Dopo mesi di attesa dal rilevamento dell’irregolarità riscontrata durante il GP di Malesia dello scorso anno, la sentenza è finalmente arrivata: Andrea Iannone, pilota dell’Aprilia in MotoGP, non potrà correre nella massima serie motociclistica per 18 mesi. Il pilota nato a Vasto era stato beccato positivo al Drostanolone, uno steroide anabolizzante vietato da parte della FIM: questo ha fatto scattare immediatamente la squalifica a partire dallo scorso 17 dicembre 2019, per cui la sua condanna durerà fino al 16 giugno 2021.
In quello che diventa il periodo più buio della vita di Iannone, però, esiste un risvolto positivo: Andrea non ha assunto il Drostanolone volontariamente, ma è rimasto vittima di un’intossicazione alimentare involontaria, dovuta alle carni mangiate durante il weekend del GP malese. Un’assunzione accidentale, quindi, che tuttavia non giustifica il fatto che il pilota di Vasto avrebbe dovuto controllare l’elenco delle sostanze vietate, mentre la sua squadra avrebbe dovuto prestare attenzione al comportamento del suo pilota durante l’intero fine settimana.
Nonostante ciò, ora Iannone proverà a fare ricorso al TAS con il sostegno di Aprilia Racing e l’avvocato De Rensis: la speranza è quella che la controprova dell’esame di uno dei capelli di Andrea possa ribaltare la situazione, dal momento che esclude la presenza di sostanze dopanti fin dai mesi estivi del 2019. Chissà che “The Maniac” non possa ritornare presto in pista assieme ai suoi colleghi…