L’ingegnere aeronautico Corradino D’Ascanio, ritenuto da Enrico Piaggio idoneo alla progettazione di un nuovo motoveicolo in quanto proveniente da un settore totalmente differente, era famoso per detestare i veicoli a due ruote. Chi, dunque, meglio di lui avrebbe potuto creare qualcosa di innovativo? Corradino odiava l’idea di dover “scavalcare” la moto per salire in sella: da qui, l’invenzione del primo veicolo a scocca portante privo di struttura tubolare in acciaio e quindi privo di tunnel centrale. Nasce così la Vespa, brevettata il 23 aprile del 1946; è, senza dubbio, uno dei prodotti più famosi mai realizzati, nonché icona rappresentativa del design italiano nel mondo. E’ un oggetto talmente iconico da essere esposto al “MoMa” di New York ed al “Triennale Design Museum” di Milano. Nato come modello di casa Piaggio, il suo successo è tale da farlo diventare un brand a se stante nel 2004.
La Vespa nasce grazie alle conoscenze di D’Ascanio in ambito aeronautico: la scocca portante senza tunnel centrale, la sospensione anteriore ispirata ai carrelli degli aerei ed il motore concettualmente derivato dal sistema di accensione dei motori aeronautici, ne sono la prova. La posizione di guida è stata modellata sul disegno di un uomo in poltrona con lo scopo di renderla più comoda e rilassante, con le braccia in avanti ma mai troppo tese: il cambio viene spostato sul manubrio ed il motore viene coperto dalla carrozzeria stessa in modo da evitare che si potessero macchiare i pantaloni con le frequenti perdite d’olio. Infine, aggiunse la ruota di scorta in modo da evitare i kit di riparazione ed avere un ricambio immediato nel caso di una possibile (ma frequente, visto lo stato delle strade dell’epoca) foratura. La Vespa nasce nel 1946 a seguito – si dice ma non è confermato da nessuno – di un’esclamazione di Enrico Piaggio che, quando la vide per la prima volta, disse: “ sembra una Vespa!” per via del ronzio del motore e della forma della carrozzeria, soprattutto se vista dall’alto. Il debutto avviene alla Mostra della Meccanica e Metallurgia di Torino del 24 marzo ’46 dove si chiudono già i primi contratti di acquisto; dalla settimana successiva iniziarono le presentazioni in varie città italiane con pubblicità sui principali quotidiani dell’epoca. Seguì il debutto in società con una presentazione al Circolo del Golf di Roma, guadagnò la copertina de “La Moto” e venne poi mostrata a tutti gli italiani alla Fiera della moto di Milano del medesimo anno. Vespa doveva essere una soluzione momentanea, un mezzo semplice, economico e di facile gestione che consentisse la ripresa del mercato, fermo per via della guerra; successivamente, si sarebbe tornati alla produzione aeronautica. Piaggio propose la distribuzione della Vespa anche alla Moto Guzzi che, però, non accettò per via della decisione di Giuseppe Guzzi il quale si mostrò contrario alla commercializzazione di motocicli a ruote basse in quanto ritenuti insicuri e pericolosi. Il lotto pre-serie della Vespa – sia in versione Classica che in versione Lusso – veniva costruito a mano e non aveva raccolto molti consensi nella clientela; Enrico Piaggio non si fece intimorire e decise di provare con la produzione in catena di montaggio cercando in Lancia un aiuto per i contatti a livello commerciale. Il primo lotto di Vespa venne esposto nelle concessionarie Lancia e, ben 2.181 esemplari, furono venduti nel 1946; nel ’47, il numero superò le 10.000 unità che diventarono 19.000 nel 1948 e ben 60.000 negli anni cinquanta. Tre anni dopo, il salto è epocale: più di 171.200 veicoli lasceranno gli stabilimenti costruttivi. Vespa era innovativa in tutto e per tutto ma, il plus di avere una carrozzeria portante ed il motore integrato nella scocca, la rendeva idonea all’utilizzo con l’abbigliamento di tutti i giorni, permettendo a chiunque di usarla senza il timore di sporcarsi. Benché sia stata prodotta in tantissime versioni, ha dalla sua parte una linea uniche che – variando nel particolare – rimane inconfondibile nell’insieme; nel 1949, l’amore per questo modello, porta alla nascita del primo Vespa Club con sede a Viareggio. Nel 1950, Vespa viene prodotta in Germania; nel ’51 aprono le licenziatarie In Gran Bretagna e Francia. Segue una diffusione capillare a livello mondiale con poli produttivi in Spagna, Belgio, Bombay, Usa, Australia, Sud Africa, Cina ed Iran. Il mondo ha vissuto la nascita di questo mito tutto italiano ed anche l’autorevole “Times” ha parlato di Vespa come “un prodotto interamente italiano come non se ne vedevano da secoli dopo la biga romana”. Il concetto è semplice: in qualsiasi angolo del pianeta ci si trovi, “Vespa” è il termine universale al quale tutti gli appassionati assoceranno l’Italia!
