Un altro acuto di Marc Marquez: dopo la conquista del Titolo Piloti in Thailandia, mancava solo il Mondiale Costruttori da mettere nelle bacheche del team Honda HRC per fare en-plein… Un obiettivo che il Campione del Mondo spagnolo ha saputo centrare alla grande a Motegi, circuito di casa del colosso giapponese dove ha conquistato, oltre alla pole position, anche la decima vittoria della stagione.
Il Mondiale di MotoGP 2019, di conseguenza, è praticamente finito… se non fosse che ci sono altri tre round prima di porre la parola fine a un Campionato letteralmente monopolizzato dal super Campione della Honda. La prossima settimana si scenderà in pista a Phillip Island, poi a novembre ci saranno gli appuntamenti della Malesia e di Valencia, che chiuderà definitivamente le danze con i test successivi al weekend di gara e che daranno una corposa anticipazione a quello che vedremo l’anno prossimo.
Immenso e insaziabile. Marquez vuole riscrivere la storia della MotoGP, vincendo in lungo e in largo e battendo tutti i primati del Motomondiale. Nello scorso appuntamento ha voluto vincere di prepotenza su Quartararo e portare a casa il suo sesto Titolo nella classe regina, mentre stavolta, a Motegi, ha staccato tutti fin dalla partenza e ha regalato alla Honda il Titolo Costruttori della stagione 2019. Un’altra perla del suo immenso talento che nemmeno il francese del team Petronas, sempre a distanza di un secondo o poco più nell’arco di tutta la corsa, è riuscito a contrastare. Mancano tre round al termine del Campionato: sarà sempre e comunque “Marquez show”?
In qualifica è stato beffato, anche se di soli 49 millesimi, dal compagno di squadra Franco Morbidelli… un affronto che gli ha saputo restituire in partenza, facendolo andare lungo e mettendosi, di conseguenza, a caccia del suo rivale Marc Marquez. Rispetto ai precedenti appuntamenti, però, Quartararo stavolta non ha potuto proprio nulla: era sempre là, a un secondo, e solo nel finale è riuscito a ricucire un po’ la strappo… Alla fine per Fabio arriva un’altra medaglia d’argento e il premio di Rookie of The Year, che lo porta a soli sei punti di distacco dalla quinta posizione Mondiale ancora nelle mani di Petrucci: che Danilo debba cominciare a preoccuparsi?
A Motegi aveva vinto nel 2017, mentre stavolta si è dovuto accontentare del gradino più basso del podio. Andrea Dovizioso, come al solito, ha provato ad esprimere il massimo potenziale dalla sua Desmosedici, che ben presto è andata in crisi con le gomme costringendolo a fare gli straordinari per tenerla in piedi… Solo grazie alla sua esperienza il Dovi è riuscito ad arrivare al traguardo, tenendo tra l’altro a bada un mastino come Maverick Vinales: un terzo posto che vale, quasi, come una vittoria, visto il passo insostenibile di Marquez. Peccato per non aver ripreso Quartararo, perchè un secondo posto se lo sarebbe meritato…
Stavolta tra lui e il podio si è messo di mezzo… Dovizioso. Dalla quarta casella dello schieramento Vinales è partito bene, ma la sua Yamaha sembra non essere all’altezza di poter lottare per la vittoria. In qualifica, tra l’altro, è stato battuto da entrambe le M1 del team Petronas: un dato di fatto che costringe a riflettere, perchè non è possibile che il team factory debba sempre prendere paga dalla squadra malese. Nonostante tutto, Maverick ha svolto il compitino nella maniera migliore: lo vorremmo però vedere più convinto ad artigliare una vittoria che ormai manca dal GP d’Olanda ad Assen…
A momenti nessuno si accorge della sua presenza, ma zitto zitto riesce a portare a casa un quinto posto che spazza via la delusione ricevuta in quel di Buriram. Cal Crutchlow è il classico pilota che lavora sodo e quando tutto va per il meglio, raccoglie quello che semina: nonostante un inizio di weekend poco convincente, l’inglese risale nelle FP4 e in qualifica arriva a meno di mezzo secondo da Marquez, mentre in gara è costretto a lasciar andare il gruppo davanti a sé facendo a spallate con Morbidelli e Rins. E sul traguardo, la soddisfazione di aver battuto sul filo di lana il suo avversario in sella alla Yamaha. Ben fatto, Cal!
Per una volta tanto Franco Morbidelli arriva davanti al compagno di squadra in qualifica, centrando un secondo tempo che va davvero ben sperare… In gara, però, Quartararo gli rende pan per focaccia, cacciandolo indietro alla prima curva e costringendolo ad ingarellarsi con un Miller che, a Motegi, aveva la dinamite al posto della benzina nella sua Ducati. Tra sorpassi e controsorpassi, i due vanno ben presto in crisi di gomme: l’australiano terminerà decimo, mentre Morbidelli viene beffato a 100 metri dal traguardo da un Crutchlow molto astuto e bravo ad approfittare della situazione. Speriamo che la lezione di Motegi gli serva per il finale di stagione…
Il lupo perde il pelo ma non il vizio: Alex Rins delude ancora una volta in qualifica, passando per la Q1 e terminando la sua fatica con un incolore 11esimo tempo. Poi, in gara, si rende protagonista dell’ennesima rimonta dalle retrovie: stavolta, però, il suo impeto viene fermato da Morbidelli e da Crutchlow, che arrivano prima sotto la bandiera a scacchi mentre lui transiterà in settima posizione. Un risultato che fa vacillare il suo terzo posto in Classifica Piloti: lo spagnolo ha 176 punti, gli stessi di Maverick Vinales. Che sia ora di darsi da fare per difendere la posizione?
Se il suo compagno di squadra torna ad assaporare il podio, a Danilo Petrucci toccano invece solamente le briciole: gli ottimi risultati di Le Mans, di Catalunya e, soprattutto, la splendida vittoria del Mugello sembrano ormai un lontano ricordo… Anche in Giappone il Petrux porta a casa una nona posizione incolore, che mette a repentaglio il suo quinto posto Mondiale minacciato dal francese Quartararo. Mancano ancora tre round al termine della stagione: non è ancora detta l’ultima parola!
Nella ghiaia a quattro giri dalla bandiera a scacchi: in Giappone Valentino Rossi ha continuato a soffrire una situazione poco piacevole in sella alla sua Yamaha, con la quale ha provato a cambiare anche il suo stile di guida pur di recuperare il gap dai suoi avversari. I suoi sforzi, tuttavia, sono risultati vani: in curva 1 il Dottore ha staccato in maniera più profonda e gli si è chiuso l’anteriore, gettando al vento un risultato che, nella migliore delle ipotesi, non sarebbe stato sufficiente ad entrare nella Top 10. Speriamo che a Phillip Island vada un po’ meglio…