Arriva la MotoGP 2016.
In Malesia -ma in effetti anche in Australia- si semina, mentre in Qatar si raccoglie. È questo l’imperativo dei Team impegnati in MotoGP, che stanno lavorando a ritmi martellanti per dare ai propri piloti la miglior moto possibile. Se è vero che i test -specie se sono i primi della stagione- vanno presi con le pinze, è anche vero che alcune cose ci fanno capire quale direzione prenderà la MotoGP 2016.
Vediamo quindi le anticipazioni sulla MotoGP 2016:
Ricomincio da Tre (diapason):
Eravamo un po’ tutti convinti che Yamaha, almeno nelle prime fasi dello sviluppo, si sarebbe trovata a dover rincorrere gli altri costruttori. Concentrarsi nella lotta al titolo invece che sullo sviluppo della moto in configurazione 2016 si sarebbe rivelato un limite. Sepang ci dice che non è così, che Yamaha ha ancora le redini del carro. Questo, probabilmente, per almeno un paio di motivi: il primo è che sia Jorge che Valentino hanno optato per il telaio 2015 e non quello sotto la sella -con bocchettone sulla coda-, il secondo è che le Michelin sono cambiate molto dall’ultimo test a Valencia.
La gomma anteriore non è quella che si temeva, ora infatti si avvicina di più alla tanto rimpianta Bridgestone. Considerando che la M1 di Iwata ha sempre avuto un forte grip meccanico, che fa della guida do
lce e rotonda il proprio punto di forza, è lecito pensare che il Team Movistar può trarre i propri vantaggi da questa situazione: avrà la moto dell’anno anche stavolta.
Lorenzo può vincere ancora, certo, ma bisogna dire che la sua carriera è lo specchio delle sue prestazioni in gara: se tutto è a posto e parte in pole, è facile che vinca. Ma se quello che sembra essere un treno che viaggia a velocità siderali dovesse trovare un sassolino sul binario, il deragliamento. Ora, Jorge è partito al massimo, e se tutto va bene (per lui) può sicuramente confermarsi nel 2016. Al momento è di certo il più in forma.
Discorso diverso, ma infondo simile, per Valentino Rossi: il dottore è competitivo, la M1 è pronta ed i tempi sono buoni. Indubbiamente Rossi parte per vincere il mondiale, potremmo dire con le stesse possibilità dell’anno scorso. La stagione è lunga e 18 gare sono molte, ma il Dottore quest’anno ha ancora più voglia di riprendersi lo scettro. Bisogna capire quanto di quel secondo rimediato dal compagno di squadra sia recuperabile, perché il divario al momento è spaventoso.
Il Figliol Prodigo:
Eccolo lì, con il 27 stampato sulla carena ed una serenità che a Sepang gli altri piloti non hanno mai avuto. Stoner si aggira per il box Ducati, parla con i piloti e lavora con gli ingegneri, ed in tutto questo cattura l’attenzione mediatica almeno quanto Rossi.
Va forte l’australiano, e lo fa da subito. Poi si toglie lo sfizio e parla di Honda, che non lo ha ascoltato e lo teneva a contratto solo sperando che tornasse a correre. Ora i Ducatisti lo vogliono in pista a tempo pieno, lui scrolla le spalle e sorride. Correrà a Phillip Island, questo è quasi certo. Forse sarà in griglia anche in Qatar, cosa che renderebbe l’inizio della MotoGP 2016 qualcosa di memorabile. Stoner sta provando a mettere a posto la moto, vero, ma ricordiamoci che la sua filosofia è quella che il pilota deve adattarsi alla moto, non il contrario.
Dovizioso e Iannone cercano di imparare con umiltà, di accettare consigli. Sono però in una posizione difficile, anche perché i tifosi sembrano essersi un po’ scordati di loro. Testa bassa e lavorare, perchè con otto moto in griglia e la Desmosedici nata sotto i migliori auspici si può puntare in alto e, in caso di vittoria, i due Andrea -anzi, probabilmente uno solo!- potrà riprendersi il cuore dei tifosi.
A Sepang il mare è calmo: neanche una Honda
Nel box Repsol Honda tremano i polsi, il motore è ancora troppo scorbutico e l’elettronica davvero limitante, e come se non bastasse Marquez sembra intenzionato a tenersi il telaio 2014. Segno che c’è qualcosa che non va: le Michelin fanno faticare molto il fenomeno di Cervera, che non riesce più a derapare come prima. Le coperture francesi preferiscono la dolcezza di Jorge.
Poi, ma questo è un parere personale, Marquez soffre molto le altre personalità del paddock. L’anno scorso Valentino è tornato e gli ha rubato la scena, i giornali parlavano più del vecchio lupo che del nuovo che vince. E le sue reazioni sono state plateali. Quest’anno arriva Stoner e si pensa che lui, Marquez, non lo abbia voluto ad Austin 2015.
In molti infine sono convinti che l’australiano, se corresse, sarebbe capacissimo di battere il talento della Honda. Forse Marquez si sente un po’ come un vincitore del Grande Fratello, che dopo un periodo al centro del mondo si ritrova da solo. E neanche la moto sembra aiutarlo più di tanto.
Pedrosa invece soffre ma, come ormai è abituato, stringe i denti. In molti sperano in un titolo di Dani, che in dieci anni in MotoGP lo ha sempre visto da vicino ma mai abbastanza.
Non si può parlare già di crisi, perché la Honda è sempre la Honda ed il 20 marzo è distante, ma è chiaro che i problemi dell’anno scorso non sono stati risolti.
Per il momento quindi, possiamo tranquillamente dire che Jorge è il favorito per il titolo 2016. Se Stoner dovesse correre in Qatar, tanto meglio. C’è anche una piccola possibilità – piccola, ma c’è- di vedere Casey come pilota Ducati nel 2017.
Lui continua a ripetere che non vuole tornare, ma si sa che l’appetito vien mangiando e così via. Per Valentino sarà una rincorsa, ma di certo ha le possibilità per puntare alla decima. Marquez rischia di perdere la pazienza e combinarne una, mentre Iannone ha la possibilità di fare molto bene se continua da dove ha lasciato il 2015, in crescita costante e con un grande cuore.
Dovizioso e Pedrosa, loro sono i jolly. Nel 2015 avrebbero fatto una stagione fantastica se fossero stati un’unica persona: il Dovi nelle prime gare e Dani nelle ultime, sono stati bellissime sorprese.
Tra due settimane cominciano i test IRTA a Phillip Island, poi altre due settimane per provare in Qatar e finalmente, il 20 marzo, ricomincerà la MotoGP in una delle stagioni più attese di sempre.
Seguitela con noi!