Impossibile definire quale modello Vespa sia ritenuto iconico e quale non lo sia… ogni Vespa, a suo modo, è iconica! Tutto inizia con la Vespa 98 del ’46, seguita nel ’47 dalla versione 98 Corsa Circuito e dalla Vespa 98 II Serie. Nel ’49 arrivano la Vespa 125 Corsa “Alloy Frame” e la Vespa Circuito 125 mentre, nel ’50, vediamo la Vespa Montlhery e, nel ’51, la famosa Vespa Siluro – o Torpedo – che registrò i 171,1 km/h sul chilometro lanciato. Nel ’51 arrivano la Vespa 125 (simile a quella del ’48 ma affinata e migliorata a livello tecnico) e la versione “Six Days”, seguite nel ’53 dalla ricercatissima Vespa 125 U (dove la U sta ad Utilità), studiata per sbaragliare la concorrenza della Lamabretta. Nel 1955 arriva la Vespa 150GS: viene ricordata come la più bella mai prodotta e rappresenta il modello con il quale avviene il passaggio da “mezzo economico per la ripresa dei mercati” a “mezzo per distinguersi dalle masse”. Nel ’56 a listino ci sono tre modelli: Vespa 125, 150 cc e 150 GS; nel ’56 Vespa 150 T.A.P. rappresenta un veicolo militare a tutti gli effetti e viene utilizzata dalla Legione Straniera e dai Paracadutisti grazie all’arma in dotazione e ad altre chicche ad uso militare. Nel 1959 Vespa 150 GS VS5 è il modello che detiene il record di unità prodotte: ben 80.000; nel ’58 arriva Vespa VBA, nel ’62 Vespa Dalì e, nel ’63, arriva Vespa 50 cc dedicata ai giovani che la potevano guidare a 14 anni e non necessitava di targa per circolare. Nel ’66 è il momento di Vespa 90 Super Sprint, Vespa Alpha nel ’67 e Primavera 125; nel ’69 Vespa 180 Rally e, nel ’73, Vespa 50 Special. 125 ET3 nel ’76 assieme alla Vespa Primavera ET3 ed alla Vespa rally 200. Nel 1977 arriva Vespa Gigante e Vespa 100 Sport nel ’78, assieme alla P125X. 1985: Vespa 50 S e 125 T5 Pole Position. Vespa 50 Special Revival nel 1991 e, nel 1996, il passaggio a Vespa ET2/ET4 nelle cilindrate 125 e 150 cc. Nel 2005 torna Vespa LX e la GTS 250 IE, seguita nel 2006 da Vespa GTV – LXV; nel 2007 arriva la Vespa S50 e 125 e, nel 2008, la GTS 300 Super. 2009: Vespa S50 ed LX50 con distribuzione a 4v; 2014 Vespa GTS con ABS e controllo di trazione ASR. Bellissima e costosissima, la Vespa 946 Armani del 2015 rappresenta la massima evoluzione di stile di questo best seller tutto italiano. Oggi Vespa propone una scelta moderna con forti richiami al passato e, in più, la nuovissima versione elettrica.