F1: la Top 10 dei piloti più vincenti di sempre

La storia della Formula 1 è iniziata nel lontano 1950… e da allora ha sempre fatto emozionare gli appassionati del Circus iridato. Ha attraversato più ere, con Campioni che si sono succeduti al volante di monoposto leggendarie, ma anche tanti cambiamenti che ancora oggi sono in evoluzione. Tra questi bisogna menzionare il sistema di punteggio, che inizialmente prevedeva l’assegnazione di punti solamente ai primi cinque classificati.

Oggi, invece, si stanno utilizzando le regole introdotte dalla FIA nel 2010: 25 punti al primo arrivato al traguardo, 18 al secondo, 15 al terzo e, di conseguenza, 12, 10, 8, 6, 4, 2 e 1 fino all’ultimo posto della Top 10. Ma non è tutto, perchè dal 2019 è stato nuovamente introdotto il punto extra aggiuntivo per il pilota che segna il giro veloce in gara, come del resto accadeva dal 1950 al 1959.

A questo punto la domanda sorge spontanea: con l’attuale sistema di attribuzione del punteggio, chi è il pilota più vincente di sempre? E quali i dieci migliori piloti che hanno accumulato più punti nel corso delle 70 edizioni che hanno dato vita alla massima serie dell’automobilismo? Andiamo a scoprirlo!

10° posto: Nico Rosberg

Iniziamo dall’ultimo posto della nostra speciale Top 10, conquistato da… Nico Rosberg. Secondo le statistiche ufficiali FIA l’ex pilota tedesco ha messo in cassaforte 1594,5 punti, mentre secondo i nostri calcoli ne ha centrati 1757, scalzando per sole 22 lunghezze il britannico David Coulthard dai primi dieci. Figlio del grande Keke, iridato nel 1982, Rosberg ha raggiunto l’apice della sua carriera sportiva nel 2016, quando al volante della sua Mercedes è riuscito a conquistare il Titolo di Campione del Mondo battendo il suo acerrimo rivale/compagno di squadra Lewis Hamilton. Una volta centrato il grande obiettivo, Nico ha però preferito ritirarsi per dedicare il suo tempo prevalentemente alla famiglia. Ma non del tutto, perchè in più di un’occasione l’abbiamo visto solcare il paddock del Circus iridato, oltre al fatto che si è lanciato nel mondo del karting con un team tutto suo…

9° posto: Jenson Button

Ha corso fino al termine della stagione 2016, lasciando il sedile della sua McLaren-Honda al giovane Stoffel Vandoorne che, l’anno successivo, avrebbe affiancato lo spagnolo Fernando Alonso. Stiamo parlando di Jenson Button, pilota britannico che ha centrato il nono posto nella Top 10 con 1845 punti all’attivo (contro 1235 punti reali). Ha iniziato la sua carriera in Formula 1 durante la stagione 2000, passando per scuderie blasonate come la Williams, la BAR, la Honda (con cui centrò la sua prima vittoria nel GP d’Ungheria 2006) e la McLaren. Ma è stato con la Brawn GP che ha raggiunto il successo, diventando Campione del Mondo nel 2009 grazie a sei piazzamenti sul gradino più alto del podio. Ad oggi detiene il primato di aver vinto un Gran Premio (quello del Canada nel 2011) con il maggior numero di pit-stop all’attivo (cinque).

8° posto: Ayrton Senna

Ve lo aspettavate più in alto in classifica? Invece Ayrton Senna non è andato oltre l’ottavo posto nella nostra Top 10, portando a casa un totale di 1876 punti contro i 614 reali. Il tre volte Campione del Mondo brasiliano ha portato al successo la McLaren-Honda di fine anni ’80 – inizi anni ’90 nel 1988, nel 1990 e nel 1991, ma già con il suo arrivo in Formula 1 nel 1984 aveva fatto vedere al mondo di che pasta era fatto.

