Il Consorzio Ecogas interviene nel caldo settore degli incentivi auto che il Ministero dello Sviluppo Economico pare non voglia più concedere. Il settore gas auto in Italia è molto importante e, direttamente o indirettamente, dà lavoro a migliaia di persone. Basti pensare che l’80% degli impianti a gas per le auto nel mondo sono italiani.
In particolare l’associazione – che riunisce costruttori di impianti di conversione a gas, grossisti di materiali, installatori, trasportatori, proprietari e gestori di distributori stradali – chiede il rifinanziamento degli incentivi per la conversione a gas degli autoveicoli, fin dall’esordio considerati interventi strutturali in campo ambientale per ridurre le emissioni inquinanti: i fondi stanziati sono in via di esaurimento e si profila un pericoloso blocco del mercato, che mette a rischio investimenti e posti di lavoro.
Come evidenziato in un comunicato diffuso da Assogasliquidi/Federchimica e Consorzio Ecogas, «la filiera ha investito principalmente sul territorio nazionale, facendo sorgere, solo negli ultimi due anni, nuovi insediamenti industriali che impiegano circa 3.000 dipendenti, diretti e dell’indotto, mentre il comparto della post-vendita – 6.000 e più officine meccaniche specializzate nell’installazione degli impianti a gas sui veicoli già circolanti – è costituito da piccole realtà imprenditoriali che svolgono un’attività legata strettamente al territorio e impiegano una forza lavoro, per propria natura, indelocalizzabile. La prosecuzione dei contributi ai gas potrebbe ancora salvare il capitale umano e tecnologico creato in questi anni dalle piccole e medie aziende italiane».
Le richieste avanzate dalle associazioni riguardano l’inclusione del GPL nelle iniziative di incentivazione finanziaria e fiscale e in materia di tassazione (accise sul GPL e tassa automobilistica regionale), nonché nelle misure di regolamentazione del traffico e di public procurement: finora tutti i protocolli di Green Public Procurement (GPP), che definiscono, appunto, le linee guida agli acquisti verdi nel settore della mobilità da parte delle amministrazioni pubbliche, hanno riservato un identico trattamento sia al GPL che al metano per auto. Ciò discende dalla Direttiva europea 2009/33, che, pur avendo un approccio neutrale alle tecnologie/carburanti, fa salva la facoltà degli enti pubblici a dare, all’atto dell’emanazione dei bandi d’acquisto, una preferenza esplicita ai carburanti alternativi, tra i quali si annovera il GPL alla pari del metano, dell’idrogeno e dei bio-carburanti.