Due Ferrari davanti a tutti: il fine settimana che porterà il Mondiale di F1 2019 verso il GP del Brasile è iniziato sotto il segno del Cavallino Rampante, con entrambe le SF90 Made in Maranello capaci di mettere in riga il resto della griglia. Il miglior tempo del venerdì l’ha stampato Sebastian Vettel, un 1’09”217 con il quale ha preceduto di un soffio, 21 millesimi, il compagno di squadra Charles Leclerc.
Entrambi hanno lavorato molto sull’aerodinamica della loro monoposto, modificando alcuni parametri per renderla più agile in ingresso curva: da un assetto scarico sono passati a un setup capace di generare una maggiore downforce, che in ultimo è risultato vincente sul terzo classificato, un Max Verstappen che, a sua volta, si è messo dietro entrambe le Mercedes di Bottas e Hamilton, per il momento poco brillanti sui saliscendi di Interlagos.
Nelle FP1 su asfalto bagnato, in realtà, ci aveva pensato Alexander Albon a dare una prova di quanto la sua Red Bull fosse efficace sulla pista carioca: il pilota thailandese era riuscito a firmare il miglior tempo su gomme intermedie, per poi andare a muro una volta passato sulle slick da asciutto. Un botto che gli è costato un’ala anteriore e sicuramente un po’ di fiducia, visto che nella combinata del venerdì non ha fatto meglio del nono tempo assoluto.
Decisamente meglio il suo compagno di squadra Max Verstappen, che nelle FP2 ha dimostrato quanto il suo motore Honda sia capace di dire la sua ad Interlagos: l’olandese, alla fine, ha pagato solo 134 millesimi da Vettel, con le Mercedes in scia a fare da spettatori privilegiati.
Sia Bottas che Hamilton si sono trovati in difficoltà nel mettere insieme un giro lanciato buono che simulasse la qualifica di domani, lasciando sull’asfalto un paio di decimi che potranno risultare vitali al fine di posizionarsi al meglio sulla griglia di partenza. Il risultato finale è comunque incoraggiante: un decimo e mezzo di margine per il finlandese, poco più di due decimi per il neo Campione del Mondo.
Sesto tempo per la Haas di Kevin Magnussen, che ha preceduto la Renault di Daniel Ricciardo e l’Alfa Romeo di Kimi Raikkonen. Carlos Sainz con la McLaren ha chiuso la Top 10, mentre le Toro Rosso e Kubica si sono dilettati a dare spettacolo: la monoposto di Kvyat si è spenta all’improvviso, mentre quella di Gasly ha iniziato a fumare, generando una preoccupante scia bianca dalla sua power unit.
Il polacco della Williams, invece, è rimasto vittima dell’umido portato in pista dalla vettura di Magnussen in curva 3: passando sul cordolo bagnato, la Haas numero 20 ha sporcato la pista giusto in tempo per il passaggio di Kubica, che così è andato in testacoda finendo violentemente contro le barriere di protezione. Per lui nessuna conseguenza, per i meccanici della Williams la disperazione di dover riparare per l’ennesima volta una FW42 già a corto di pezzi di ricambio…