Triumph Speedmaster: prova su strada della cruiser equilibrata

Presentata a Intermot di Colonia, la nuova gamma cruiser conta molto per Triumph. In Italia è uno dei due segmenti, insieme alle turistiche, che ha tenuto un segnale positivo. Ecco allora che la casa inglese rinnova le sue forcelle lunghe.
Dopo aver testato la America, moto più stile “fat” dal comportamento tranquillo e facile da guidare, ora è il turno della Triumph Speedmaster.

Il look è molto più custom e aggressivo della sorella America. Il target a cui si rivolge è di una utenza alla ricerca di una prima moto e di polsi poco aggressivi che cercano una custom e il piacere di guida prima delle prestazioni, ma come vedremo in prova, qualche soddisfazione ce la si può prendere anche in sella alla Speedmaster.

Se il telaio e il motore, il classico bicilindrico parallelo Triumph da 865 cc da 61CV di potenza e 72Nm di coppia, rimangono invariati, l’estetica è stata modificata per renderla più custom.
È stato alleggerito l’avantreno eliminando la carenatura della forcella e uno dei due dischi del freno, il parafango è più sottile e di nome infatti fa skinny ed è stata realizzata una nuova ruota anteriore più grande con gomma da 19”.
Per il comfort in sella è stato migliorato il triangolo manubrio-sella-pedana: il primo è stato rialzato allargato e posizionato più vicino al pilota per avvicinarsi a un range più ampio di rider. La sella abbassata a 690mm da terra mentre le pedane sono state avvicinate per una seduta più comoda e meno faticosa.
Il posteriore è stato snellito agendo sul parafango che ora non è più in comune con la America bensì è in stile cut-off, più custom quindi. In generale, l’intenzione era di togliere il più possibile mantenendo l’essenziale e eliminando le cromature a vantaggio del nero come il carter e il motore.
Il risultato è una motocicletta dal look è più pulito e minimalista.
Il prezzo è lo stesso della America e cioè 8.990 euro. Non per creare concorrenza interna ma per mettere il cliente di fronte a una scelta. L’acquisto di uno rispetto a un’altra non è un fatto economico ma diventa più di indole e gusto.
La Triumph Speedmaster è proposta in doppia colorazione: il classico Phantom Black metallizzato ed il nuovissimo ed originale Cranberry Red.

SU STRADA

La Triumph Speedmaster nella colorazione Cranberry Red salta all’occhio. Abituati all’abito nero di quasi tutte le custom, questa vernice mette in risalto la linea snella della moto. L’unica eccezione a un look minimal. L’avantreno è più leggero e si nota il nuovo faro anteriore dal disegno pulito proiettato sulla strada.

Saliti in sella il comfort si avverte: si sta comodi con il serbatoio a goccio più stretto verso il basso mentre è davvero una bella sensazione stringere il manubrio largo Non è tanto più largo rispetto alla versione precedente ma rende controllo, anche da fermo, ottimale considerando la seduta di 690mm (25 in meno la versione 2010), con i piedi ben piantati per terra per la massima sicurezza.
Girando la chiave, posta sotto la sella sul lato sinistro, il rombo gutturale del bicilindrico parallelo risuona audace nella mattinata veronese uscendo dai doppi terminali di scarico a fetta si salame.

L’erogazione è fluida e dolce tra le curve ed i sali scendi delle colline scaligeri che ci portano verso la diga di Chievo. Da qui si srotola una fetta di asfalto mista e il comportamento della Speedmaster è impeccabile, con una accelerazione pronta in sorpasso e la coppia di 74Nm fornisce la potenza necessaria per le uscite in curva e gli allunghi.
Nonostante la forcella allungata e la luce a terra ridotta, tradizionali per questo tipo di moto, nei tornanti sopra il Lago di Garda questa custom cruiser è maneggevole. Il peso di 250 kg non si avverte grazie anche a un manubrio allargato e rialzato quel che basta. Il controllo è garantito.

La Speedmasteer si dimostra facile e versatile: facile per chi ha poca dimestichezza e divertente e gustosa da guidare per i biker più esperti.
I quali si potranno togliere soddisfazioni aprendo con decisione il gas e muovendo in fretta il piede sulla leva del cambio sfruttando fin da subito la coppia disponibile.

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