Sono passati parecchi anni da quando il primo scooter a tre ruote ha fatto la sua comparsa, e la nascita di alcuni competitor ha dimostrato che esiste un mercato per questo tipo di veicoli. Poi è arrivata Yamaha, che per certi versi ha estremizzato il concetto di utilizzo cittadino di uno scooter a tre ruote… ed ecco il Tricity.
Il tre ruote della casa di Iwata punta infatti a un utilizzo prettamente cittadino come dimostrano due aspetti che saltano subito all’occhio: le dimensioni particolarmente compatte, la cilindrata di 125 cc. Ora, come detto, arriva la versione da 150, ma è un prodotto che nasce fondamentalmente per il mercato italiano, l’unico che vieta l’ingresso in autostrada (e in tangenziale) ai 125. Quando si eliminerà questo ormai ingiustificato limite sarà sempre troppo tardi.
Ma veniamo al nostro Tricity. Le dimensioni compatte vedono una lunghezza di 1.905mm e larghezza di 735mm non molto diverso da quello di tanti scooter “normali” e decisamente ridotte rispetto a quelle degli altri tre ruote in commercio. A queste dimensioni si associa un peso contenuto in soli 152 kg ma gli spazi a disposizione di guidatore e passeggero restano adeguati e non manca un vano sotto sella in grado di ospitare un casco jet e alcuni piccoli oggetti. Molto curata la realizzazione del mezzo che presenta materiali e accoppiamenti di qualità, tra cui un cruscotto molto ben studiato e che offre un’ottima lettura in qualunque situazione, anche in pieno sole.
Quello che manca (ma che nel prossimo Tricity 155 sarà presente) è un vano porta oggetti nello scudo, magari dotato di presa usb o accendisigari per ricaricare il cellulare durante i tragitti. Per il resto la dotazione e in particolare il cruscotto si presentano completi e adatti alla funzione di “cittadino modello” cui aspira questo innovativo tre ruote, che deve alla compattezza e all’agilità (decisamente superiori a quelle degli altri tre ruote presenti sul mercato) le sue carte vincenti.
Ovviamente il punto di interesse maggiore del Tricity è concentrato sull’avantreno. Yamaha è riuscita a posizionare le due ruote anteriori molto vicine tra loro, grazie all’adozione dell’esclusivo sistema Leaning Multi Wheel (LMW – multi ruota in grado di piegare) che prevede, nascosta dietro il leggero frontale, una sospensione a parallelogramma che consente di piegare il Tricity come un tradizionale scooter a 2 ruote, ma con una sensazione di stabilità maggiore. I componenti del parallelogramma sono collegati alle forcelle e al cannotto di sterzo, e quando lo scooter entra in curva il sistema permette alle due ruote anteriori di “piegarsi” in parallelo, mantenendo la distanza tra le due ruote anteriori costante, per assicurare una percorrenza di curva facile e istintiva.
Un altro elemento fondamentale della sospensione è l’utilizzo di una speciale forcella teleidraulica cantilever di tipo “tandem” con due steli separati per ogni ruota. Gli steli posteriori fungono da guida, mentre quelli anteriori hanno una funzione ammortizzante che provvede all’assorbimento delle oscillazioni con un’escursione di 90 mm. Le sospensioni su ognuna delle due ruote anteriori agiscono in modo indipendente, per garantire comfort e stabilità anche sulle strade sconnesse, o quando le condizioni del fondo sono variabili.
Yamaha Tricity: prova su strada
Può non piacere, sull’estetica non si discute, ma sicuramente il Tricity si presenta con una linea molto compatta e tutto sommatto equilibrata… Equilibrio che si riscontra anche nella guida. La forcella anteriore con la doppia ruota non garantisce solo maggiore aderenza in curva e in frenata, ma offre un bilanciamento dei pesi che normalmente negli scooter risulta molto sbilanciato sul posteriore. Questo, unitamente alla fluidità di funzionamento della doppia forcella anteriore, rende la guida immediata e intuitiva oltre che estremamente simile agli scooter tradizionali.
Contrariamente a quanto abbiamo riscontrato con altri tre ruote, con il Tricity è semplice anche stare fermi proprio grazie al bilanciamento dei pesi, alla ridotta altezza della sella e la pedana stretta. Anche chi non è dotato di particolare altezza può appoggiare comodamente i piedi a terra, così come una volta in movimento si resta subito colpiti dalla facilità con cui ci si destreggia tra il traffico e non solo.
La seduta è comoda, anche se la pedana non è particolarmente ampia e forse i più alti possono trovarsi con poco spazio per le gambe, ma il comfort di marcia è decisamente elevato. Buche, rotaie e pavé che sono normalmente nemici giurati dei motociclisti cittadini vengono assorbiti con naturalezza dal Tricity, cosa che diventa evidente quando si accelera con un po’ troppo anticipo e si sente la ruota posteriore perdere aderenza, mentre l’avantreno resta saldo a terra.
Ma come dicevamo non è solo il triplo appoggio a terra a rendere questo scooter interessante, perché è in grado di offrire un’agilità che, sinceramente, non ci spettavamo, e anche lo slalom fra le macchine risulta pari a quello di tanti mezzi “tradizionali” e sicuramente superiore a quello degli altri tre ruote.
Pur essendo un ruote alte, inoltre, il Tricity offre una discreta capacità di carico nel sottosella anche se ci sentiamo di consigliare l’adozione del bauletto.
Il motore risulta pronto e consente accelerazioni dignitose da fermo con un discreto spunto, che porta il Tricity a circa 60 km/h con un’accelerazione accettabile ma poi tende un po’ a “sedersi” per raggiungere la velocità massima di poco superiore ai 90 km/h. Più che sufficienti per sfuggire alle auto ai semafori e per muoversi in città, ma che un po’ limitano il Tricity nelle uscite fuori porta, che in ogni caso non rientrano tra le sue peculiarità.
Buona la frenata grazie anche all’appoggio garantito a terra dalle tre ruote: gli spazi di arresto sono veramente ridotti e anche in condizioni “estreme” è garantita una buona stabilità. Personalmente non ci fa impazzire il sistema di frenata integrata (la leva sinistra agisce sui tre dischi, quella destra solo sui due anteriori) e avremmo preferito il più tradizionale utilizzo delle leve, ma è senza dubbio utile il fatto che così diventa più “facile” fermarsi, e visto che il Tricity si rivolge a un’utenza che non necessariamente ha dimestichezza con le due (o tre) ruote, la scelta è senza dubbio azzeccata.
In definitiva il Tricity è un mezzo che non ha veri e propri avversari e si rivolge a un’utenza che può essere il neofita o l’automobilista esausto delle code, ma anche un mezzo versatile e sicuro per quanti hanno necessità di muoversi quotidianamente in città. E i vantaggi offerti rendono più che adeguato il prezzo richiesto… il nostro consiglio? Sfruttate le prove su strada che offrono le case per farci un giro, perché i vantaggi si toccano con mano fin dai primi metri e non mancheranno di convincere anche i più scettici!
Abbigliamento utilizzato per la prova:
Giacca: Alpinestars GP Pro Air Jacket
Pantaloni: Spidi Virous Tex Jeans
Guanti: Spidi Summer Leather Glove
Scarpe: Stylmartin Sunset
Casco: Caberg Doom Legend
Occhiali: Caberg Goggles
Foto: Paolo Sicignano