Audi A6 3.0 Tdi Avant / Pirelli Cinturato P7 – Test Drive

Dall’inizio di quest’anno Audi A6 è nelle concessionarie rivista e perfezionata, mantenendosi però fedele alla linea che ha saputo conquistare il 37% segmento del mercato europeo con 234mila vetture vendute nel 2007. Una volta saliti a bordo si intuisce facilmente il perché di un così clamoroso successo di vendite. L’elevato livello di finiture, la cura maniacale dei dettagli e uno spazio sapientemente gestito, sia per il guidatore che per i passeggeri, sono le prime caratteristiche che colpiscono. Il comfort è l’altro punto di forza: stiamo parlando di una vettura imponente che, nonostante le dimensioni e la massa (oltre 2.000 kg), non riesce ad impensierire il conducente, anzi. Il merito sta nella facilità di controllo e nella maneggevolezza senza pari, capaci di infondere una decisa dose di sicurezza a qualsiasi pilota, aiutato nella gestione delle situazioni più difficili dall’ottimo sistema ESP, equilibrato e mai invadente. Il 3.0 Tdi è un eccellente propulsore, lineare e deciso anche a partire dai bassi regimi. Nonostante il peso della vettura reagisce ottimamente e garantisce una erogazione ben distribuita. Certo, un po’ di spinta in più nelle partenze da fermi non guasterebbe, ma si tratta comunque di un dettaglio quasi irrilevante, se confrontato con il piacere di guida che Audi A6 regala. Inoltre l’accoppiata 3.0 Tdi e cambio automatico risulta essere vincente sia per le andature da viaggio più rilassate, che in situazioni dove sono richieste prestazioni più sportive. A livello di abitabilità è da ricordare che il vano bagagli da 565 litri è ampliabile fino a 1.660. In conclusione il 3.0 Tdi su Audi A6  si dimostra versatile, adatto a tutte le esigenze e pronto a soddisfare le più svariate richieste. E con questo test-drive abbiamo avuto modo di testare un’altra novità: il Pirelli Cinturato P7, una nuova proposta  per auto di segmento alto che completa la nuova serie di Cinturato Pirelli P4 e P6,  destinati a vetture medie.

Pirelli Cinturato P7. Per conoscere al meglio la nuova soluzione Pirelli, bisogna andare un po’ indietro negli anni e ripercorrere brevemente un pezzo di storia automobilistica italiana. Tutto comincia nel 1951, quando Luigi Emanueli, già responsabile della ricerca Pirelli Cavi e inventore del cavo a olio fluido, brevetta la struttura del radiale tessile Pirelli. È il Cinturato che grazie alla sua struttura innovativa, più rigida di quella tradizionale a tele, offre prestazioni fino ad allora sconosciute, soprattutto in termini di tenuta. Una rivoluzione per il mercato dei primi anni Cinquanta, quando l’Italia si avvia alla motorizzazione di massa. Il Cinturato corre in Formula Uno con Fangio e vince, corre sulle strade e accompagna le auto più belle dell’epoca. Ma il vero successo commerciale è degli anni Sessanta, alla fine dei quali Tovaglia realizza la campagna pubblicitaria mondiale “Cinturato è solo Pirelli”. Il prodotto in seguto continua a crescere e si arriva nei primi anni Settanta, quando viene introdotta la cintura metallica, che darà vita al radiale metallico. Nasce così l’ultima generazione di pneumatici Cinturato, CN54 per le utilitarie e berline e CN36 per le auto più sportive.

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