Casey Stoner ha vinto il suo 2° titolo mondiale piloti in una giornata perfetta: a casa sua, nel giorno del suo compleanno, dando anche alla Honda il titolo costruttori.
Domenica 6 novembre si corre l’ultima gara della stagione, il GP di Valencia e non c’è un titolo da assegnare nella classe regina, la MotoGP.
Ma si può fare qualcosa, si deve fare qualcosa per ricordare Marco Simoncelli.
Marco è morto per una fatalità, per una serie di coincidenze sfortunatissime, in una gara inutile dove non c’era niente da vincere ma dove lui invece voleva dimostrare qualcosa, la fiducia della Honda o il suo caratteristico stile di guida, grintoso aggressivo sempre all’attacco. Da subito, come ha fatto con Alvaro Bautista dall’inizio della gara. Fino alla curva 11 del secondo giro.
Se il GP di Malesia per la classifica non aveva particolare significato, ci piacerebbe invece che il GP di Valencia, domenica 6 novembre, ne avesse uno grande così, in ricordo del pilota Marco Simoncelli e del ragazzo Marco Simoncelli.
Ci piace la proposta della Gazzetta dello Sport perché sarebbe davvero bello se tutti i piloti della MotoGP corressero con il nr. 58, quello di Marco Simoncelli, anche quelli delle altre due classi, la 125 (che potrebbe salutare in questo modo il passaggio alle Moto3) e la Moto2.
Così chiunque sia a vincere la gara, o il titolo di campione del mondo ancora da assegnare, portasse sul podio il Sic.
Perché come ha scritto Nicky Hayden per ricordare Super Sic, in pista “siamo tutti fratelli”.
Un campione inespresso che in pista forse era ancora troppo ruvido ma era un ragazzo con una grandissima passione. La stessa passione alla quale si è aggrappato alla curva 11 del Sepang International Circuit e che ha finito per travolgerlo.
Non era pulito e a più di qualcuno dava fastidio, come a Bautista nel 2008, a Pedrosa e a Lorenzo in questa stagione. Fatalità tutti spagnoli. Come la fatalità ha voluto che a travolgerlo fosse (anche) Valentino Rossi, il pilota col quale aveva un bellissimo rapporto, dentro e fuori i circuiti.
Volevamo vederlo crescere corsa dopo corsa e vederlo diventare davvero un campione. Ma se ne è andato facendo quello che gli piaceva fare. Aggrappato alla sua passione. Ma troppo presto.
Uno così mancherà alla MotoGP. Perché piloti come lui, con la sua voglia e la sua grinta non ce ne sono.
Sarebbe bello se tutti portassero il suo 58 nel suo cupolino al GP di Valencia, anche in barba ai regolamenti, per una volta, chissene!
Per vedere ancora il nr. 58 rosso correre e piegare in pista e stare ancora una volta tutti insieme a lui.