Ezechiele, 25-17: ecco come comincia uno dei discorsi più famosi del cinema fatto da Samuel L. Jackson in Pulp Fiction, che per qualche motivo ci è venuto in mente nel provare la Yamaha XJR 1300. Si, perché l’aggettivo giusto per definire questa moto sembra proprio essere “Pulp”. Una moto potente, cattiva, che si mostra com’è senza troppi fronzoli.
Il propulsore, un 1250cc a 4 cilindri, è il più grande motore raffreddato ad aria che ci sia su di una moto, pronto ad erogare 98CV a 8.000 giri e ben 108Nm di coppia massima già a 6.000 giri. Eppure a guardarla non suscita timore, non è come un’enorme cruiser difficoltosa da spostare nelle manovre da fermi (la XJR pesa 240Kg in ordine di marcia), il serbatoio squadrato da 14,5 litri la rende snella e facile da avvolgere.
Il tappo serbatoio poi è decentrato, uno dei particolari ben studiati per dare alla moto un tocco classico come anche le placche laterali (traforate) a ricordare la tabella porta numero e l’insieme di manubrio alto, faro e strumentazione di stile retrò. Allo stesso tempo sulla XJR 1300 troviamo anche sospensioni Ohlins al posteriore e forcelle a steli rovesciati all’anteriore. La sella invece, a 829mm da terra, è stata studiata per avere un design monoposto nonostante il passeggero sia ben accetto (anche se un po’ sacrificato).
Questa moto quindi coniuga bene l’anima corsaiola con quella dei tempi che furono, presentandosi nel suo complesso come una vera primizia. Ad Iwata hanno pensato la classic di punta specialmente per il mondo custom, la XJR infatti è pronta per essere personalizzata nelle maniere più forti a partire dalla Yard Built Skullmonkee di cui abbiamo parlato qualche mese fa.
La nostra prova quindi, che doveva svolgersi esclusivamente su strada, è stata consumata anche in pista perché dopo qualche piega tra belle strade di campagna ci siamo accorti che per capirla fino in fondo avremmo dovuto farla spremere al nostro Luca Pedersoli tra i cordoli.
Ecco quindi il risultato delle due prove di questa Yamha XJR 1300, che costa 11.390€ in questa versione e 11.590€ nella più sportiva Racer.
Prova su strada:
Saliamo in sella alle XJR 1300 con trepidazione, rendendoci conto che non è così minuta come sembra al primo sguardo. le masse infatti sono importanti, anche se la posizione di guida è molto comoda grazie al manubrio alto e le pedane basse, oltre al già citato serbatoio stretto.
Girata la chiave la moto si accende con un rombo d’altri tempi, ed il sorriso sotto al casco (integrale, anche se la usate solo per l’aperitivo!) non tarda ad arrivare. Giù la prima e via, ma nel partire la facciamo spegnere. Già, perché la frizione attacca in un attimo ed è molto caricata, così ci ha riservato una bella figura che purtroppo nessuno ha visto.
Una volta capita però, ci si accorge come non sarebbe potuto essere altrimenti, vista la coppia possente che si fa sentire già subito. L’assenza di qualsiasi controllo elettronico è una scelta apprezzabile, anche se ogni tanto si sente un po’ la mancanza dell’ABS. Il punto è che Yamaha ha voluto dare questa XJR 1300 a quelli che i controlli elettronici li odiano, e da puristi del genere chiamano la loro prediletta “la motocicletta” e non “la moto”, che potrebbe sembrare la stessa cosa ma vi assicuriamo che non è così.
Per rfar fronte alla mancanza di ABS, i tecnici giapponesi hanno dotato la XJR di un doppio disco da 298mm all’anteriore e di un singolo da 267mm al posteriore, che offrono una pinzata più morbida per evitare il bloccaggio delle ruote
Prova in Pista
“non mi aspettavo niente di simile, la moto spinge davvero forte ed imposta le traiettorie con una precisione che non mi sarei aspettato. La coppia si sente in ogni momento, ed i tornantini (di Franciacorta ndr.) si divorano in un attimo. L’unico limite di questa moto è, forse, la frenata, anche se bisogna dire che mi ha regalato molte soddisfazioni.
Scendendo in piega si sente il telaio ben stabile, ed anche per me che sono alto la posizione non è sacrificata. Equipaggiata con queste gomme (Dunlop Sportmax) si riesce a fare molto anche in pista, anche se ad un amatore consiglierei qualcosa di più specifico. Certo, non una slick, ma un compromesso più sportivo e devo dire che in ogni caso non è una moto adatta a tutti, le sue caratteristiche infatti necessitano di un pilota smaliziato.”