Provata la nuova Ducati Hyperstrada: divertirsi molto, viaggiare con moderazione

Ducati Hyperstrada nasce come derivazione dalla nuova Hypermotard che, con alcune piccole modifiche, si è cercato di rendere più versatile. Partiamo dalle differenze: manubrio più alto di due centimetri, sella ridisegnata, cupolino, borse laterali, prese da 12v, parafanghi estesi e sospensioni dalla corsa ridotta a 150 mm. Per il resto la Hyperstrada monta la seconda generazione del motore Testastretta da 821 cc (con intervallo di manutenzione portatao a 30.000 chilometri) all’interno di un telaio a traliccio di tubi d’acciaio unito a parti in alluminio pressofuso e tecno polimeri, in grado di offrire rigidità differenziata a seconda delle sollecitazioni. La parte ciclistica si completa con una forcella Kayaba upside-down da 43 mm con escursione da 150 mm (che diventano 130 per la versione più bassa) e un mono-ammortizzatore Sachs con escursione da 150 mm (o 130 sempre per la versione più bassa) e regolabile sia nel precarico che nell’idraulica.

Stessa dotazione della Hypermotard per ruote e freni: 120/70 x 17″ all’anteriore e 180/55 x 17″ al posteriore con un doppio disco da 320 mm e pinza monoblocco a 4 pistoncini davanti e disco da 245 mm al posteriore. Medesima anche l’abbondante elettronica a disposizione: ride by wire, controllo di trazione, abs, il tutto “condensato” in tre mappe pre-impostate (sport, touring e urban) ulteriormente personalizzabili. Nella modalità sport e touring il motore esprime tutti i suoi 110 cavalli, ma nel primo caso lo fa in maniera molto più immediata (varia l’apertura della farfalla alla medesima rotazione dell’acceleratore) e riduce al minimo l’intervento del dtc (controllo di trazione), dell’abs e del controllo di sollevamento del posteriore (lift-up) a vantaggio dell’efficacia in frenata, in modalità touring i cavalli sono i medesimi ma erogati in maniera più fluida, dtc e abs intervengono prima e il lift-up è ridotto al minimo per garantire il massimo controllo del mezzo. In modalità urban i cavalli a disposizione “scendono” a 75 e dtc e abs sono pronti a intervenire al minimo accenno. La sella è posizionata a 850 mm da terra, ma è possibile richiedere la sella ribassata di 20 mm e anche la versione “low” con escursione delle sospensioni ridotta sempre di 20 mm, così che l’altezza da terra può passare da 810 a 850 mm.
Come accennato la Hyperstrada è dotata di serie di prese da 12v aggiuntive, cupolino trasparente, sella sagomata in versione ribassata di 20 mm, borse laterali da 25 litri (in grado di ospitare un casco integrale ognuna), cavalletto centrale e parafango anteriore e posteriore maggiorati; disponibile in colorazione rossa o bianca può essere acquistata in versione “normale” o ribassata di 20 mm al prezzo di 12.800 euro.

Ducati Hyperstrada: prova su strada
Per una volta partiamo dalle strade che hanno ospitato questa prima presa di contatto: le colline toscane della Val d’Orcia (Montepulciano, Pienza, San Quirico d’Orcia solo per citare alcuni nomi) con le sue strade tutte curve e sali-scendi sono l’habitat ideale per ogni motociclista, ancora di più per un mezzo che nasce proprio con l’intento di fondere insieme divertimento e versatilità…
Ma davvero questa Ducati Hyperstrada raggiunge l’obiettivo prefissato?

La posizione in sella al primo contatto risulta un po’ sacrificata, lo spazio tra sella e manubrio non è molto anche per chi non è certo alto e ci si trova piuttosto a ridosso dell’avantrano, impossibilitati a retrocedere per la conformazione della sella. Un po’ meglio da questo punto di vista con la sella ribassata a 830 mm da terra, anche se così risultano un po’ troppo arretrate le pedane… Non è che non siamo mai contenti, ma su una moto che si propone “anche” per il turismo la posizione in sella non è secondaria! Ci vuole qualche curva per prendere dimestichezza con la Hyperstrada, ma quando si capisce quanto margine offra l’anteriore la guida diventa fluida e divertente, stavolta sì aiutata dall’ampio manubrio. Il motore è pronto a qualunque regime, consente accelerazioni decise e perdona se si percorre una curva con una marcia troppo alta. Delle tre mappe disponibili la “urban” si è rivelata più che sufficiente per divertirsi in tutta serenità, con una risposta all’acceleratore particolarmente dolce e la scomparsa dell’effetto “on-off” quando si toglie gas che è invece presente nelle altre due modalità. Una volta presa la mano la mappa touring regala qualche divertimento in più, mentre nella modalità sport le reazioni diventano quasi rabbiose e personalmente è quella che (per il tipo di moto) ci è piaciuta meno. Ottimo il comportamento dinamico della Hyperstrada così come infaticabili sono i freni, molto pronti e modulabili anche sul bagnato (non poteva mancare la pioggia, naturalmente) anche se soprattutto la forcella tende un po’ a cedere nelle frenate più decise. Sul piano dei consumi i dati sono incoraggianti, stando a quando dichiarato i 16 litri di serbatoio dovrebbero garantire oltre 300 km di autonomia, peccato che un po’ di vibrazioni soprattutto a livello della sella alla lunga finiscano con l’infastidire un po’.

Se vogliamo la Hyperstrada si conferma più Hyper e meno strada, perché non basta certo un cupolino e due borse per trasformare una fun bike in una divorachilometri… oltretutto alcune piccole “ingenuità” non ce le saremmo aspettate da Ducati: la mancanza di un indicatore della benzina (c’è solo la psia della riserva), una stampella laterale piuttosto scomoda da aprire, borse chiuse da una cerniera che non è il massimo per la sicurezza (oltre al fatto che non sono impermeabili e bisogna stivare le cose nelle sacche in dotazione) o, tanto per fare un esempio, la scelta di fornire le manopole riscaldabili solo come optional. Dettagli, certo, che però alla fine contano nel valutare una moto che invece ha davvero tanto di positivo da offire (e proprio su punti fondamentali come erogazione del motore e ciclistica).
Insomma, la Hyperstrada non vuole certo rubare la scena alle sport tourer, quindi se volete viaggiare ci sono altre scelte (la Multistrada, tanto per restare in famiglia) ma se volete una Hypermotard un po’ meno estrema e più versatile, in grado di attraversare la città ogni giorno e portarvi al mare (ma anche in vacanza, senza esagerare) la Hyperstrada è quello che fa per voi.

Abbigliamento utilizzato per il test:
Giacca: Spidi Netforce h2out
Pantaloni: Spidi Virous Tex Jeans
Guanti: Dainese Joust
Paraschiena: Dainese Wave11
Sottotuta: Dainese Climate
Stivali: Stylmartin Delta
Casco: X-Lite X702

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