Come va Anima sportiva sì, ma alla resa dei conti chi compra una moto come FZ6 pensa più ai weekend tra le salite di montagna che ai cordoli di una pista. Partendo da questo presupposto, dunque, è più che naturale che FZ6 abbia una posizione di guida estremamente bilanciata, con le pedane non troppo vicine alla sella ed un manubrio molto alto e largo che permette una posizione del busto non troppo caricata in avanti.
Anche il passeggero gode di un’ottima posizione, grazie ad una sella non troppo rialzata rispetto a quella del pilota, pedane ben posizionate e due pratiche maniglie laterali alle quali aggrapparsi. A differenza di altre moto dotate di scarichi sottosella, inoltre, FZ6 non cuoce le “parti basse” del passeggero…a tutto vantaggio del comfort di marcia.
Il cruscottino digitale è decisamente bello da un punto di vista stilistico e ben si intona con le forme muscolose del faro e del serbatoio…anche se la lettura non è certamente semplice; e non parliamo tanto della velocità, del carburante presente nel serbatoio o della temperatura del motore, ma del contagiri…abbastanza difficile da leggere con una rapida occhiata.
Poco male, perché il quattro cilindri Yamaha canta che è “’na bellezza” ed è facile capire quando è il momento di cambiare… Il sound è tutto sommato contenuto ai regimi più bassi, mentre agli alti si apprezza un gustoso ululato che proitetta velocemente il contagiri da quota 8.000 al limitatore posto a quota 14.000 giri. Sotto gli ottomila la spinta è sufficiente per muoversi con tranquillità nel traffico e su strade statali: oltre i 2.500, infatti, la regolarità di funzionamento e la dotazione di coppia sono di ottimo livello ed anche in tema di vibrazioni tutto fila liscio come l’olio.
La maneggevolezza e l’equilibrio dimostrati nella guida di tutti i giorni, su strade statali ed autostrade…ma anche in città rendono l’idea del valore di questa piccola naked. Le sospensioni assorbono piuttosto bene le asperità stradali ed anche in coppia non si avvertono fastidiosi ondeggiamenti o alleggerimenti troppo evidenti dell’avantreno. L’unico appunto che potrebbe muovere la clientela riguarda la protezione aerodinamica, ma in una naked non si possono certamente pretendere i miracoli.
Buona, infine, anche la frenata: l’impianto a tre dischi è potente ma allo stesso tempo è modulabile e non soffre troppo di fading se utilizzato a lungo al 100 % delle sue possibilità.
Tutto questo per soli 6.995 euro, un prezzo decisamente concorrenziale. I colori disponibili sono Midnight Black, Silver Metallic, Power Blue e Competition White, come sul modello da noi provato.
Yamaha FZ6 – Long Test Ride. La piccola nuda della casa dei 3 diapason continua sulla strada del successo sin dall’ormai lontano 2003, anno della sua presentazione. La ricetta è invariata nella sostanza, d’altra parte “squadra che vince non si cambia”! Un cuore da R6 Un bello stile, ma anche elevate prestazioni. Questo sembra essere il leit-motiv che anima i pensieri dei tecnici delle quattro Case giapponesi…e così, anche nel “tranquillo” segmento delle naked, si sta facendo ricorso a propulsori estremamente prestazionali, in grado di esprimere tanta potenza ma anche una guidabilità in grado di mettere a proprio agio anche chi ha poca esperienza con le due ruote.
Un connubio “strano”, è vero, ma con l’elettronica si può fare questo ed altro e così i tecnici dei Yamaha non si sono certo fatti pregare per far ricadere la scelta sul cuore della R6…che con qualche piccolo intervento – anche meccanico – è stato adattato ad una guida più tranquilla ed adatta all’uso stradale, senza dimenticare che deve dare filo da torcere alla concorrenza…
Al banco sono rimasti la bellezza di 98 CV a quota 12.000 e ben 6.4 kgm di coppia massima a 10.000 giri. Numeri davvero interessanti, merito di una tecnologia raffinatissima nella costruzione delle componenti interne oltre che di un sistema di iniezione basato su due coppie di corpi farfallati da 36 mm e pilotato da una centralina a 32 bit pronta ad adattare le caratteristiche di iniezione alle richieste del polso destro ed alle condizioni ambientali contribuendo in modo fondamentale al raggiungimento delle soglie antinquinamento previste dalle normative.
Il telaio Tanto quanto la R6, anche la serie FZ6 adotta un telaio costruito con ricercate tecniche di pressofusione dell’alluminio, per ottenere la massima riduzione delle impurità ed evitare il maggior numero possibile di saldature. Sono solo due, infatti, le parti che compongono il telaio della nuova Yamaha, saldati longitudinalmente in due punti, di cui uno vicino al canotto di sterzo e l’altro nelle vicinanze del forcellone.
Il reparto sospensioni è composto da un forcellone più lungo rispetto al passato, che lavora senza l’utilizzo di leveraggi progressivi. Il suo movimento è regolato da un ammortizzatore regolabile.
La forcella vanta, come la sorella 1000, steli da 43 mm ed offre la possibilità, grazie ad un nuovo interasse, di ospitare ruote di dimensioni più generose: 120/70-17 e 180/55-17 su cerchi a 5 razze con canale da 3.50 pollici all’anteriore e 5,50 pollici al posteriore.
Cresce di 23 mm l’interasse, ora a quota 1.438 mm, di 1 grado l’inclinazione dello sterzo, arrivato a 25°, e ben 9mm l’avancorsa, che ora arriva a misurare 97,5 mm.