Indelebile nella memoria dei tifosi del Circus il suo secondo posto centrato sotto la pioggia durante il GP di Monaco di quell’anno, o la sua emozionante vittoria in casa, ad Interlagos, durante il GP del Brasile del 1991, o ancora lo storico primo giro del GP di Gran Bretagna nel 1993, durante il quale rimontò da quarto a primo su un asfalto completamente allagato. Conosciuto per essere uno dei piloti più veloci in qualifica, nel 1994 passò in Williams, su una FW16 con cui non riuscì mai a trovare il feeling giusto. Perse la vita nel tragico GP di San Marino, lasciando la sua eredità a un giovane pilota che avrebbe riportato presto la Ferrari alla vittoria: Michael Schumacher.

7° posto: Rubens Barrichello

Un altro brasiliano, due volte vice-Campione del Mondo nel 2002 e nel 2004. Stiamo parlando di Rubens Barrichello, che raggiunge il settimo posto della nostra classifica con 1906 punti (contro i 658 realmente ottenuti). “Rubinho”, così era soprannominato, ha debuttato in Formula 1 nel 1993 con la Jordan, transitando poi sulla Stewart nel 1997.

Fu scelto dalla Ferrari a partire dalla stagione 2000, con il preciso scopo di fare da spalla al tedesco Michael Schumacher: una posizione che divenne presto scomoda per Barrichello, che dovette piegare la testa durante il GP d’Austria del 2002 lasciando passare sul traguardo il compagno di squadra e rinunciando all’ultimo a una meritata vittoria. Nel 2006 passò alla Honda, nel 2009 affiancò Button sulla Brawn GP mentre nelle sue ultime due stagioni in F1 corse per la Williams: in totale ha preso parte a 323 Gran Premi, un record che è entrato di diritto nella Hall of Fame del Circus iridato.

6° posto: Alain Prost

Il suo soprannome era “Il Professore”, vista la sua meticolosità nel mettere a punto le sue monoposto e nell’architettare la strategia migliore in gara. Ecco chi era Alain Prost, quattro volte Campione del Mondo nel biennio 1985-1986 con le McLaren motorizzate TAG-Porsche, nel 1989 con la rinnovata McLaren-Honda e nel 1993 al volante dell’invincibile Williams-Renault FW15C.

Nella nostra Top 10 conquista 2503 punti, ben di più rispetto ai 798,5 realmente messi in cassaforte. Il pilota francese ha debuttato nella massima serie automobilistica all’inizio degli anni ’80, ma è stato con l’arrivo di Ayrton Senna nel team di Woking che ha trovato un degno rivale con cui confrontarsi. Indimenticabili le loro battaglie in pista, così come i finali di stagione del 1989 e del 1990, quando Prost era già passato in Ferrari. Le difficoltà al volante della Rossa lo portarono a definire la monoposto di Maranello “un camion”, il che ebbe come conseguenza il suo licenziamento immediato.

È tornato al volante solamente nel 1993 dopo un anno sabbatico, quando ha potuto studiare la sorprendente FW14B di Nigel Mansell: equipaggiata con motore Renault V10, la Williams con cui tornò a correre era ancora più avveniristica, equipaggiata di traction control e sospensioni elettroniche intelligenti che gli permisero di dominare il Campionato con sette vittorie e altri cinque piazzamenti a podio. Oggi è il direttore non esecutivo del reparto corse di Enstone.

5° posto: Fernando Alonso

Entriamo nella Top 5 della nostra classifica… e troviamo Fernando Alonso con 2761 punti (rispetto ai 1899 reali). Ha debuttato in Formula 1 nella stagione 2001 con la Minardi e subito i suoi risultati in pista catturarono l’attenzione di Flavio Briatore, all’epoca team manager della Renault. Entrò nel team francese già dall’anno successivo e iniziò una progressione sportiva che lo portò alla conquista del Titolo Mondiale nel 2005 e nel 2006, rompendo la scia di vittorie del ferrarista Michael Schumacher.

