Se non si cambia la storia è destinata a ripetersi: è successo nel 2012 e, a distanza di dieci anni, accadrà alla fine dell’anno, quando il reparto corse della Suzuki in MotoGP chiuderà nuovamente i battenti lasciando “a piedi” l’ex-Campione del Mondo 2020 Joan Mir (destinato però ad accasarsi in Honda) e il compagno di squadra spagnolo Alex Rins. Un vero e proprio fulmine a ciel sereno che ha colpito il Motomondiale durante il lunedì di test successivo al GP di Spagna sul circuito di Jerez de la Frontera, dove i vertici della Casa di Hamamatsu si sono incontrati per decidere il futuro della propria squadra coinvolta nel massimo Campionato dei prototipi a due ruote.
I motivi di questa scelta? Nonostante la volontà di onorare l’accordo quinquennale di partnership firmato con Dorna, la crisi economica esplosa a causa delle conseguenze dell’emergenza Coronavirus e della recente guerra in Ucraina hanno avuto la meglio sui desideri di ripetere quanto fatto due anni, quando Mir riuscì a riportare il Mondiale Piloti nelle casseforti giapponesi dopo vent’anni di astinenza.
In questa situazione, tuttavia, rimane ancora da capire come farà Suzuki a trovare un nuovo accordo di uscita proprio con i “piani alti” della MotoGP: Carmelo Ezpeleta, a capo di Dorna, ha infatti ricordato che “le condizioni del contratto sottoscritto per gareggiare in MotoGP non consentono di prendere questa decisione in maniera unilaterale“. Se si dovesse trovare un compromesso, tuttavia, la Dorna procederà nel determinare il numero ideali di piloti e team per la stagione 2023. Una cosa è certa: i candidati interessati a sostituire Suzuki non mancheranno…