Renault celebra l’anniversario della nascita di Amedeo Gordini

Meccanico di Tazio Nuvolari, scopritore di Juan Manuel Fangio, creatore di modelli indimenticabili – come la Renault Dauphine Gordini o la R8 Gordini – ed artefice di motori per auto da competizione plurivittoriose, come le Alpine A110 e la stessa Formula Uno Turbo del 1983, Amedeo Gordini è stato uno dei personaggi di maggiore spicco nella storia dell’automobilismo sportivo del secolo scorso. Terzo figlio di Augusto e Lucia Patelli, coloni nel podere Mandelli a Bazzano, antico borgo tra Bologna e Modena, Amedeo scopre la passione per le corse assistendo, all’età di 8 anni, al passaggio del Giro dell’Emilia. Già ad 11 anni lavora come apprendista in un’officina di riparazioni per biciclette. Nel 1917 viene chiamato alle armi e la sua abilità per i lavori di meccanica lo porta a perfezionarsi come tornitore. Terminata la guerra, lavora presso l’ingegner Giuseppe Moschini occupandosi della preparazione di auto stradali e da corsa. È in questo contesto che conosce un giovane corridore motociclista di Mantova, Tazio Nuvolari. Gordini gli affida, per provarla sul circuito di Monza, una vettura da corsa che ha realizzato utilizzando un motore Hispano Suiza da 180 CV su un autotelaio Scat. L’esito è più che positivo e da allora Nuvolari chiederà a Gordini di assisterlo nella preparazione e nella gestione dei mezzi per le competizioni.

Nel 1925, Amedeo Gordini, che con Nuvolari è riuscito ad allargare i suoi orizzonti, viene attratto dal dinamismo della Ville Lumière e decide di trasferirsi a Parigi; grazie all’intervento dell’amico Enzo Ferrari, trova lavoro presso Duval e Cattaneo che rappresentano l’Isotta Fraschini in Francia. Nel 1926, insieme ad Arduino Cipriani, egli apre un’officina al 120 di Rue de la République e nel 1929 – dopo aver ottenuto la nazionalità francese – diventa agente Fiat. Gordini è sempre affascinato dalle competizioni, ma questa volta decide di mettersi al volante delle auto che prepara: prima una Fiat 514, quindi una Fiat 508 S Balilla “Coppa d’Oro”, con cui sbalordisce alla 24 Ore del Bol d’Or. L’eco di quest’impresa è tale che i responsabili della Società Industriale di Meccanica e di Carrozzeria Automobilistica, appena fondata da Enrico Teodoro Pigozzi, decidono di assegnare un premio di 20.000 franchi ad Amedeo Gordini che può, così, finanziare la sua attività agonistica. Dal 1936 al 1952 è un susseguirsi di successi, tra cui quelli che otterranno i suoi piloti Jean-Pierre Vimille, Maurice Trintignant, Raymond Sommer e il principe Bira.

Nel 1948, tra l’altro, Amedeo Gordini sceglie un giovane pilota locale per una vettura da far correre in Argentina. L’esperimento è più che soddifacente e Gordini lo porta con sé in Europa, presentandolo all’amico Nuvolari. Inizia così la carriera di Juan Manuel Fangio, il più grande pilota di tutti i tempi. Nove anni dopo, a gennaio 1957, per Amedeo Gordini si apre un nuovo importante capitolo della sua carriera di preparatore e costruttore: quello Renault. La collaborazione con il “Mago” dell’ elaborazione porta, già il primo anno, ad arricchire la gamma Dauphine con una versione Gordini: presentata al Salone di Parigi, sarà prodotta in 10mila unità.

Per la Dauphine si schiude una fruttuosa stagione agonistica, supportata dalla cura Gordini che prevede un potenziamento a 37 Cv. Trionfale, già nel 1956, la vittoria nella prima edizone del Tour de Corse con la Dauphine affidata all’equipaggio femminile Gilberte Thirion e Nadège Ferrier. Le berline francesi vincono nel 1957 la categoria all’ultima edizione della Mille Miglia, mentre l’anno successivo si aggiudicano il primo posto assoluto al Rallye di Monte Carlo ed al Tour de Corse, con i piloti Guy Monraisse e Jacques Feret. La vincitrice del Tour de Corse, Gilberte Thirion, si cimenta nel 1957, con la Dauphine, alla 12 Ore di Sebring e giunge 35a assoluta e seconda di classe. Nel 1958, sulla scia del successo della Dauphine Gordini, la competenza del “Mago” è utilizzata anche per fornire i motori delle berlinette da competizione Alpine e René Bonnet. Alla Dauphine Gordini R1091 seguono, nel 1961, la Ondine Gordini, nel 1962 la Dauphine Competition R1093 (trionferà al Tour de Corse dello stesso anno con i piloti  Pierre Orsini e Jean Canonicci) e, nel 1965, la Dauphine Gordini R1095.

