Marco Simoncelli ed Alvaro Bautista si sono giocati il titolo mondiale nel 2008, una battaglia in pista all’ultima staccata, con qualche episodio polemico. Ma “diobò fa parte del gioco” come direbbe il Sic e Bautista lo sapeva e per questo si rispettavano.
Ieri il pilota de Suzuki Rezla Team ha voluto scrivere una lettera a Marco Simoncelli, pubblicata sul sito del quotidiano sportivo spagnolo AS.
Di seguito riportiamo la traduzione.
Caro Marco,
non so da come iniziare, è difficile dire qualcosa dopo un weekend così difficile. Tutto ciò che è accaduto a Sepang, la gara emozionante delle 125, con Nico Terol molto vicino ad ottenere il titolo, l’assenza di Marc Marquez in Moto2 lasciando il campionato a portata di Bradl, il mio buon feeling nel warm-up mi diceva che avrei potuto ottenere un buon risultato in gara … Tutto è stato oscurato dal tuo incidente.
La tua passione. Tu ed io sappiamo che il nostro è uno sport ad alto rischio e che, per fortuna è sempre migliore. Ma a volte queste cose succedono e la gente capisce che non è un gioco ma che è la nostra vita ad essere in gioco. Non ti dirò come sono stati quei momenti nel paddock aspettando tue notizie, perché credo che abbiamo pianto e sofferto abbastanza. Credo che tu sia morto facendo quello che più amavi, quello che tutti i piloti più mano. Correre in moto.
Rivale diretto. Ho avuto l’opportunità di essere uno dei tuoi rivali in 250, dove abbiamo avuto molti scontri. Sei sempre stato un pilota controverso in pista, sempre al limite e talvolta andando oltre, ma sempre spettacolare, facendo innamorare il pubblico del motociclismo. E se in pista erano le tue caratteristiche, fuori non passavi inosseervato con quei capelli alla Jimi Hendrix e l’andatura svogliata, quella voce buffa.
Campione del Mondo. Il 2008 è stato il tuo grande anno dopo due stagioni in 250 senza un podio. Ma quell’anno ha cambiato tutto, hai iniziato a salire sul podio regolarmente vincendo gare e prendendo un buon vantaggio. Abbiamo avuto diverse battaglie in pista e fuori. Alla fine ha vinto il campionato, proprio al Circuito Internazionale di Sepang. L’anno successivo alcune volte andammo in Direzione di Gara per vedere qualche azione controversa, ti ricordi? Onestamente, il mio rapporto con te fuori pista cambiò e non si dicemmo quasi una parola.
Ma quest’anno è stato tutto diverso. Purtroppo a causa della situazione in Giappone, noi piloti abbiamo avuto molti incontri e questo ci ha resi più uniti, migliorando i nostri rapporti, tornati come prima.
Sai sei stato un grande pilota, è sempre sul filo, sempre divertendoti in quello che facevi, dando sempre il meglio, sempre in lotta. Anche nel nostro ultimo giro a Sepang, quando eravamo ancora insieme, sempre difficile da sorpassarti. All’ultimo giro ci siamo passati sei volte in appena due curve. Mi è piaciuto moltissimo e so che è piaciuto anche a te, come sempre quando facevamo una duello come quello.
Nel paddock. Poi, il circuito dove sei diventato campione del mondo e ti ha visto festeggiare il miglior momento della vita, te l’ha presa. Il Sepang International Circuit (SIC) ci ha diviso. Che strano camminare nel paddock senza vederci… Ma il tuo ricordo sarà sempre con noi, non ti dimenticheremo mai e ci mancherai molto. Ma sono convinto che ovunque tu sia, ci seguirai.
Ai tuoi. Avrei molto da dire ma è molto difficile da scrivere adesso. Desidero esprime alla tua famiglia, alla tua fidanzata Kate, agli amici, ai meccanici ed alle persone della tua squadra ed ai tuoi tifosi, la mia simpatia più sincera e affettuosa.
E ti dico che nella prossima gara di Valencia, tutte le persone che andranno a Valencia, e di sicuro saranno tante, ci andranno per te. In tuo ricordo. Correremo per te. Ti dedicheremo la gara. Perché sarai sempre nei nostri cuori.
Un abbraccio ovunque tu sia. R.I.P.D # 58.”