Dopo una stagione in McLaren e il suo ritorno in Renault, Alonso è diventato la stella di punta della Scuderia di Maranello nel 2010, terminando ben tre stagioni come vice-Campione del Mondo. Nel 2015 ha accettato nuovamente la sfida della McLaren, motorizzata come ai suoi tempi d’oro con propulsori Honda: lo sviluppo della monoposto Made in Woking è stato per lui un calvario, costellato da rotture, ritiri e frustrazione. Ha lasciato la Formula 1 al termine della passata stagione, tentando la fortuna nelle gare di durata. Ma il primo amore non si scorda mai, e ora le sta provando tutte pur di trovare al più presto un sedile libero nella massima serie automobilistica…

4° posto: Kimi Raikkonen

Siamo ai piedi del podio, dove si arrampica… Kimi Raikkonen. Il finlandese beffa Alonso con 2798 punti (a fronte dei 1853 reali), ma come lo spagnolo ha fatto il proprio debutto nel GP d’Australia del 2001. Al volante di una Sauber-Petronas e con una superlicenza provvisoria valida per sole sei gare, Raikkonen arriva subito a punti e, già dall’anno successivo, entra nelle grazie della McLaren.

Con la monoposto costruita a Woking sfiora il Titolo nel 2003 e nel 2005, ma è solo con il passaggio in Ferrari che raggiunge l’apice della sua carriera. Nel 2007, infatti, Kimi diventa Campione del Mondo al volante della F2007, battendo per un solo punto Lewis Hamilton e Fernando Alonso. Rimane con la Scuderia del Cavallino fino al 2009, poi prova l’ebbrezza dei rally… ma torna ben presto sui suoi passi, schierandosi in griglia con la Lotus E20 nel GP d’Australia del 2012. Con il team britannico corre per due stagioni, poi nel 2014 ritorna a Maranello affiancando in tempi recenti Sebastian Vettel.

Ottiene l’anno scorso la sua ultima vittoria in F1 nel GP degli Stati Uniti, mentre a Monza batte il record del giro più veloce del Circus iridato, fermando il cronometro su un impressionante 1’19”119 a 263 km/h di media. Oggi corre nel team Alfa Romeo Racing ed è il pilota più “anziano” ancora in attività in F1: continua così Kimi!

3° posto: Sebastian Vettel

Gradino più basso del podio a… Sebastian Vettel: il tedesco raggiunge quota 3090 punti nella nostra speciale classifica, pochi in più rispetto ai 2901 realmente ottenuti nella sua carriera. È entrato ufficialmente in Formula 1 nel 2007, quando ha sostituito Robert Kubica sulla BMW Sauber nel GP degli Stati Uniti. Andò subito a punti e rimase titolare fino alla fine della stagione, per poi passare in Toro Rosso l’anno successivo: nonostante un inizio di Campionato travagliato, Vettel ottenne la sua prima vittoria (anche l’unica per la Scuderia di Faenza) nel GP d’Italia del 2008, entrando nei favori della casa madre Red Bull.

Con il team di Milton Keynes si trovò subito a proprio agio, e il risultato di vice-Campione del 2009 fu solo l’antipasto a quattro anni di dominio incontrastato. Dal 2010 al 2013, infatti, Seb lasciò agli avversari solamente le briciole, centrando per quattro volte la corona d’alloro iridata.