Al Salone di Parigi del 1964 viene svelata la R8 Gordini, versione sportiva della berlina che nei programmi di Renault va a sostituire la Dauphine. Per la prima volta nella storia dell’auto si parla di un modello sportivo di questa categoria destinato ad essere utilizzato tutti i giorni dalla famiglia e nei week end per le competizioni. L’intervento di Gordini è più radicale: il 1108 cc utilizza una nuova testata in alluminio con camere di scoppio emisferiche e dispone di due carburatori doppio corpo, tanto da erogare una potenza di 90 Cv a 6500 giri/min., ben superiore a quella della R8 di serie (50 Cv a 4600 giri/min.). Le prestazioni della R8 Gordini sono notevoli: 170 km/h la velocità di punta e 33 secondi per percorrere il chilometro con partenza da fermo, tanto da collocare questa agile (e poco costosa) berlinetta al livello della Mini Cooper S e dell’Alfa Romeo Giulia Ti Super. Il palmares della R8 Gordini è infinito : nel 1964, vittoria nel Tour de Corse con Vinatier e Masson; nel 1965, primo posto alla Lyon Charbonnières (Vinatier e Hoffman), primo posto al Giro di Sardegna (Vacca e Migliore), primo posto al Tour de Corse (Orsini e Cannonicci); nel 1966, vittoria della Coupe du Roi per motori fino a 1150 cc nella 24 Ore di Spa (Vinatier  e Bianchi) e primo posto nel Tour de Corse (Piot  e Jacob); nel 1967, vittoria nel Rally dei Fiori a Sanremo (Piot  e Roure); nel 1968, vittoria al Rally del Marocco (Nicolas e De Alexandris); nel 1969, primo posto nel turismo gruppo 1 al Rallye di Monte Carlo (Thérier e Callewaert) ed al Critérium des Alpes (Jacquemin e Vloebergs); nel 1970, primo posto nella categoria 1150-1300 al Rallye di Monte Carlo (Swanepoel e Crous), solo per citare le auto ufficiali.

Nel 1963, la sede Gordini si è, nel frattempo, spostata da Boulevard Victor a Noisy-le-Roi dove viene sviluppata la Renault 8 nelle versioni ufficiali per rally e pista. Nel 1965 debutta anche la celebre Coupe Nationale R8 Gordini, un campionato promozionale organizzato in collaborazione con Dunlop che sarà il trampolino di lancio per moltissimi grandi piloti, tra cui Andruet e Jabouille. Alla fine del 1968, la Società Gordini viene assorbita da Renault e, a febbraio 1969, nasce l’Usine Amedée Gordini a Viry-Chatillon, successivamente sede di Renault Sport. A luglio 1970, sul circuito di Le Castellet viene presentata la R12 Gordini, prima trazione anteriore sportiva di Renault che diventa il nuovo riferimento in termini di tecnologia e prestazioni. Prodotta tra il 1971 ed il 1974, la R12 Gordini utilizza un motore di 1565 cc che eroga una potenza di 125 cv; raggiunge i 180 km/h e copre i 1000 metri con partenza da fermo in 32,8 secondi.

Alla R12 Gordini – che viene prodotta anche in versione station wagon – segue, nel 1974, la 17 Gordini, con motore di 1605 cc e 120 cv. Pur non registrando un enorme successo commerciale, tale modello segna una tappa fondamentale nella storia di Renault poiché dal motore che Gordini sviluppa per la 17 deriverà il 4 cilindri della Alpine A110, uno dei modelli più vittoriosi nelle competizioni in pista e nei rally. Quello di Gordini è un nome legato indissolubilmente alla tradizione sportiva Renault: i suoi brevetti, i suoi progetti, le generazioni di ingegneri cresciuti alla sua scuola hanno contribuito a tanti successi in ogni specialità, dalle sport per la 24 Ore di Le Mans alla Formula Uno. Non a caso sul coperchio del 6 cilindri turbo con cui Alain Prost vinse, nel 1983, il Gran Premio del Sud Africa e quello del Brasile, spiccano i grandi caratteri in pressofusione “Renault Gordini”.

Amedeo Gordini muore il 25 maggio 1979. È sepolto presso il cimitero di Montmartre a Parigi.

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