Test Ride Peugeot Pulsion 125 euro 5: il leone di Peugeot Motorcycles torna a ruggire

In concomitanza con un evento interno all’azienda abbiamo avuto modo di mettere le mani sullo scooter di punta della casa del leone, ovvero il Pulsion 125 con motorizzazione Euro 5. Si tratta di un modello già noto al mercato europeo, in quanto abbondantemente commercializzato nelle vicine nazioni di Francia e Spagna, ma che arriva in Italia proprio in virtù di questa rivoluzione interna in casa Peugeot, tale per cui l’azienda ha deciso di riprendere in mano le redini della catena distributiva. I francesi tornano in Italia con tanta voglia di fare, dopo anni di successi con modelli quali Geopolis e Metropolis. Si rimettono in gioco e puntano in alto, vista la fascia di prezzo in cui si collocano, con uno scooter generalmente premium forte di una motorizzazione oggettivamente ben riuscita e parca nei consumi.

L’estetica di Peugeot Pulsion 125

Le tre versioni Active (la versione di ingresso), Allure (versione di punta) e GT (premium più sportivo) mantengono il carattere distintivo della casa francese con stilemi tipici delle automobili, traslati all’ambito motociclistico. Spigoli vivi e gruppi ottici che sembrano ricordare “i canini” di una Peugeot 208 caratterizzano in positivo uno scooter generalmente premium e ben rifinito, il cui aspetto estetico osa andare oltre la monotonia. La calandra importante si dispone verticalmente ed ancora una volta sembra essere stata una costola di una vettura. La strumentazione è pulita ed ordinata con un contagiri che si muove in senso antiorario. Certo è che con questo aspetto estremamente marcato potrebbe non piacere a tutti, ma del resto è da molto tempo che la casa francese del leone ci ha abituati a forme estetiche che sanno andare al di là dell’ordinario. Ottima la fanaleria a LED, che indubbiamente tornerà utile nelle ore più scure.

Il nuovo motore Euro 5

Va innanzitutto precisato che il nuovo motore del Pulsion 125 non sfrutta la base della precedente versione Euro 4, ma è l’evoluzione di un altro propulsore della famiglia Peugeot PowerMotion. Rispetto al passato questa unità si presenta più leggera, più parca nei consumi (2,7 litri per 100 km) e più generosa in termini di coppia. Alla vista si notano alcuni elementi rinnovati quali ad esempio l’airbox e lo scarico e all’interno, il motore, viene controllato da una nuova centralina. Rispetto al passato non sale la potenza, sempre ferma a 14,4 cavalli @ 8.800 giri (in passato erano 9.000 giri), ma si guadagna qualcosa di coppia (12,4 Nm @ 6.900 giri contro gli 11,9 Nm @ 7.000 della versione euro 4).

Ergonomia e confort

Uno degli aspetti che deve saper conquistare un acquirente è indubbiamente il confort di guida e, anche se la cilindrata non si presta a lunghi viaggi, si deve poter guidare in comodità. Gli ingombri del Peugeot Pulsion 125 Euro 5 sono contenuti eppure il conducente gode di un ampio spazio di manovra all’interno dello scooter: le gambe formano un angolo di 90 gradi e si rischia di toccare il manubrio con le ginocchia solo in caso di persone molto alte che tentano di sfruttare appieno l’ottimo raggio di sterzata. L’altezza della sella è di 790 millimetri e ben si presta per una persona di statura media. Le persone sotto i 165/170 cm di altezza potrebbero sentirsi meno a proprio agio in quanto le dimensioni abbondanti della seduta tendono ad imporre le gambe ben divaricate.

In termini di capacità di carico il vano sottosella da 39 litri ha una forma molto irregolare, ma tuttavia c’è spazio per un casco integrale e per un jet. Un portatile, inserito all’interno di una borsa porta computer, dovrebbe entrare quasi al millimetro. La capacità di carico raggiunge il 78 litri nel momento in cui si sfrutta anche il bauletto che integra anche un comodo poggia schiena per il passeggero.

Prova su strada Peugeot Pulsion 125

Morbido il motore con un quadro strumenti che ricorda quasi una autovettura. Le leve ergonomiche richiedono poco sforzo ed il feeling è pressoché immediato. Le pedane offrono spazio abbondante per i piedi ed in generale alla guida ci si sente immediatamente a proprio agio. Il tunnel centrale, dalle dimensioni importanti, potrà piacere meno ai professionisti della City che sono soliti appoggiare, tra le gambe, oggetti come zaini, computer e borse della spesa.

Il quadro strumenti è caratterizzato da tre zone principali: a sinistra l’indicatore di velocità che si muove in senso orario, a destra indicatore del numero di giri che si muove in senso antiorario mentre al centro si trova un importante display TFT che può fungere da strumento di connessione con lo smartphone per ottenere indicazioni sul percorso, notifiche su messaggi e chiamate. Basta infatti di scaricare un’applicazione (inizialmente gratuita e successivamente a pagamento) per usufruire di un servizio di navigazione chiaro e puntuale. Alcune piccole note riguardo questo servizio: la prima riguarda il fatto che trascorsi due anni si debba mettere mano al portafogli: per quanto ho inteso altre nazioni, al momento, non hanno un piano di costi trascorsi i due anni. Secondo aspetto riguarda il fatto che l’applicazione sia, al momento, solo disponibile per il mondo Android – tagliando quindi le gambe ad una importante fetta di mercato. Infine, un aspetto pratico: gli autovelox. Per quella cifra sarebbe stato importante integrare la notifica di velox sul percorso, perché basta un attimo di distrazione per vedersi recapitare a casa un bel verbale. Rispettare i limiti di velocità è importante, ma qualcosa può sempre scappare e un supporto dalla tecnologia in questo senso sarebbe stato molto utile.

Alla guida lo scatto è garantito dal motore Euro 5 che spinge fino dove può. Le salite della costa siciliana non hanno forse aiutato ad effettuare una prova più spinta, perché il tachimetro non ha mai passato i 90 km/h. Al contrario la frenata è pulita e ben bilanciata. Si apprezza notevolmente il grande lavoro fatto dall’ABS che è deciso, ma mai invasivo. L’uso della leva sinistra permette poi di distribuire la frenata su entrambi i dischi rispettivamente da 260 mm per l’anteriore e 210 mm per il posteriore.

La guida dinamica è agevolata da elementi che svolgono un ottimo lavoro: buono il supporto della forcella anteriore telescopia da 37 millimetri e al posteriore i due ammortizzatori da 90 mm (regolabili in 5 posizioni) limitano le oscillazioni per una guida stabile anche nel momento in cui si cerca un pizzico di aggressività. Ovviamente non parliamo di una moto da corsa, ma la sensazione, nel momento in cui si cerca un minimo di piega, è quella di sicurezza. Sarà complice anche il telaio che oggi caratterizzato da una maggiore rigidità torsionale e longitudinale, per un miglior comportamento dinamico. Anche il radiatore è stato spostato verso il basso in modo da schiacciare ancora di più il baricentro del veicolo. Per una guida su terreni particolarmente danneggiati si dovrà forse intervenire sul precarico al posteriore, in modo da avere meno colpi sulla schiena.

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