Il tema del bollo per le auto storiche continua a suscitare non poco malcontento tra gli appassionati: la Legge di Stabilità del 2015 aveva di fatto abolito l’esenzione del bollo per la auto con età compresa tra i 20 e i 29 anni. La normativa, in tal modo, riconosceva come auto storiche solamente le vetture con almeno 30 anni.
Questo provvedimento ha costretto molti proprietari a vendere o addirittura rottamare la propria vettura storica, non potendo più sostenere i costi erariali, con conseguenza negative su tutto il settore.
Molte regioni avevano pertanto deciso di opporsi al Governo introducendo norme ad hoc per garantire l’esenzione del bollo anche alle auto storiche tra i 20 e i 29 anni di età.
La Corte Costituzionale è però intervenuta per ovviare alla confusione generata da tali provvedimenti regionali, dando sostanzialmente ragione al Governo, che aveva presentato un ricorso. La sentenza ha quindi annullato le norme emanate dalle regioni Umbria e Basilicata.
Ad oggi, la domanda che ne consegue è: cosa succederà adesso?
Altre regioni che avevano apportato modifiche alla legge, come la Lombardia, stanno di fatto cominciando a temere conseguenze dirette alla sentenza della Corte Costituzionale.
A questo punto il questione che si pone non è tanto se la legge sia giusta o sbagliata. Il problema sorge nel momento in cui una norma, qualunque essa sia, non viene applicata uniformemente.
L’Aci, infatti, denuncia proprio l’assenza di omogeneità territoriale a livello legislativo: proprio in merito a quanto accaduto in Umbria e Basilicata, come dichiara Angelo Stichi Damiano (presidente dell’Aci), restano alte le discriminazioni tra una regione e l’altra.
L’Aci aveva anche presentato una lista chiusa di vetture storiche alle compagnie assicurative e agli addetti ai lavori: lo strumento potrebbe rivelarsi molto utile per individuare tutte le auto storiche meritevoli di tutela.
Restiamo in attesa di ulteriori sviluppi auspicando che alla fine vinca il buon senso.