F1 2013, Gp di Spagna: presentazione, precedenti, circuito

Il campionato del mondo di Formula 1 sbarca finalmente in Europa con il Gran Premio di Spagna. La quinta prova iridata si disputerà sul circuito di Barcellona, nella periferia catalana, a Montmelo. Sebastian Vettel, su Red Bull Renault, è in cima alla classifica piloti (77 punti) ed è pronto ad allungare sui diretti inseguitori, da Kimi Raikkonen, Lotus Renault, passando per Lewis Hamilton, Mercedes, senza ovviamente dimenticare Fernando Alonso su Ferrari. Ed sarà proprio quest’ultimo che dovrà dimostrare che la rossa di Maranello è all’altezza delle aspettative, magari sfruttando anche la spinta del pubblico, visto che qui Alonso corre in casa.

 

IL CIRCUITO: MOLTO UTILIZZATO PER I TEST

Il Circuito di Catalogna, lungo 4.655 km, è un tracciato dove le sollecitazioni aerodinamiche e al motore sono medie. È molto utilizzato come circuito di prova durante i test invernali, in quanto riunisce molte delle caratteristiche degli altri circuiti presenti in calendario. Il primo Gran Premio di Spagna si disputò nel 1951 sul tracciato cittadino di Pedralbes. Diciassette anni più tardi le gare venivano disputate, alternativamente, sui circuiti di Jarama e Montjuich (quest’ultimo situato in un parco di Barcellona). In seguito la manifestazione fu organizzata a Jerez, prima del suo ritorno a Barcellona, dove attualmente viene disputato il Gran Premio. Il circuito di Catalunya è un impianto moderno, utilizzato per la prima volta nel 1991 e fiore all’occhiello della città in occasione dei Giochi Olimpici del 1992. Viene considerato come uno dei più “mondani” appuntamenti del calendario della Formula Uno, ma si tratta anche di un circuito molto tecnico, con curve veloci e un lungo rettilineo. L’infrastruttura ha subito nel 1995 diverse modifiche che riguardarono vie di fuga più vaste e il rifacimento della curva Nissan. Caratteristico è il manto d’asfalto particolarmente ondulato. Per i piloti trovare le giuste regolazioni sulle vetture, non è sempre cosa facile.

 

COSÌ NEL 2012: VINSE MALDONADO A SORPRESA

Anche lo scorso anno si corse la quinta gara stagionale e venne decretato unquinto vincitore diverso. A salire sul gradino più alto del podio fu il sorprendente Pastor Maldonado, che riportò al successo la Williams dopo 8 stagioni. Il venezuelano, autore di un duello infinito con il ferrarista Alonso, riuscì ad avere la meglio sul ferrarista idolo di casa e sulle due Lotus di Raikkonen e Grosjean. Poi arrivò il sorprendente Kobayashi (Sauber) e il campione del Mondo in carica Sebastian Vettel (Red Bull). Male le McLaren (Hamilton 8° davanti a Button), Massa (solo 15°) e Michael Schumacher (Mercedes), autore di un tamponamento a Bruno Senna (Williams).

 

ALONSO CORRE IN CASA E CI CREDE

Correre in casa per Fernando Alonso è sempre speciale. Sarà teso, responsabilizzato, ma trascinato da un pubblico inferocito, pronto a gridare il suo nome per tutto il weekend. Un mix di emozioni che Fernando ha conosciuto per la prima volta nel 2001, durante il suo primo GP di Spagna. Il weekend si concluse con la conquista della tredicesima posizione finale al volante della sua Minardi, e da allora è stato un crescendo. Nelle sue undici partecipazioni complessive, brilla la vittoria nel 2006, un successo ottenuto davanti al Re di Spagna Juan Carlos. Complessivamente Fernando ha conquistato sei piazzamenti sul podio e, nelle tre edizioni in cui è sceso in pista con la Ferrari, il bottino è stato di secondi posti ed un quinto. “La vittoria a Barcellona del 2006 è indubbiamente la gara che mi ha regalato alcune tra le emozioni più belle della mia carriera – ha dichiarato Fernando alla viglia – il calore del pubblico e le sensazioni che si provano quando si corre in Spagna sono sempre speciali, dal momento in cui arrivi all’aeroporto e vai in albergo e poi in circuito. I primi giri in pista, il venerdì e il sabato mattina, senti subito la passione dei tifosi sulle tribune e scatta così un’ulteriore motivazione perché vuoi fare quel qualcosa in più, magari nascosto nei dettagli, che li possa far gioire. Nasce anche così la ricerca di quel decimo di prestazione che insegui sempre quando sei nell’abitacolo di una Formula 1”.

 

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