C’è una nuova competizione che sta prendendo sempre più piede nel panorama degli eventi FIA. Parliamo della Formula E, variante – almeno per i profani – della Formula Uno, ma rigorosamente elettrica. Ma le differenze sono palesi e non si fermano alla sola variata alimentazione.
I punti in comune restano quindi il telaio – monoposto; le ruote – sempre quattro; e il modo con cui vengono assegnati i punti. Il resto è un sano concentrato di differenze. Partiamo quindi da quella più evidente, data dal motore. Nella Formula 1 scorrono litri di benzina e il rombo di scarichi e cilindri è probabilmente il segno distintivo di questa competizione, da decenni. In Formula E spazio invece ad unità elettriche – non performanti come quelle della serie maggiore, ma comunque in grado di superare agevolmente i 200 Km/h.
E la trasmissione? Nel Campionato di F1 tutti i team utilizzano grossomodo lo stesso cambio: 8 marce e “retro” – mentre i colleghi a “zero emissioni” hanno più libertà di manovra. C’è quindi chi sceglie un cambio con un numero di rapporti pari a 5, ma anche chi si accontenta di “2 velocità”.
Anche le date delle singole gare si differenzia. La F1 viaggia tutta nello stesso anno solare – s’inizia a primavera, a marzo – per concludersi quasi a fine anno, a novembre. La Formula E ricorda invece il Campionato di calcio e si disloca su due anni, alla fine del primo per chiudere i battenti nell’estate del successivo.
In Formula Uno si parla poi di weekend di gara. Questo perché s’inizia con le prove libere al venerdì (solo per Monaco si anticipa addirittura a giovedì) – si passa alle qualifiche del sabato per concludere il fine settimana con la gara della domenica. In Formula E si concentra invece tutto lo spettacolo in una singola giornata – la domenica ovviamente – dalla mattina con le “libere”, al pranzo con le qualifiche per l’apice della gara nel pomeriggio.
Ma le differenze sconfinano ovviamente anche per lo svolgimento della singola gara. La Formula Uno si disputa su circuiti permanenti – tranne Montecarlo che è cittadino, anche se il tracciato resta comunque invariato. Un GP deve raggiungere almeno i 300 Km di percorrenza con una durata che viaggia tra l’ora e venti e il massimo delle due ore.
I piloti al volante di una monoposto elettrica invece trascorrono in auto circa un’ora. Pur comunque percorrendo un gran numero di giri – questo perché i tracciati cittadini su cui corrono le vetture di Formula E sono decisamente più brevi di quelli di F1. Gli e-Prix contano su “piste” di lunghezza attorno ai 2 km – con i quasi 3 di Roma, di fatto tra i più lunghi di tutto il campionato elettrico.