La rivoluzione dei veicoli elettrici sta cambiando il linguaggio del settore dell’auto e la Nissan Ariya, concept presentato lo scorso ottobre al Tokyo Motor Show, detta la linea in fatto di design dei veicoli.
La Nissan Ariya si caratterizza per un abitacolo spazioso e ricercato, completo delle tecnologie più avanzate, mentre la carrozzeria esprime tutta la purezza e l’efficienza delle auto elettriche. Queste ultime infatti non hanno bisogno della tradizionale griglia aperta per il raffreddamento del motore e ciò ha permesso ai designer di sperimentare l’esclusivo design V-motion del concept, creando una struttura chiamata “shield”, letteralmente “scudo” che richiama agli scudi tradizionali usati dai cavalieri in battaglia che funzionalità ed estetica, impiegando materiali resistenti e decorazioni, elaborate sinonimo di forza e prestigio. L’aspetto finale e l’applicazione infatti non si limitano allo straordinario impatto visivo della vettura, ma permettono all’avanzata tecnologia dietro allo “shield” di operare attraverso gli elementi di design senza interferenze. La vettura, inoltre, potrebbe vantare il premiato sistema di assistenza alla guida avanzato ProPILOT 2.0, l’e-Pedal e il sistema di controllo del doppio motore a trazione integrale e-4ORCE che sono già in fase di sperimentazione.
“Sostituendo la griglia convenzionale con questo ‘scudo tecnologico’ dotato di un’innovativa texture 3D le cui funzioni vanno oltre l’estetica volevamo dare risalto alla tecnologia del veicolo, oltre la superficie – ha spiegato Alfonso Albaisa, Senior Vice President of Global Design di Nissan -. In questo caso, si tratta di tecnologie evolute che aiutano il concept Ariya a leggere la strada e a visualizzare ciò che il conducente non è in grado di vedere, rendendo visibile l’invisibile”. “La superficie non ha aperture. È liscia come uno specchio d’acqua silenzioso, con il pattern kumiko visibile appena sotto la superficie – ha aggiunto Giovanni Arroba, Program Design Director di Nissan -. Trattandosi di un concept avremmo potuto adottare altri approcci più diretti, ma volevamo trovare un equilibrio autentico tra l’intenzione stilistica e i requisiti meccanici“.