Ma l’era delle motorizzazioni V8 era ormai al termine e con l’arrivo dei turbo-ibridi lo scettro passò nelle mani della Mercedes: nel frattempo il pilota di Heppenheim è passato ai colori del Cavallino Rampante, dove attualmente sta incontrando diverse difficoltà nel riuscire ad esprimere completamente il proprio talento. Quest’anno, tra l’altro, deve ancora assaporare il sapore del gradino più alto del podio: speriamo che la pausa estiva gli sia d’aiuto a trovare la motivazione giusta…

2° posto: Lewis Hamilton

Cinque volte Campione del Mondo, con il suo primo iride nel 2008 quando era al volante della McLaren e quattro corone tutte marchiate Mercedes, conquistate nel 2014, 2015, 2017 e 2018. Questo è il palmares di Lewis Hamilton, secondo nella nostra Top 10 con 3630 punti a fronte dei 3268 realmente ottenuti nella sua carriera.

La favola del pilota britannico è iniziata fin da piccolo, quando il padre Anthony si divideva in tre lavori diversi pur di far correre il figlio sui kart: Lewis ha sempre avuto un talento naturale per le corse e questo non sfuggì agli occhi di Ron Dennis, che all’età di 13 anni lo aveva già inserito nel Programma Giovani Piloti della McLaren. Il suo destino, quindi, era già segnato e dopo aver fatto la classica gavetta nelle formule minori è arrivato in Formula 1. Era il 2007 quando Lewis è diventato titolare nel team di Woking, con il quale sfiorò il Titolo già nella stagione d’esordio.

Il risultato arrivò la stagione successiva, mentre dal 2013 è diventato uomo di punta della Mercedes, squadra che ha puntato tutto sullo sviluppo delle power unit turbo-ibride diventando l’unico costruttore ad aver vinto fin dalla loro introduzione nel 2014. Da quell’anno Hamilton ha perso la sfida solamente nel 2016 a favore del suo ex compagno di squadra Nico Rosberg, mentre in tutte le altre stagioni ha dominato in lungo e in largo. Sarà così anche nel 2019?

1° posto: Michael Schumacher

And the greatest is… Non poteva essere che lui: Michael Schumacher. Con 3961 punti (rispetto ai 1566 realmente conquistati), il pilota tedesco è il pilota più vincente di tutti i tempi: 91 Gran Premi sul gradino più alto del podio, 155 podi, 68 pole position e 77 giri veloci. Un palmares ancora imbattibile per chiunque, costruito a partire da quell’esordio nel 1991 con la Jordan nel Gran Premio del Belgio.

Una pista dove non aveva mai girato ma in cui ottenne il settimo tempo in qualifica, stupendo tutti gli addetti ai lavori del Circus iridato: tra questi un certo Flavio Briatore, team manager della Benetton che lo mise sotto contratto fin dal successivo GP di Monza. Questo è stato l’inizio della favola in Formula 1 di Schumacher, che con la Scuderia italiana diventò Campione del Mondo nel 1994 e nel 1995.

Poi passò in Ferrari e dopo anni di bocconi amari dedicati allo sviluppo della vettura, riuscì finalmente a portare l’iride a Maranello prima nel 1999 (vincendo il Campionato Costruttori) e poi nella stagione 2000, anno in cui il Cavallino tornò Rampante nell’Albo d’Oro Piloti dopo ben 21 anni di astinenza. Da lì in poi iniziò l’era Schumacher, con vittorie a ripetizione fino alla stagione 2004: dal 2005, infatti, al suo posto sul gradino più alto del podio subentrò Alonso e la Renault.

La sua permanenza a Maranello è durata fino al 2006, quando Schumi annunciò un primo ritiro dalle corse prima del suo ritorno nel 2010, ingaggiato dalla Mercedes per gettare le basi su quelle che sarebbero diventate le Frecce d’Argento dei giorni nostri. Il suo ultimo successo in pista è arrivato nel 2012, quando arrivò terzo nel GP d’Europa, mentre l’ultimo acuto in qualifica è nel GP di Monaco dello stesso anno, quando ottenne la pole position sulle stradine del Principato. Guerriero nell’anima e nel corpo, Michael oggi sta ancora lottando per riprendersi dal terribile incidente sulle nevi di Meribel del 2013: forza Campione, siamo tutti con te!

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