto sul TMAX, chissà), con l’elettronica che pensa a “mettere le briglie” al potente propulsore con le due modalità selezionabili, una Full Power e la Rain. Le prestazioni sono infatti al top, con 51 cavalli di potenza massimaoltre la soglia dei 35 kW imposta per la patente A2, motivo per il quale è disponibile anche una specifica variante depotenziata a 46,5 cv, con prezzo identico) erogati a 7.500 giri e una coppia di 51.5 Nm a 5.750. Grazie alla sportività del propulsore i 230 kg in ordine di marcia possono essere spinti fino a 160 km/h effettivi.

Facile nel traffico, affilato nel misto

Promosso sulla carta, è giunta l’ora di mettere alla prova l’AK550 per vedere se all’atto pratico tanta tecnica si traduca davvero in una guida appagante. Iniziamo da una nota sul sistema keyless, che risulta un po’ macchinoso, almeno inizialmente. La chiave elettronica resta in tasca e tutto è delegato al blocchetto, con la particolarità che lo stesso tasto serve per attivare/disattivare il sistema e per aprire la sella, a seconda del momento. Nulla di particolarmente complicato, ma occorre pensare a cosa si sta facendo, perché altrimenti ci si ritrova ad “armeggiare” senza successo. Una volta saliti in sella tutto è invece intuitivo e ben realizzato. Come detto avevamo già utilizzato l’Xciting 400 ed il sistema Noodoe, che è davvero all’altezza dell’infotainment di un’auto moderna, ma al contempo non richiede due lauree per essere gestito, anzi. Pochi tasti (sul blocchetto destro) ed una interfaccia molto razionale, grazie ai quali si riesce a gestire tutto al meglio. Ben studiati anche i comandi sul lato sinistro, che gestiscono tra l’altro le manopole riscaldate e le due modalità disponibili per il motore. La selezione viene confermata dal cambio di colore sulla strumentazione.

Messo in moto il propulsore, fin dai primissimi metri la confidenza con l’AK è massima. La sella è posta a 790 mm, ma sembrano ancora meno vista la semplicità con cui si gestisce lo scooter in manovra da fermo o nel traffico cittadino. Merito di un baricentro basso e di masse molto ben bilanciate, ma anche di un gas con reazioni mai brusche ed inattese. L’erogazione è infatti uno dei maggiori pregi dell’AK550, docile e progressivo nella prima parte, consistente al centro e con un allungo davvero interessante agli alti. Se vogliamo cercare il pelo nell’uovo ha forse un pizzico di ritardo quando si passa dalla modalità “relax” a spalancare completamente l’acceleratore, ma dopo un iniziale incertezza il bicilindrico inizia a farsi sentire e le riprese sono all’altezza delle aspettative. Ottima la trasmissione, che insieme al motore regala quella linearità ed assenza di strappi che sono da lode. Altrettanto possiamo dire per la frenata, con un avantreno da moto ben dotata che non ha difficoltà a rallentare un peso che, se pur contenuto, è comunque in valori assoluti non banale (230 kg in ordine di marcia, 12 in più del nuovo TMAX 560).

Il meglio di sé l’AK550 lo regala però quando ci si allontana dalla città e lo si inizia a spremere a dovere su un percorso tortuoso. Telaio e ciclistica non temono confronti e gli angoli di piega sono quasi infiniti. Quando ti aspetteresti di sentir grattare il cavalletto ce n’è invece ancora e ci si possono levare non poche soddisfazioni. Discreta la protezione dall’aria, l’AK è anche silenzioso e in grado di mantenere le promesse di “Super Touring” tra gli scooter.

Conclusioni e prezzo

Ottime notizie anche dal fronte consumi, solitamente un campo minato per gli scooteroni bicilindrici, spesso più assetati di una moto, soprattutto in autostrada, dove pagano dazio per sistemi differenti di trasmissione e non solo. Invece, quasi a sorpresa, il Kymco AK550 spunta un valore prossimo a quello dichiarato, di 21 km/l nel ciclo WMTC, anche ad andature autostradali, con punte di 25 km/l nell’uso extraurbano. Si scende invece in ambito urbano, dove in base allo stile di guida si va da 17 a 20 km/l circa. Un’autonomia che, alla luce di 14,5 litri di serbatoio, oscilla quindi da circa 250 fino ad un massimo di oltre 350 km.

Quanto al prezzo, che include di serie il sistema keyless, la strumentazione TFT a colori, le manopole riscaldabili, il sistema di monitoraggio pressione pneumatici (TPMS) e molto altro, si parte da un listino di 9.990 euro, che possono scendere a 9.390 al netto del contributo Kymco ‘’Rinnova Rottamando”. Conclusa invece la promozione che prevedeva il kit Proma Performante in omaggio per le prime 700 unità, che sono oramai state superate dopo l’estate.

ABBIGLIAMENTO UTILIZZATO

Casco:  Shark EVO-ONE 2

Giacca: Alpinestars Crazy Eight

Guanti: Alpinestars Rayburn V2

Jeans: Alpinestars Copper V2

Scarpe: Alpinestars J-6 Waterproof

 

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