Durante il viaggio in auto a Strasburgo con un Di Battista ormai definitivamente tornato dal Centro America, Luigi di Maio ha parlato ai suoi elettori attraverso alcune lunghe dirette Facebook. Fra i molti temi trattati non poteva mancare una riflessione sulle autostrade, protagoniste di una situazione anomala e retrograda rispetto al resto d’Europa. “Dobbiamo parlare di una rete autostradale europea con tariffa unica. Deve sparire il casello e dobbiamo introdurre una tariffa annuale per l’utilizzo della rete. E questi soldi vanno ad una società stradale che li usa per fare le strade ed investire”. L’esempio sotto gli occhi di tutti è quello della Svizzera, dove non si paga in base al chilometraggio ma al lasso di tempo che si intende trascorrere approfittando delle infrastrutture.
L’Italia, oltre ad offrire un servizio basato sul chilometraggio, è una delle nazioni europee più costose per viaggi su gomma. La concessione governativa fatta alla famiglia Benetton non sta portando i risultati sperati in quanto i continui aumenti delle tariffe non vedono alcun tipo di riscontro in termini di investimenti sulla rete autostradale.
“Noi non abbiamo dimenticato la promessa fatta dai familiari delle vittime del cavalcavia di Avellino e del ponte Morandi – ha continuato Di Maio, prospettando una vera e propria rivoluzione – Vogliamo togliere la concessione ala famiglia Benetton che da quando è entrata in Autostrade ha aumentato le tariffe del 30% ma ha ridotto gli investimenti”
e concludendo, come riportato da Ansa, parlando ancora una volta della tariffa unica “Autostrade, Gavio e Toti devono capire che si fa una devono capire che si fa una direttiva europea e d’ora in poi si usa una sola tariffa, un pedaggio unico e gli introiti si usano per fare gli investimenti.”
Parole forti che, tuttavia, rimangono confinate nel loro ambiente: una diretta Facebook dall’interno di un’automobile. In un certo senso è il limite principale della politica di oggi, caratterizzata da messaggi in cui la grande facilità nell’arrivare ai cittadini è inversamente proporzionale all’attendibilità degli stessi.