Inutile girarci tanto attorno: il mondiale di MotoGP 2015 si chiude al veleno, tra accuse, illazioni, spinte fisiche e virtuali, sponsor che abbandonano i piloti ed un clima più consono ad uno stadio di calcio che al mondo delle due ruote, dove solitamente regna il fair play. Fatto sta che Jorge Lorenzo è campione del mondo della MotoGP 2015, con Valentino Rossi autore sì di una rimonta straordinaria ed elettrizzante pur partendo dall’ultima posizione, ma non in grado di conservare punti di vantaggio sul compagno di squadra in Yamaha. A proposito, Jorge Lorenzo correrà in Yamaha anche nel 2016? Ne dubitiamo, più probabile un suo passaggio in Ducati, ma questi sono argomenti che toccheremo in futuro.
A far incavolare i milioni di tifosi di Valentino Rossi (si badi bene, tifosi non solo italiani dato che ieri le tribune, nonostante si corresse in Spagna, hanno riservato più applausi a lui che a Lorenzo e Marquez assieme) è l’atteggiamento ancora una volta poco sportivo di Marc Marquez, che dopo aver duellato con il Dottore a Sepang, ha condotto una gara di controllo, da scudiero dell’amico Lorenzo. Chiunque abbia girato un po’ in moto, non necessariamente ad alti livelli, ha capito che Marquez ne aveva di più, avrebbe potuto attaccare e mettere in difficoltà Lorenzo, ma se ne è ben guardato salvo poi dichiararsi “offeso” per le accuse nemmeno tanto velate di Rossi, che il mondiale non lo ha perso ieri ma in un altro paio di gare dove è stato rivedibile.
Il vero signore, tra i vari litiganti, è ancora una volta risultato Dani Pedrosa, “sfigato” fin che si vuole, meno arrembante e sicuro dei magnifici 3, ma sempre educato, corretto e, dettaglio non da poco, capace di guidare e di ottenere ottimi risultati in questo finale di stagione. Lui sì, avrebbe attaccato Lorenzo, ma il mastino alle spalle del maiorchino non glielo ha consentito. a riprova che si può avere talento (e Marquez ne ha, eccome se ne ha!) ma non necessariamente si è uomini, né tanto meno signori.
Da parte sua Valentino Rossi rilancia le accuse verso Marquez, che viene difeso sia da Livio Suppo (con parole che super sincere non sono sembrate) e dal vicepresidente di Honda, Nakamoto, che sostiene che la visione di Valentino è quella di una singola persona e non la realtà. Verissimo, non è la realtà, ciascuno può pensare quello che vuole, ma signor Nakamoto ci permetta di farle presente che la visione di Valentino è la stessa di migliaia e milioni di appassionati. 30 giri di pista e non un singolo attacco… tempi identici al decimo di secondo giro dopo giro, anche quando Lorenzo girava di 5 decimi più lento rispetto al giro precendente.
L’appuntamento è ora al 2016, sperando che i veleni di questo campionato svaniscano ed il clima torni sereno, perchè si può tifare il pilota che si vuole, la moto che si vuole, ma sarebbe sempre bello farlo in un clima di fair play, dove lo spettacolo della MotoGP regni sovrano e non venga messo in secondo piano da dichiarazioni al vetriolo (Rossi ne tragga insegnamento) ed accuse personali che non ci piacciono.
Un bravo a Lorenzo che ha obiettivamente guidato alla grande ed un bravo a Rossi, stessa classe (d’età, s’intende) di chi scrive ed ancora innamorato delle moto come 20 anni fa. Bravi anche Pedrosa e Marquez, discontinui ma sicuri protagonisti del prossimo mondiale, e bravi anche i piloti Ducati, che hanno riportato la moto di Borgo Panigale a livelli almeno accettabili. Chissà che nel 2016 i progressi di Ducati siano ancor più evidenti.
Basta veleni, per carità. Lorenzo è il nuovo campione, rendiamogli il giusto merito. Pur sperando, lo ammettiamo candidamente, che il Dottore possa prendersi l’anno prossimo il tanto agognato 10° titolo iridato.