Seconda caduta consecutiva per Valentino Rossi
Al GP del Giappone, due settimane fa, Valentino Rossi ed il suo team con Vittoriano Guareschi e Jeremy Burgess, sembravano aver trovato una strada da seguire con la moto, quella Ducati GP11.1 o GP12 che sia, dopo l’ennesimo test con il telaio in alluminio nella pista spagnola di Jerez.
Invece eccoti che succede l’inconveniente, l’imprevisto da mettere sempre tra le cose prevedibili: nel GP del Giappone a Motegi, poche curve dopo la partenza, Rossi cade tra le due Yamaha M1 di Jorge Lorenzo e Ben Spies, mandando in fumo gli sviluppi della moto (perché visto l’andamento della stagione, Ducati e Rossi prendono le gare come i test, essendo questi limitati durante l’anno e ormai giunti al numero massimo permesso), procurandosi anche una piccola frattura al dito della mano destra.
Senza mollare il team Ducati ritorna in pista a Phillip Island per il GP di Australia, ma il nove volte campione del mondo è vittima, per la seconda volta consecutiva, di un’altra caduta mentre sorpassa la Suzuki di Bautista.
Il feeling con la sua moto sembrava buono fino a quel momento, tanto che Rossi stava recuperando posizioni.
“La caduta è stata davvero un peccato perché avrei potuto arrivare quinto – ha commentato Valentino Rossi – Dopo una partenza abbastanza buona ho perso un po’ terreno su Nicky e Bautista ma poi ho trovato il mio ritmo e sono riuscito a riprendere entrambi. Sfortunatamente ho perso il davanti quando ho superato Alvaro e mi spiace molto perché non ho fatto nulla di particolare e me lo aspettavo. Evidentemente, anche se abbiamo lavorato tantissimo, non abbiamo ancora risolto questo problema. Sia in Giappone sia qui potevamo portare a casa dei buoni punti e invece torniamo senza niente. In ogni caso stiamo continuando a lavorare e avremo diverse cose importanti da provare nei prossimi test”.
Dinamica della caduta
Per Rossi la GP11.1 non doveva andare giù perché era in piega tanto quanto Bautista che è rimasto su.
A vedere la dinamica Rossi sembra però più piegato dello spagnolo ed il tratto umido. Bautista è stato più prudente e Rossi più aggressivo. Oppure può aver dato troppo gas e perso il posteriore. Ma solo il nr. 46 della Ducati sa come sono andate le cose.
Qualsiasi sia la dinamica, a qualcuno devono essere risuonate della parole già sentite nel box HRC ad inizio stagione riguardo ambizione e talento del pilota pesarese.
Nico Cereghini ed il commento “colorito” in diretta
Ma a sconcertare ancora di più i tifosi della Ducati sono state le parole di Nico Cereghini a Fuori Giri, la rubrica sportiva di Italia1 che va in onda subito dopo la gara di MotoGP.
Il noto giornalista, che si distingue per simpatia e competenza, questa volta ha messo un piede in fallo. O forse la lingua. Infatti un suo commento sulla Ducati GP11.1 è stato particolarmente contestato.
Cereghini legge i suoi appunti e descrivendo la caduta di Rossi dice: “moto di m…a!” per la risata collettiva degli ospiti in studio, Franco Bobbiese il conduttore incluso, e Valentino Rossi, collegato dal box.
Sorprende che un professionista come Nico Cereghini si dimentichi si essere in televisione e di esternare una sua opinione, colpendo la sensibilità di molti, moltissimi, ma anche il lavoro di chi su quella moto ci lavora giorno e notte.
Sorprende che tutti siano scoppiati a ridere e nessuno abbia in qualche modo cercato di dare meno tono al commento di Cereghini.
Sorprende come nessuno degli stessi ospiti di domenica in trasmissione non abbia detto la stessa cosa quando la GP10 scivolava dal sedere a Stoner l’anno precedente, accusando anzi lo stesso pilota australiano.
Sorprende la parziale… parzialità dei giornalisti italiani, perché se è un modo per difendere il pilota italiano, si offende una moto italiana.
Il popolo Ducati si è rivoltato contro Nico Cereghini e, indirettamente, anche contro Valentino Rossi, il quale sta ottenendo meno punti dell’anno nero di Stoner.
Qualcosa di sicuro non va, colpa della Rossa o di Rossi? Chi lo sa! Di certo, il binomio italiano che doveva essere un dream team, non ha mai convinto tutti, tra ducatisti e “rossiani”.
La lettera di scuse di Nico Cereghini a Ducati ed al mondo Ducatista
Finché noi stiamo qui a discutere nel frattempo sono arrivate a Ducati le scuse di Nico Cereghini che pubblichiamo di seguito:
“Voglio chiedere scusa a tutti per la brutta espressione che ho usato in “Fuorigiri” domenica mattina, dopo la gara di Phillip Island, quando si è parlato della caduta e della moto di Valentino. Giustamente, in tanti si sono sentiti urtati. Non sono mai stato volgare, lo sapete; ho anzi sempre cercato di esporre le mie considerazioni in modo attento e curato, mentre questa volta sono caduto in un errore. Sarà stato il clima un po’ rilassato che si è instaurato nello studio, o forse la mancanza di sonno, ed ho letto in pubblico un mio appunto personale e scherzoso che avrebbe dovuto restare lì, sul mio foglio. Ma non cerco giustificazioni, il fatto è che ho mollato i freni, ho buttato lì un paio di concetti in totale libertà, una specie di imprecazione che è suonata come un’offesa alla Ducati anche se non voleva esserlo. E ho fatto male. Bisogna sempre misurare le parole e rispettare gli altri.
La mia amicizia con la Ducati è fuori discussione e tutti lo sanno. Ho un ottimo rapporto personale con Domenicali, con Preziosi, con Rapisarda e con Guareschi. E non sono tra quelli che si sono lanciati a testa bassa nelle critiche alla gestione di Borgo Panigale. Ho fatto il contrario, sono sempre stato positivo e ottimista sui possibili sviluppi; e del resto anche domenica, pochi minuti dopo l’uscita verbale che ha fatto arrabbiare molti di voi, ho espresso ancora una volta la mia considerazione per il lavoro sulle rosse, ho esplicitamente dichiarato che sono fiducioso per il prossimo anno e sono certo che la Ducati farà per Valentino una ciclistica competitiva: noi italiani –ho detto- siamo i maestri della telaistica e lo siamo dai tempi di Hailwood, la Ducati ha le competenze e la passione per arrivare a vincere nel 2012.
Capita di sbagliare. Nessuno è perfetto. Due mie parole fuori luogo hanno suscitato un mare di proteste e me ne rammarico”.
Nico Cereghini