L’edizione 2019 del Monza Rally Show porta il nome di Andrea Crugnola: nella tradizionale competizione che chiude la stagione rallystica il pilota nato a Varese ha dominato la scena sul Monza Eni Circuit, terminando le otto prove speciali previste con un vantaggio di 11 secondi e mezzo sullo spagnolo Dani Sordo. La Volkswagen Polo GTI di Crugnola aveva praticamente già definito la classifica finale nella giornata di sabato, confermando la sua superiorità sulle Hyundai i20 del team ufficiale Shell Mobis WRC.
Quanto successo nell’ultima giornata, quella di domenica, non ha fatto altro che ufficializzare i valori in campo: complice il problema la motore della vettura di Sordo, Andrea Crugnola ha messo il proprio sigillo sulla 40esima edizione del Monza Rally Show, in cui ha anche dominato il successivo Master’s Show a conclusione della manifestazione. Nella sfida ad eliminazione “uno contro uno” il varesino ha messo in riga Luca Rossetti, mentre Sordo, Mikkelsen, Been e Neuville hanno potuto prendersi la propria rivincita portando in pista le i20 utilizzate nel WRC in una battaglia privata senza esclusioni di colpi.
Nonostante la bagarre tra i cordoli monzesi, sull’anello di velocità brianzolo l’atmosfera è parsa molto differente rispetto a quella della passata edizione. Con delle tribune meno gremite, gli appassionati presenti nelle tre giorni del Monza Rally Show hanno potuto assaporare l’essenza del “vero rally”: qualcosa, però, è mancato…
Nel 2018 la presenza di Valentino Rossi e di Tony Cairoli, infatti, aveva animato decisamente di più l’intera manifestazione, avvicinando anche tutti coloro che, di rally, conoscevano ben poco. L’impressione di tale mancanza è risultata evidente nelle prove più “stradali”, come il Grand Prix e il conclusivo Master’s Show, fatto di chicane e tornanti posizionati sul rettilineo dei box. Lo spettacolo portato dalle WRC PLUS del team Hyundai ufficiale ha messo sicuramente una pezza alla situazione, senza però riuscirci appieno.
C’è da chiedersi cosa succederà quando un grande del motociclismo come Valentino Rossi deciderà di appendere definitivamente il casco al chiodo. La MotoGP continuerà sicuramente la propria storia, ma una cosa è certa: il futuro del motorsport a due ruote senza il nove volte Campione del Mondo nato a Pesaro non sarà più lo stesso.